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Sagarana INVOCAZIONE DOLENTE


Laureano Albán


INVOCAZIONE DOLENTE



 

Il dolore è sempre
maggiore dell’uomo,
e ciò nonostante deve
entrargli nel cuore.
(Vladimir Holan)
 
 
Padre, come mi sta mancando
la tua forma di cadere,
la tua parcella di paura,
e questa ragione senza tregua d’essere villaggio
che sale dai tuoi occhi alla notte.
Come sanno d’erba deposta
il tuo nome senza città,
le reti screpolate delle tue mani.
Io, in solitario, ti dichiaro eroe,
ti nomino capitano delle dolcezze
smarrite e dolenti della terra,
ti abbraccio con la fretta dell’assenza,
e chiedo il tuo dolore, la tua piaga, il cieco
dono d’essere uomo rotto che mi manca.
Ho bisogno di cadere come cadesti
nella lenta atmosfera senza canti.
Ruotare sopra la terra
sotto colpi continui
di cui nessuno conosce l’artefice.
E tacere, tacere
sotto la certezza della furia.
 
Alcalá de Henares, Marzo 1979
 
(da “Poesie imperdonabili”, prima antologia italiana bilingue di Laureano Albán, 2011, Passigli Editori, cura e traduzione di Tomaso Pieragnolo)
 
 
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In lingua originale:
 
INVOCACIÓN DOLIENTE
 
Laureano Albán
 
 
 
El dolor siempre es
mayor que el hombre,
y sin embargo tiene
que caberle en el corazón.
(Vladimir Holan)
 
 
 
Padre, cómo me está faltando
tu forma de caer,
tu parcela de miedo,
y esa razón sin tregua de ser pueblo
que sube de tus ojos a la noche.
Cómo saben a yerba destronada
tu nombre sin ciudades,
las redes agrietadas de tus manos.
Yo, en solitario, te declaro héroe,
te nombro capitán de las ternuras
perdidas y dolientes de la tierra,
te abrazo con la prisa de la ausencia,
y pido tu dolor, tu llaga, el ciego
don de ser hombre roto que me falta.
Necesito caer como caíste
entre la lenta atmósfera sin cantos.
Rodar sobre la tierra
bajo golpes continuos
que nadie sabe quién los da.
Y callarme, callar
bajo la certidumbre de la furia.
 
Alcalá de Henares, Marzo 1979
 




Laureano Albán
Laureano Albán è nato a Turrialba, in Costa Rica, nel 1942. Fondatore di importanti associazioni di scrittori, come il Círculo de Poetas Costarricenses e il Movimiento Literario Trascendentalista (del cui ‘Manifiesto Trascendentalista’ del 1977 è coautore), professore di Teoria e Pratica della Creazione Letteraria e Membro Permanente della Academia de la Lengua Española, ha svolto diversi incarichi diplomatici per il suo paese: Ministro Consigliere all’ambasciata di Madrid, ambasciatore presso le Nazioni Unite a New York, ambasciatore Plenipotenziario in Israele, ambasciatore presso l’UNESCO a Parigi. Più volte proposto come candidato al Nobel, ha ottenuto riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui il premio Adonais, il Premio Nacional de Poesía, il Premio de Cultura Ispánica, il Premio Hispanoamericano de Literatura, il Premio de la VII Bienal de Poesía, il Premio Internacional de Poesía Religiosa, il Premio ‘Columbia University Translation Center’, il Premio Centroamericano de Poesía ‘Walt Whitman’, il Premio Mundial de Poesía Mística. Nel 2006 ha conseguito il maggiore riconoscimento dato dal governo del Costa Rica per una vita dedicata alla cultura, il Premio Magón. Fra le sue opere, oltre a quelle presenti in questa antologia, ricordiamo: Geografia invisible de América (1982), Aunque es de noche (1983), e la vasta Enciclopedia de maravillas, in edizione bilingue inglese e spagnolo, iniziata oltre vent’anni fa e composta da quattro volumi con più di duemila poesie illustrate da oltre trecento pittori latinoamericani. Dall’introduzione di Tomaso Pieragnolo Come chi sente che la poesia è un destino inevitabile alla cui domanda non ha potuto sottrarsi, Laureano Albán da mezzo secolo perpetua un’opera quotidiana, perseguita nella gioia e nell’angoscia, in un’aura di sospensione metafisica; per lui la poesia è la condizione più alta dello spirito, è lo strumento puro della conoscenza ontologica, si dirige inequivocabilmente verso la somma dell’immortalità umana. Con un rigore monastico e nell’interezza della consegna, senza compiacimento né egotismo, Laureano Albán insegue con dedizione il proprio rapporto metafisico con il mondo, con la storia umana e con la propria esistenza, nell’idea rigenerante che l’incognita della creazione mai si esaurisca e che l’identità non sia mai completamente raggiunta. Un lavoro continuo, assoluto, che non rifiuta il mistero dell’uomo e l’inconoscibilità del cosmo, e riceve la vita in una concezione di vasta trasparenza, come simbolo certo di una superiore entità che tutto permea e conferma. E questo modo di sentire e vivere la poesia è come mantenersi in una dimensione che sempre tende al vero, in quella parte incorrotta d’infinità che nutre il nostro effimero futuro.




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