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Sagarana PERSONALE E INTRASFERIBILE


Sérgio Tross


PERSONALE E INTRASFERIBILE



Cabelinho de Fogo, sdraiato sul lettino nel corridoio del Pronto Soccorso, con la gamba perforata da un proiettile, non piangeva né gemeva.
– Di tanto drogarti non senti più nessun dolore, vero, Cabelinho? – domandò il poliziotto che gli aveva sparato e che reggeva la flebo nella giusta posizione.
– Uno sbirro ignorante come te non capisce niente di dolore. Mi sono laureato in questa cosa. Ho in corpo più di trenta fori di pallottole. Fanno male, ma io li ignoro – rispose Cabelinho.
– Vuoi solo provane che sei più maschio degli altri…
– È proprio la prova che non ho bisogno di fare… Il mio mestiere è questo, essere un maschio, sfidare tutti.
– Questo ti porterà alla morte.
– Proprio come qualsiasi altra persona facendo qualunque altra cosa… la fine è la stessa per tutti.
– Sì, ma tu ci vai più in fretta.
– Vedremo. Non si può dirlo in anticipo.
– C’è un sacco di gente che vuole farti fuori. Anche qui all’ospedale rischi grosso. In prigione neanche a parlarne.
– L’ultima volta che ci hanno provato, sai cos’è successo, no? Ho fatto il tipo a pezzettini piccoli nella macchina tagliacarte della prigione.
– Non ti basta solo uccidere, vero? Deve esserci anche un sacco di sangue.
– Mica vero. Solo quando la rabbia è troppa.
– Il medico sta arrivando. Ti portano in chirurgia.
– Vieni con me?
– Certo.
– Non te lo consiglio. Chi non ci è abituato sviene.
– Anch’io ho già visto molto sangue, sai?
– Non sembra…
In sala operatoria, Cabelinho de Fogo chiede l’anestesia locale. Dice che è allergico all’anestesia totale. Nel dubbio, il medico cede, ma avvisa che farà male, la pallottola è penetrata in profondità. Cabelinho lo sa.
– Lascia fare male. Questo dolore è mio, personale e intrasferibile. Nessun’altro sentirà niente.
Protesta quando provano a fargli abbassare la testa, per non vedere l’operazione.
– Eh no. A me mi piace vedere come sono fatto dentro.







Traduzione di Julio Monteiro Martins.





Sérgio Tross, scrittore brasiliano di Belo Horizonte ha iniziato a pubblicare i suoi racconti negli anni ’60. Nel 1977 ha pubblicato la raccolta “Garfo e água fresca” per la casa editrice Ática, di São Paulo.





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