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Sagarana La Lavagna Del Sabato 20 Aprile 2013

GODITI IL NULLA



Brano tratto dal romanzo Un calcio in bocca fa miracoli


Marco Presta


GODITI IL NULLA



 

(…) Il silenzio è la cosa più straordinaria che esista in natura, lo si può interpretare in chiave filosofica e artistica ma alla fine è costituito semplicemente dall’assenza di rompicoglioni nelle vicinanze.
È una condizione molto rara e dura quanto l’esistenza di una farfalla cavolaia, destinata a crepare al passaggio della prima utilitaria.
Una trentina d’anni fa, mi è capitato di lavorare nella villa circondata da un parco di un ricco vero, uno che aveva tutti i requisiti per appartenere alla categoria, comprese un paio d’inchieste giudiziarie a carico.
Intorno non si sentiva nulla, il mondo era stato colto da un mutismo improvviso e assoluto. Niente televisioni accese, né latrati di cani o grida di bambini.
Mi sentivo disorientato, speravo di udire il rumore di un trapano, un trattore, un corteo di metalmeccanici, un aereo in decollo, la carica di un reggimento di ussari.
C’era nell’aria qualcosa d’inverosimile per uno come me, abituato a sentire lo sciacquone dei vicini attraverso il muro del soggiorno.
Mi accorsi che il ritmo della mia respirazione era cambiato, più lento, i muscoli erano rilassati, la mente vuota e serena.
Cominciavo ad accettare l’idea che il Creato potesse interrompere il suo immenso karaoke e lasciarmi in pace, in quell’angolo di mondo.
Tornò il padrone di casa e, con una voce che sembrava un colpo di mortaio, disse che per prima cosa dovevo riparare il gazebo.
Avrei voluto dirgli: “Zitto, imbecille, goditi il nulla”.
Naturalmente non lo feci.
Il silenzio se n’era andato via e non l’ho mai più incontrato, così perentorio.
Quello che i ricchi possono comprare davvero con i loro miliardi, e a differenza nostra, è proprio il silenzio.
Non so perché ho parlato di questo.
 
La relazione tra Chiara e Giacomo procedeva tranquilla, cementata da un’intimità crescente, che per Armando significava l’affinarsi della reciproca conoscenza, per me voleva dire che finalmente erano andati a letto insieme.
La vigilanza armata sulla coppia venne allentata.
Armando mi portò al cinema, a vedere un western del nuovo corso, quello secondo cui gli indiani sono buoni e i cowboy cattivi. Durante le scene salienti, mandrie di bisonti massacrate e squaw violentate, il pizzicagnolo mi guardava scuotendo la testa.
Sulla morte del giovane Alce Temerario, ebbi un colpo di sonno.
- Ti piace? – mi chiese.
- La luce va bene … se abbassassero anche un po’ il volume sarebbe perfetto …
- Certe cose non me le immaginavo.
- Gli americani sono così … fanno le puttanate, poi si pentono con i film. Pure per il Vietnam è andata allo stesso modo.
- Allora non ti piace …
- No, no, mi piace … solo che ho un po’ di difficoltà ad accettare i contrordini … da ragazzini ci avevano detto che gli infami erano i pellerossa …
Alla fine, il villaggio fu salvato. Pensai che la presenza in platea del mio amico, con la sua istintiva, incontenibile propensione per il lieto fine, aveva finito per condizionare anche l’epilogo della pellicola. Se fossi tornato il giorno dopo a vederla, da solo, si sarebbe certo conclusa in maniera tragica.
Sulla strada di casa, passammo accanto a un groviglio umano costituito da due adolescenti che camminavano avviluppati. (…)






Brano tratto da Un calcio in bocca fa miracoli , Einaudi, Torino, 2012.




Marco Presta

Marco Presta (Roma, 11 novembre 1961) è un attore, conduttore radiofonico e televisivo italiano.





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