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Sagarana OSSERVANDO MIA FIGLIA QUANDO DANZA


Gloria Gabuardi


OSSERVANDO MIA FIGLIA QUANDO DANZA



 

 
                               A mia figlia Gloria Marimelda Blanca Fernanda,
                               danzatrice dei miei sogni.
 
 
Mia figlia quando danza è un angelo,
Sherazade, Mandolina, Dea lunare,
Maga della Luna e della notte,
figurina colorata di Kandiski
avvolta in garze, sete e taffettà fruscianti
al ritmo etereo di una farfalla
e i suoi piedi, uno, due, tre, piedi d’Icaro
che marcano il passo e spiccano il volo
bambolina di corda
in pioggia di stelle
ricade sulle gambe, balza, salta,
i suoi piedi, la sua memoria e il suo ricordo,
vola come una saetta,
fa capriole, uno, due, tre,
gira e torna al volo
con le spalle nervose come onde del mare,
cintura in costante rotore,
danza nella vertigine del caos,
schiocco di onde contro le pietre,
schiocco e movimento d’ossa
vasaia della vita e della morte
danza annidando il suo cielo,
rimproverando l’oscuro della notte
che non ci lascia vedere, udire
il ritmo atroce della danza,
danza primitiva ancestrale,
comanda le sue amiche
le allerta, grida: le donne arano la terra,
lo spirito della danza
la intrappola e la trasforma
come incantesimo e come sortilegio:
le donne difendono la terra
si trasforma in guerriera,
angelo guardiano che protegge le stelle
danza in primitivo movimento ancestrale:
uno, due, tre, quattro, gira
la terra, la terra nostra, dei figli
dei miei figli, in sua difesa gira e gira
impugna il palo, la sua spada, il suo machete
lo alza, lo lancia, lo inchioda alla terra
al ritmo del calore, del colore, del tamburo
danza primitiva ancestrale:
gli uomini se ne andarono alla lotta
le donne nella danza difendono
i campi arati, la terra che sgorga sangue,
la terra dei figli
la terra dei predecessori
poi annusa, sente pericolo, è una lince
danza, balza, si curva, scaglia la lancia,
vortice di sete, nastri, sudore e pianto
cerchi e più cerchi, voli d’uccelli
fino a restare spossata, ansimante,
trasmettendo, ballando, il sentimento della sua danza
rumore d’uccelli, trilli, voci affogate
nei venti d’uragano che spingono il moto
fino alla fine
fino a che la ballerina cade estenuata.
 
                                               (Traduzione e introduzione a cura di Tomaso Pieragnolo)
 
 
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In lingua originale:
 
OBSERVANDO A MI HIJA CUANDO BAILA
 
 
Gloria Gabuardi
 
 
A mi hija Gloria Marimelda Blanca Fernanda,
bailarina de mis sueños.
                                                                          
Mi hija cuando baila es ángel,
Sheherezada, Mandolina, Diosa de luna,
Maga de la Luna y de la Noche
figurita colorada de Kandinski
envuelta en gasas, sedas y tafetanes crujientes
al ritmo del vuelo de una mariposa
y sus pies, uno, dos, tres, pies de ICARO
marcando el paso y alzando el vuelo
muñequita de cuerda
en lluvia de estrellas
que cae sobre las piernas, brinca, salta,
sus pies, su memoria y su recuerdo,
vuela igual que saeta,
dá giros, uno, dos, tres,
giros y vuelve al vuelo
con los hombros nerviosos, como olas de mar,
cintura en constante rotor,
danza en el vértigo del caos,
choque de olas contra las piedras,
choque y movimiento de huesos
alfarera de la vida y de la muerte
danza anidando su cielo
increpando lo oscuro de la noche
que no deja ver, oir
el ritmo feroz de la danza
danza primitiva ancestral
comanda a sus amigas
las alerta, grita: las mujeres aran la tierra
el espíritu del baile la atrapa y la transforma
como hechizo y como embrujo:
las mujeres defienden la tierra
se transforma en guerrera,
ángel de la guarda protegiendo las estrellas
danza en primitivo movimiento ancestral:
uno, dos , tres, cuatro, vuelta,
la tierra, la tierra nuestra ,de los hijos
de los míos, a su defensa gira y gira
empuña el palo, su espada, su machete
lo alza, lo lanza, lo clava en la tierra
al ritmo del calor, del color, del tambor
danza primitiva ancestral:
los hombres se fueron a la lucha
las mujeres en la danza defendiendo
el arado, la tierra que chorrea sangre,
la tierra de los hijos
la tierra de los ancestros
luego husmea, siente el peligro, es un lince
danza, brinca, se agacha, lanza el palo,
remolino de sedas, cintas, sudor y llanto
giros y mas giros, vuelos de pájaros
hasta quedar extenuadas, jadeantes,
trasmitiéndo, bailando, el sentido de su danza
ruidos de pájaros, trinos, voces ahogadas
en los vientos huracanados que impulsan la danza
hasta el fin
hasta que la bailarina cae desmayada.




Gloria Gabuardi
Gloria Gabuardi è nata a Managua nel 1945. Si è laureata in diritto all’Università Centroamericana di Managua, ha seguito studi di Antropologia Sociale e realizzato corsi di letteratura e diritti umani. Nel 1974 fu in esilio in Messico e Costa Rica rientrando in Nicaragua nel luglio del 1979; durante il governo rivoluzionario sandinista ha occupato vari incarichi di fondamentale importanza nella Giustizia e nell’Educazione e come consulente del Vicepresidente della Repubblica, divenendo negli anni novanta consigliere della Commissione dei Diritti Umani e della Giustizia dell’Assemblea Nazionale. Le sue prime pubblicazioni di poesia risalgono al 1982; è stata tradotta in tedesco ed inglese, inclusa in numerose riviste e antologie latinoamericane. A partire dal 2004 è la Segretaria Esecutiva della Direzione del Festival Internacional de Poesía de Granada e coordinatrice del gruppo di lavoro dello stesso. Fa parte del Centro Nicaragüense de Escritores (CNE) ed è cofondatrice della Asociación Nicaragüense de Escritoras (Anide). Libri di poesia: Defensa del amor (Managua: Editorial Nueva Nicaragua, 1986), Mástiles y velas (Managua: Editorial CIRA, 2002; 2ª edizione ampliata, San José de Costa Rica: Editorial Lunes Literatura Digital, 2005; 3ª edizione ampliata Tlalnepantla, México, Linaje Editores, 2006). La sua poesia rispecchia inevitabilmente una vicenda umana gravosa vissuta in prima persona, ma, per l’innata forza e speranza che spesso germinano nei popoli più travagliati, riesce a trasformare una parte della sofferenza in ricerca d’amore e di bellezza, riconciliandosi con la creazione sentita e difesa come indispensabile e prezioso bene.




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