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Sagarana LE COSE CHE MI DICO MENTRE STENDO I PANNI


Ruth Stone


LE COSE CHE MI DICO MENTRE STENDO I PANNI



 

Se una formica che attraversa la corda tesa
tra un melo e l’altro
si mettesse a pensare senza tregua
è probabile che mai e poi mai riuscirebbe a inventarsi Albert Einstein.
Ma neppure quei baffi disordinati,
o quelle borse rugose sotto gli occhi
che anni dopo gli si sono gonfiate,
dopo essersi è sognato quella esasperante relatività.
Perfino i panni stesi sono tridimensionali.
Le formiche attraversano le grandi foreste fibrose
da una molletta all’altra,
portandosi tra le mandibole o nella sacca proprio il cuore della vita,
 il cuore stesso dell’universo nelle loro molecole di acido formico.
E come sono fresche le lenzuola,
quando la notte ti ci stendi dentro,
e ti sembra di essere la sola sulla montagna,
e il tuo corpo sente la setosa carezza del letto
come l’amore sulla tua pelle
e quella sacca pesante che sei tu si rilassa nel suo abbraccio.
Quando spegni la luce,
sei cieca nell’oscurità
forse come lo sono le formiche,
con quello stesso balzo d’astrazione fuori da questa dimensione limitante.
Così che la curva stessa della luce, attratta nella fossetta dello spazio,
è relativa al tuo stesso percorso cieco attraverso l’abisso.
E lì al buio c’è Albert Einstein
con la sua formula sagace che assomiglia a quelle piccole mandibole
che traforano la terra
e la sollevano, granello per granello,
mentre esplodono i cristalli di sabbia
nella calda turbolenza d’un bianco raggiante,
ti sorride, quel sorriso timido e irsuto,
su una linea immaginaria da qui a lì.
 
 
 
________________________
 
 
In lingua originale:
 
THINGS I SAY TO MYSELF WHILE HANGING LAUNDRY
Ruth Stone
 
If an ant, crossing on the clothesline
from apple tree to apple tree,
would think and think,
it probably could not dream up Albert Einstein.
Or even his sloppy moustache;
or the wrinkled skin bags under his eyes
that puffed out years later,
after he dreamed up that maddening relativity.
Even laundry is three-dimensional.
The ants cross its great fibrous forests
from clothespin to clothespin
carrying the very heart of life in their sacs or mandibles,
the very heart of the universe in their formic acid molecules.
And how refreshing the linens are,
lying in the clean sheets at night,
when you seem to be the only one on the mountain,
and your body feels the smooth touch of the bed
like love against your skin;
and the heavy sac of yourself relaxes into its embrace.
When you turn out the light,
you are blind in the dark
as perhaps the ants are blind,
with the same abstract leap out of this limiting dimension.
So that the very curve of light,
as it is pulled in the dimple of space,
is relative to your own blind pathway across the abyss.
And there in the dark is Albert Einstein
with his clever formula that looks like little mandibles
digging tunnels into the earth
and bringing it up, grain by grain,
the crystals of sand exploding
into white-hot radiant turbulence,
smiling at you, his shy bushy smile,
along an imaginary line from here to there.
 






(Traduzione di Pina Piccolo.)




Ruth Stone
Nata nel 1915 e morta qualche settimana fa, Ruth Stone ha pubblicato dieci raccolte di poesie ed è stata una importante poetessa statunitense anche se la sua opera non è molto conosciuta. Il suo primo libro di poesia In an Iridescent Time è stato pubblicato nel 1958. Rimasta presto vedova con tre figli da allevare nei decenni successivi fu costretta a dedicare gran parte delle sue energie alla sopravvivenza e a lavori di insegnamento saltuari in varie università statunitensi. I riconoscimenti per le sue numerose raccolte di poesia le sono arrivati in tarda età, dopo gli ottanta anni. Riguardo alla propria opera Ruth Stone sosteneva,” Credo che sia una reazione naturale alla mia vita. Ciò che vedo e sento cambia come un prisma, da un momento all’altro, la poesia lo trattiene e lo illumina. E’ un piccolo dramma. Credo anche che le mie poesie siano un sollievo, un ridere delle cose ridicole e una canto di lutto, la celebrazione del matrimonio e della perdita, tutto il triste bagaglio della nostra vita. È tutto così schiacciante e complesso”.




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