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Sagarana VELIERI


Fabia Ghenzovich


VELIERI



Velieri incerti su rotte terminali

confondono l’orecchio canti di sirene.

La voce che svela è sepolta sotto strati

di frastuono nella città in corsa

su un binario morto al bivio

dove il secolo collassa

chi resiste allo spaesamento

al buio della perdita all’odore del sangue?

Chi alla fame d’amore per amore 

su sentieri senza tracce incalza orizzonti

con l’animale dentro spinto in avanti

a generare avvento nuovo?

Chi per primo sorridendo grida

terra terra!

 
 

 Sono quello che vedi di me – che tu vuoi

vedere – la santa inquisizione di quello

che vuoi che io sia con intenzione

e costrizione per tuo solo piacimento

per tuo costrutto allo stremo del tutto

scontato e già di me detto che mai

sono stata né sono né di questa mia

da te libertà nulla potrai sapere

dell’affondo – taglio che aprendo

s’increspa in abbrivio di sorgiva

in santità di un sorriso che dal fondo

del corpo scavalca il suo confine

sotterranea impronta di te Sibilla

Diana delle fonti luna blanca 

Loba BabaJaga maga strega.
 
 
 

Per il pane buono del corpo

per questo stare fecondo

– nonostante –

per questa voce chi dice salva

la pace – chi dice Sibilla?

 
 

In bilico il passo poi

ritorno mai balzo in avanti

per aperture per suture

rincorse e scomposti arretramenti

così cieco il mondo fuori

così ignaro il mondo dentro

se la grazia del sasso

non vede per cerchi lontani

sull’acqua inseguirsi

– delta di sconfinamento –

toccarsi generarsi.

 
 

Ha della lupa l’occhio fine

il seme selvatico e una storia

vecchia la Loba cantando

un osare un fiuto un vedere

a ritroso un futuro lontano

 

ricompone la vecchia le ossa

ritesse plasmando

primaria natura che svaria

sfuria e sconquassa questa gola

di risacca questa aridità di steppa.

 
 

Mi tira la gonna mi tenta

scuote piano i capelli

più forte il richiamo confonde

sovverte si allarga e spalanca

la gioia inattesa che sale

più densa più ardita pervade

e ritorna più viva

alla parte di me infinita 

di me pluraleindivisa.





Fabia Ghenzovich

Fabia Ghenzovich nata a Venezia, è presente in numerose antologie, riviste e blog di poesia. Ha pubblicato “Giro di boa” ed. Joker e “Il cielo aperto del corpo” Kolibris edizioni. Ha ricevuto numerose segnalazioni in concorsi nazionali di poesia e vinto il secondo premio per la silloge inedita al premio Guido Gozzano e terzo premio al concorso poesia scientifica dedicato a Charles Darwin a Venezia. È’ presente al festival Palabra en el Mundo 2013 , 100 thousand for change 2013 e 2014 Bologna, al festival delle Art i 2014 e Art’s Connection 2014 a Venezia.





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