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Sagarana IMMAGINA GLI ANGELI DEL PANE


Martin Espada


IMMAGINA GLI ANGELI DEL PANE



 

Questo è l’anno che gli abusivi sfrattano i padroni di casa
con lo sguardo lontano dell’ammiraglio
che scruta dal ponte
o con mani levitanti in lode
al vapore nel box della doccia;
questo è l’anno
che rifugiate avvolte in scialli deportano giudici
che fissano il pavimento
e i propri piedi gonfi
mentre il timbro sul fascicolo
li informa della loro destinazione;
questo è l’anno che i revolver della polizia
scottanti come fornelli, coprono di vesciche
le dita di piedipiatti furenti,
e i manganelli si scheggiano
nei palmi delle loro mani;
questo è l’anno
che uomini dalla pelle scura
linciati un secolo fa
ritornano per sorseggiarsi tranquilli un caffè
con gli apologetici discendenti
dei propri carnefici.
 
Questo è l’anno che quelli
che nuotano contro la risacca del confine
o si rannicchiano tremanti nei treni merci
sono accolti al suono di trombe e di tamburi
al primo casello
dall’altro alto della frontiera;
questo è l’anno che le mani
che strappano pomodori dalla pianta
sradicano il rogito della terra che germina la pianta,
le mani che inscatolano il pomodoro
sono nominate nel testamento
di chi possiede quella bolgia che è il conservificio;
questo è l’anno che gli occhi
che bruciano per i veleni che purificano i cessi
si svegliano finalmente alla vista
di una collina sgargiante come un gallo,
pellegrinaggio di nascita immigrate,
questo è l’anno che gli scarafaggi
diventano estinti, che nessun dottore
trova uno scarafaggio piantato
nell’orecchio di un bimbo;
questo è l’anno che gli assegni familiari
di madri adolescenti
vengono messi all’asta come dobloni d’oro,
e non viene spesa neanche una moneta per comprare un machete
per il prossimo bouquet di teste decapitate
nei paesi delle piantagioni del caffè.
 
Se per abolire i ceppi degli schiavi
si iniziò con la visione di mani senza ceppi,
allora questo è l’anno;
se per chiudere i campi di sterminio
si iniziò con l’immagine di una terra
senza filo spinato o crematori,
allora questo è l’anno;
se ogni ribellione inizia con l’idea
che i conquistadores in groppa al cavallo
non sono dei dalle molteplici gambe, che se inabissati nel fiumi
anche loro annegano,
allora questo è l’anno.
 
Allora possa ogni bocca umiliata,
denti come lapidi dissacrate,
riempirsi degli angeli del pane.
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IMAGINE THE ANGELS OF BREAD
 
Martin Espada
 
 
This is the year that squatters evict landlords,
gazing like admirals from the rail
of the roofdeck
or levitating hands in praise
of steam in the shower;
this is the year
that shawled refugees deport judges
who stare at the floor
and their swollen feet
as files are stamped
with their destination;
this is the year that police revolvers,
stove-hot, blister the fingers
of raging cops,
and nightsticks splinter
in their palms;
this is the year
that darkskinned men
lynched a century ago
return to sip coffee quietly
with the apologizing descendants
of their executioners.
 
This is the year that those
who swim the border's undertow
and shiver in boxcars
are greeted with trumpets and drums
at the first railroad crossing
on the other side;
this is the year that the hands
pulling tomatoes from the vine
uproot the deed to the earth that sprouts the vine,
the hands canning tomatoes
are named in the will
that owns the bedlam of the cannery;
this is the year that the eyes
stinging from the poison that purifies toilets
awaken at last to the sight
of a rooster-loud hillside,
pilgrimage of immigrant birth;
this is the year that cockroaches
become extinct, that no doctor
finds a roach embedded
in the ear of an infant;
this is the year that the food stamps
of adolescent mothers
are auctioned like gold doubloons,
and no coin is given to buy machetes
for the next bouquet of severed heads
in coffee plantation country.
 
If the abolition of slave-manacles
began as a vision of hands without manacles,
then this is the year;
if the shutdown of extermination camps
began as imagination of a land
without barbed wire or the crematorium,
then this is the year;
if every rebellion begins with the idea
that conquerors on horseback
are not many-legged gods, that they too drown
if plunged in the river,
then this is the year.
 
So may every humiliated mouth,
teeth like desecrated headstones,
fill with the angels of bread.




(Poesia tratta dalla raccolta, Imagine the Angels of Bread, 1996, traduzione di Pina Piccolo.)




Martin Espada
Martin Espada è un poeta di New York di origine portoricana,




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