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Sagarana DODICI ANNI DI SAGARANA


Julio Monteiro Martins


DODICI ANNI DI SAGARANA



 

Dodici anni fa il piccolo gruppo di scrittori italiani e stranieri che si riuniva intorno al laboratorio di narrativa della Scuola Sagarana decise di dare vita a una rivista di pensiero e di cultura, che desse ampio spazio alla letteratura, anche quella scritta dai nuovi scrittori, che già allora vedevano sparire uno dopo l’altro gli ultimi spazi dedicati alla pubblicazione di testi inediti.
La nostra è stata una delle prime riviste on-line in Italia, senza una versione cartacea, ed è forse l’unica che è sopravvissuta da quei tempi pionieri; gli altri siti letterari come Golem, Bookcafè, ‘Tina, Voices, Akkuaria, Vibrisse e Magnolia News sono scomparsi nel tempo. E non a caso. Quella allora era una scommessa temeraria: i lettori collegati alla rete erano ancora pochi, e gli scrittori e i critici torcevano il naso a quel tipo di editoria “immateriale”, come se la sua fluidità e immediatezza significassero assenza di spessore o addirittura di serietà, o come se nuove forme ancora poco familiari compromettessero in qualche modo il contenuto dei testi. Erano tempi difficili per una pubblicazione on-line. Noi sapevamo però che sarebbe stata solo una questione di tempo l’affermazione e l’ampia diffusione di quello spazio di comunicazione virtuale, anche dovuto a quello che significa come libertà di espressione e come democrazia di accesso all’informazione gratuita, immediata e distribuita su un’area geografica senza limiti. Così, con Sagarana, il meglio della letteratura in lingua italiana, quella più tradizionale e soprattutto quella contemporanea, ha goduto di un’inedita visibilità, anche internazionale (e infatti quasi la metà delle visite al nostro sito arrivano dall’estero).
Il nostro scopo era, sì, proporre il nuovo, i nuovi stili, le sperimentazioni, ma volevamo al contempo riproporre testi importanti, ancora attuali e sovvertitori, che erano caduti in un ingiusto dimenticatoio, spesso prima ancora di aver raggiunto i lettori, e spesso nascosti in edizioni già da molto tempo fuori catalogo, sotterrati in fondo a una produzione editoriale obbligata dalle operazioni commerciali a produrre una tempesta quotidiana di nuovi titoli di qualità letteraria sempre più modesta, seguendo una strategia secondo me equivocata e troppo passiva, con la scusa che così impone il mercato. Già, il mercato. Onnipresente, onnipotente, dietro il quale si nascondono tutte le cialtronerie, gli abusi, le incompetenze e i privilegi. Non sono solo i libri quelli annichiliti dal fantasma del “mercato”, ma anche gli uomini e le donne del nostro tempo, che sembrano esistere solo come soggetti economici.
La buona letteratura, tuttavia, così come ci ha aiutato in passato ad allontanare i pericoli dei totalitarismi, ci aiuterà anche oggi a esorcizzare il pensiero unico del mercato, la deprimente tendenza a quantificare ogni cosa, a enumerare ciò che enumerabile non è, facendo finta di non accorgersi che un’immensa quantità di spazzatura non fa una biblioteca, fa semmai una discarica.
Per queste ragioni sapevamo sin dall’inizio che Sagarana era destinata a proteggere la bellezza e il valore mentre faceva resistenza al neoliberismo dilagante, padre di tutte le crisi e di tutte le disuguaglianze. Solo l’intelligenza e la sensibilità artistica è in grado di “disinnescare” e di smontare tutto ciò che è stato perversamente strutturato e imposto negli ultimi trent’anni di egemonia del capitalismo selvaggio. Smontarlo significa usare pensieri e parole per spogliare il mondo dagli strati sovrapposti di tessuti pesanti e sgargianti con cui la propaganda l’aveva vestito, mascherato, ottenebrato.
D’altronde, il senso stesso della nostra esistenza è collegato al rifiuto dei criteri quantitativi di valutazione. Quanti lettori può raggiungere una rivista culturale senza una lobby mediatica o politica dietro? Qualche decina di migliaia all’anno, non di più. Ma la domanda giusta è: chi sono i lettori che Sagarana raggiunge? Ed è a partire da lì, dalla consapevolezza della qualità nelle due sponde della comunicazione, che Sagarana estrae la sua forza. Ogni suo lettore è un moltiplicatore di opinione, una fetta della lucidità e della coscienza critica rimasta in vita dopo decenni di un implacabile lavaggio dei cervelli. Una coscienza fertile, che si comunica e si espande, spinta dalla forza etica che emana. Questo nostro pubblico è sicuramente più influente dei milioni di telespettatori passivi e rimbambiniti dei reality e dei talk show addomesticati e servizievoli. È questa la nostra scommessa. Sono stati dodici anni di tenace resistenza, e così sarà anche per i prossimi anni.
Abbiamo fatto la cosa giusta, e i frutti già cominciano a farsi vedere in fondo alla nebbia fitta che chiamano “crisi”. Scrutate bene e li vedrete. Guardateli attraverso questa lente e sotto questa luce. E quando, fra poco, la nebbia si dissiperà, li potrete vedere a occhi nudi. E raccoglierli. Saranno maturi.
 




Julio Monteiro Martins
Julio Monteiro Martins




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