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Sagarana RITORNO ALLA MALOCA


Gabriel Viriato Raposo


RITORNO ALLA MALOCA



 
Nota introduttiva di Loretta Emiri
 

Gabriel Viriato Raposo, indio macuxi, nacque intorno al 1920 nel villaggio Raposa, in Roraima, nell’estremo nord del Brasile. Un missionario raccolse su nastri di magnetofono la testimonianza di Gabriel che, trascritta e tradotta dal portoghese all’italiano, venne poi trasformata nel libro Ritorno alla maloca. Sperando di trovare il coraggio di lasciare il Primo Mondo per andare ad operare nel Terzo, partecipai a un’esperienza nel corso della quale vennero letti stralci del racconto autobiografico di Gabriel. Sofferte e liriche, le sue parole rimasero incise dentro di me.

 

Trovando assurdo che i macuxi non avessero accesso alla testimonianza di vita e di lotta intrapresa da Viriato in favore del proprio popolo, nel periodo in cui coordinavo l’Archivio Indigenista della Diocesi di Roraima curai la traduzione, dall’italiano di ritorno al portoghese, delle pagine più significative del racconto di Gabriel. Raccolte in un fascicolo intitolato “Depoimento de Gabriel Viriato Raposo” vennero divulgate anche a livello nazionale, ma soprattutto a livello locale al fine di sensibilizzare i bianchi e di sussidiare i macuxi impegnati per il riconoscimento di un territorio che fosse sufficientemente esteso e continuo, non smembrato in isole.

 

Per ciò che testimonia e per la sua forza espressiva, ai lettori di Sagarana propongo il breve ma profondamente suggestivo stralcio che segue, quello che meglio rende l’idea dell’esiziale contatto degli indios con l’uomo bianco. Concludo condividendo la notizia che la trentennale lotta del popolo macuxi, con molti di loro morti ammazzati, si è conclusa qualche anno fa con la smagliante omologazione della Terra Indigena Raposa-Serra do Sol. 

 
 
Guarda,

quando bianco è arrivato nella nostra terra,

indio pensava che bianco era dalla parte di Dio,

indio pensava che Dio era venuto a visitarlo.

Infatti, bianco ha tutto e indio non ha nulla:

bianco ha filo spinato, noi non abbiamo;

bianco ha libro, noi non abbiamo;

bianco ha accetta, noi non abbiamo;

bianco ha macchina, noi non abbiamo;

bianco ha aereo, noi non abbiamo.

Ma, bianco è venuto ed ha rubato le nostre terre:

e l’indio non poteva più cacciare.

Ha detto che le terre buone erano sue,

ha detto che i pesci dei fiumi e dei laghi erano suoi.

Poi, ha portato le malattie.

Poi, ha insidiato le nostre donne!

E l’indio si è ribellato.

Allora, il bianco ha ucciso i nostri avi,

li ha uccisi, li ha massacrati molto,

e indio fuggiva così veloce come la cosa più veloce.

Ed allora, indio ha capito che

il Dio dei bianchi era cattivo.

 

Poi, bianco ritornava dicendo che egli era buono,

che voleva abitare vicino a noi,

e noi eravamo contenti.
Diceva:

“Compare, è buono che io sia qui.

Io non porto via le tue terre.

E mentre io sono qui,

ci sarà carne per te e per i tuoi figli”.

E indio diceva:

“ Va bene, padrone, resta qui”.

Il bianco prometteva e non dava,

e continuava a portar via le nostre terre.

Diceva che le terre erano sue,

che il cervo era suo, che il pesce era suo,

e che era tutto suo.

E indio aveva fame molta.

Sai cos’è la fame?

La fame non è uno scherzo, sai?

Io te lo dico, la fame non è uno scherzo.

 
 
Bibliografia

Ritorno alla maloca, Gabriel Viriato Raposo, EMI, Italia, Maggio 1972.

“Depoimento de Gabriel Viriato Raposo”, Loretta Emiri (tradução do italiano para o português), Arquivo Indigenista da Diocese de Roraima, Boa Vista, Janeiro de 1985.

 
 

Foto di Loretta Emiri: bambini macuxi dietro al filo-spinato degli invasori che occupavano l’area.

 
                       
 
 

Loretta Emiri è nata in Umbria nel 1947. Nel 1977 si è stabilita in Roraima (Brasile) dove ha vissuto per anni con gli indios Yanomami. In seguito, organizzando corsi e incontri per maestri indigeni, ha avuto contatti con varie etnie e i loro leader. Ha pubblicato il Dicionário Yãnomamè-Português, il libro etno-fotografico Yanomami para brasileiro ver, la raccolta poetica Mulher entre três culturas, i volumi di racconti Amazzonia portatile e Amazzone in tempo reale (vincitore del Premio Speciale della Giuria del Premio Franz Kafka Italia – 2013), il romanzo breve Quando le amazzoni diventano nonne. È anche autrice dell’inedito A passo di tartaruga, mentre del libro Se si riesce a sopravvivere a questa guerra non si muore più, anch’esso inedito, è la curatrice.






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