Torna alla homepage

Sagarana SEBASTIANO


Brano tratto dal romanzo La colpa


Lorenza Ghinelli


SEBASTIANO



(…) Le sveglie delle sette suonano simultaneamente nella stanza di Estefan e Sebastiano e in
quella di mamma e papà. Estefan allunga la mano sul comodino e la mette a tacere, poi apre gli
occhi. Ha proprio dormito, un sonno profondo e continuo come non gli succedeva da un mese e
cinque giorni. Si alza dal letto e cammina rimbambito verso il bagno. In corridoio incontra papà,
ha la faccia riposata come non gliela vedeva da un mese e cinque giorni.
«Stanotte abbiamo poltrito eh?».
Estefan sorride. Vede mamma uscire dalla sua stanza, sorridergli e biascicargli un
buongiorno. La vede entrare nella cameretta.
Estefan batte papà sul tempo ed entra in bagno. La vescica che preme.
«Sebastiano...». È la voce di mamma.
Estefan si tira giù i calzoni del pigiama.
«Sebastiano, Sebastiano», le sente dire più forte.
«Cosa c’è?», dice papà. L’allarme nella voce.
«Sebastiano, ti prego!». È mamma che urla. L’uretra di Estefan si strozza e resta muta, il
pavimento pelvico è cemento, il detrusore un paralitico.
«Rispondimi!». È ancora sua mamma, dev’essere sua mamma: non ne è più così sicuro.
Perché la voce latra, un’ottava sopra l’urlo.
Estefan si tira su i calzoni ed esce dal bagno, d’istinto.
In corridoio mamma non c’è più, o meglio, Estefan la vede, gli sembra di vederla, ma non la
trova. Al posto di mamma c’è un suo doppio storpio, una sua caricatura orrorifica, repellente,
bestiale. In corridoio, ora, c’è Mamma. Con la M maiuscola. Maiuscola come Angoscia.
«Cos’è successo?! Cos’è successo a tuo fratello?!», grida Mamma con occhi di orsa
inferocita. Ha dita contratte, Mamma, schiena curva e bocca incrinata. E la colonna vertebrale
del sorriso spezzata in più punti. È una maschera, Mamma. È brutta. È arrabbiata.
Ha un dolore.
Se lo serra al petto.
Il dolore ha un nome: Sebastiano.
Sebastiano è morto.
Non gliel’ha detto nessuno che è morto. Lo ha capito da solo, come lo capiscono gli animali.
Estefan ha visto mamma morire entrando nella stanza. E ha visto Mamma possedere il suo
corpo e uscire, con suo fratello morto in braccio.
Ha visto morire l’infanzia, tutta la sua infanzia dentro agli occhi di Mamma. Non riesce
ancora a pensare. Non riesce ancora a capire.
Sa che oggi è cambiato tutto per sempre.
E c’è qualcosa nella mente che inizia a strisciare.
Respiro articolato, è il cadavere di parole che affiora.
E come tutti i cadaveri puzza.
Speriamo che non si svegli, aveva pensato Estefan guardando Sebastiano la sera
precedente, prima di addormentarsi. Questo pensiero è il secondo cadavere. Puzza più del
primo.
Il cervello di Estefan salta oggi.
Bye Bye, Estefan (…)







Brano tratto dal romanzo La colpa, Newton Compton editori, Roma, 2012.




Lorenza Ghinelli

Lorenza Ghinelli (Cesena, 10 ottobre 1981) è una scrittrice italiana. Cresciuta a Rimini, nel 2003 ha conseguito il master in tecniche della narrazione presso la Scuola Holden di Torino. Si è poi laureata in scienze della formazione con una tesi sull’autobiografia nelle relazioni d’aiuto. Dal 2009 collabora con la Taodue come editor e sceneggiatrice. Ha vissuto a Roma, attualmente vive a Santarcangelo di Romagna. Nella sua ricerca artistica ha esplorato diversi linguaggi: teatro, danza, fotografia, pittura e montaggio, ma lo strumento espressivo con il quale sente di riuscire ad esprimersi meglio è la scrittura. Il suo romanzo d’esordio, Il Divoratore, diventò un caso letterario nel 2010. Oggetto di un'asta per i diritti internazionali alla Fiera del libro di Francoforte, fu venduto in sette paesi ancora prima di venire pubblicato. In Italia è stato pubblicato nel gennaio 2011 da Newton Compton Editori. Il suo secondo romanzo La Colpa, è finalista del Premio Strega edizione 2012. L'8 giugno 2012 le è stato conferito il premio "Cesena e le sue pagine" dalla Confesercenti di Cesena. Fa parte della redazione della rivista Carmilla





    Torna alla homepage copertina I Saggi La Narrativa La Poesia Vento Nuovo Nuovi Libri