Torna alla homepage

Sagarana La Lavagna Del Sabato 14 Settembre 2013

IL FLIPPER DEL MERCATO



Brano tratto dal romanzo Resistere non serve a nulla,


Walter Siti


IL FLIPPER DEL MERCATO



(…) Morgan sa, è nel cuore del teorema; quello in cui spera (con molti altri più o meno potenti, più o meno consapevoli sparsi nel mondo) è un regime misto e transnazionale in cui le popstars, i signori della droga, i cartelli delle catene alimentari si sentano parte di una medesima categoria, quella dei vincenti che hanno tratto profitto dall’obbligo del piacere. Desiderio in fieri che si stratifica sul desiderio fossile delle antiche proprietà. Senza più alcuna tracciabilità delle fortune personali, i finanzieri sporchi o puliti saranno i direttori di coscienza; parola d’ordine “evadere”, in senso sia proprio che figurato, sgusciare galleggiando tra le fatiche dei più dando vita a un’umanità impastata di dimenticanza. Uno spacciatore che puntando sul terrore dell’astinenza guadagna centomila euro al mese, perché dovrebbe sentirsi diverso dal chirurgo di una clinica privata che puntando sulla paura del dolore ne guadagna ottantamila? Se la passione vale solo per le cifre che movimenta, e crea un baratro economico tra chi la prova e chi la sfrutta non è già saltato qualunque principio di democrazia? Se si delinea un potere a doppio fondo, in cui chi comanda davvero si occulta dietro le chiassate dei media; la criminalità vivrà sicura e sdoganata se un’informazione cieca continuerà a dipingerla come un morbo alieno da cui ripulirsi come da una macchia sul vestito – così potrà prosperare in un’alterna spirale liberamente oscillante tra costruzione e distruzione; una queer economy in cui le voci dell’indifferenza e del delitto riusciranno ad armonizzarsi in un avvolgente basso continuo.

“Certo, quante cose si potrebbero fare coi soldi che noi ci imboschiamo, di quante speranze priviamo le giovani generazioni”; ma non sono soldi veri, una volta estratti dal flipper del mercato perdono il loro profumo. C’è chi teme che, come nel secolo breve, la recessione conduca alla violenza e alle guerre mondiali; ma al tempo delle rivoluzioni russa e fascista l’età media era la metà di oggi e il sangue ribolliva il doppio. Ormai le masse sono atomizzate e disperse, i ragazzi saccheggiano i negozi rubano gli iPad e si contemplano compiaciuti in differita; gli striscioni nelle manifestazioni degli indignados dicono “dividiamo la grana”. Nessuno vuole davvero rinunciare al potere salvifico del consumo, le vittime sono invidiose dei carnefici ed è facile ingannarle con l’elemosina di un simulacro anche miserabile. Le vecchie oligarchie gettavano al popolo manciate di monete d’oro dalla carrozza, ora basta fargli sentire il rumore di un jingle accattivante o intravedere il fulgore di una farfallina tatuata – gettare monete è inutile, tutte le monete del mondo non rappresentano che il tre per cento del denaro globale. L’umanità non vuole accettare quel che lei stessa ha scoperto.: che la vita non dipende dall’amore, che i sentimenti sono essudati della biologia, che l’individuo non è più il laboratorio di nulla e che il mercato è in grado di fornire l’intero kit per un’individualità fai-da-te. I regolatori del nuovo equilibrio dovranno sapere che la virtualità è l’oppio dei popoli e la psicologia un placebo; che l’epopea del singolo è finita e d’ora in poi avranno a che fare con organismi collettivi, colonie tipo i coralli o le spugne, compattati dalla scienza come nell’alto medioevo li compattava la religione. Le invenzioni della finanza sono l’estremo titanico tentativo di rivolgersi verso l’alto (le obbligazioni a cent’anni con cui si crede di addomesticare il debito!), alla scalata di un paradiso sia pure artificiale, prima della modestia concentrazionaria e obbligatoria. Dio sta morendo anche nei suoi surrogati. Se perfino i clown rientrano nei ranghi, chi difenderà le ascensioni dell’eros contro il grigio della rinuncia?







Brano tratto dal romanzo “Resistere non serve a nulla”, Rizzoli, Milano, Maggio 2012.)




Walter Siti

Walter Siti (Modena 1947) ha insegnato letteratura italiana all'università di Pisa, Cosenza e L'Aquila. È il curatore dell'opera di Pasolini nei 'Meridiani". Ha pubblicato articoli e saggi di critica letteraria e i romanzi Scuola di nudo (1994), Un dolore normale (1999), La magnifica merce (2004), Troppi Paradisi (2006) e Il contagio (2008).





    Torna alla homepage home