La Lavagna Del Sabato 18 Ottobre 2008


DIFLUOROCLOROMETANO


Andrea Lucatelli





Purtroppo di antropofagia non si parla più, e non per il consumo spropositato di surgelati, che tanto ha influito sul crollo di ideologie e muri, soltanto a Barasso si è surgelato il quantitativo di 18 kilogrammi al giorno pro capite di asparagi per una nazione come il Belgio, o a Vimercate il pomodoro inscatolato un mese fa basterà alla sola città di Madrid per i 15 anni a venire.

Non per i surgelati o il granchio in scatola non se ne parla più di antropofagia.

Anzi sarebbe bello che quando qualcuno tira fuori quei discorsi sul futuro e le generazioni passate dirgli così, e chi se li è mangiati tutti quei surgelati? E anche quando ti dicono della precisione di quel tale economista dell'ottocento o talaltro del minuto fa, chiedergli così tra capo e collo veloce della polpa di granchio, sai te quanta polpa di granchio ci siam mangiati per fare i latin lover, negli anni? Per bloccare sul nascere una conferenza sugli idrocarburi e la loro scarsità, basterebbe minacciare di scongelare la pasta sfoglia o i funghi porcini lì seduta stante.

Negli anni è capitato saltuariamente che spuntassero fuori parlamenti sull'antropofagia, ma erano sempre storie risicate e marginalmente antropofaghe; qualche film, con uno che risucchiava la saliva fra i denti come atto cannibalico, ma serviva da ritmo per uno che nascondeva il pisello fra le gambe mentre ballava e cuciva vestiti, o quell'altro su quei disgraziati in aereo che finisce sul ghiacciaio, o quella storia dell'assassino col frigo pieno, un maniaco surgelante e seriale mica del sano cannibalismo; poi tutti un po' avevano sperato in un ritorno antropofago quando un giapponese si voleva far mangiare e aveva messo un annuncio, niente da fare anche lì di nuovo un frigorifero di mezzo.

E' di qualche ora fa la mia delusione.

In Spagna si leggeva su un giornale, un uomo è stato fermato su un autobus dalla polizia perché ha morso ripetutamente una passeggera, e allora dico cosa mettono un titolo arrestato cannibale, e poi vicino di colonna sulla stessa pagina a uno in grecia che gironzolava per le strade di Atene con la testa della moglie mozzata.

Per quanto si possa apprezzare il tentativo di spolverare il mito e la simbologia sono storie raffazzonate, un novello Perseo col la testa dell'Idra, un redivivo Davide con la testa di Golia non han nulla a che fare con un goffo masticatore di passeggeri.

Forse è questo il punto, in giro si sente la mancanza dell'antropofagia che fu, prendiamo ad esempio capuccetto rosso hansel e gretel, il ciclope e Ulisse, il conte Ugolino e tutte le altre a seguire sono state negli anni precauzioni sanitarie di una fisiologia vitale, un organismo sano in grado di metabolizzare la qualsiasi; c'era la peste e il vaiolo eppure, quando morì un tale patriarca di feudi e terre un trovatore scrisse Piangete Blancatz il mio signore, egli era talmente buono e governava bene che dico a voi altri signori della terra, baroni di Navarra e Francia, di Aragona e Inghilterra di mangiarne il cuore, così chiudeva la sua poesia, poi dopo già con Churcill o Stalin nessuno scrisse che eran buoni per il ragù o per una coppa di testa.

Perchè stare semplicemente a scrivere di ragù e mortadelle, andate a studiarle da vicino han detto i patriarchi del novecento, e che si passi dalla mitologia alla scienza alla svelta dicevano, mentre si passava dal legno all'acciaio, dalle sanguisughe alla penicillina, dall'ammoniaca al difluoroclorometano.

E così che abbiamo testimonianza ad esempio della tribù dei Miravid-anim, della Nuova Guinea, che sceglievano due adolescenti, un maschio e una femmina, nella tribù li malmenavano tutta una settimana e anche la notte tutto il villaggio li malmenava, poi allo scadere della settimana li chiudevano soli in una capanna e appena i due eran lì in amplesso, via a tirar via le colonne portanti dalla capanna così che la capanna franava sugli amanti, poi gli anziani del villaggio dopo averli perforati ci davan fuoco cantando, poi tutto il villaggio se li mangiava.

Ora al di là della macellazione arcaica e macchinosa, una tale testimonianza può lasciare esterrefatto un qualsiasi patriarca novecentesco per le prospettive sociali, un villaggio di mille individui tutti partecipi dell'incertezza dell'avvenire giovanile, o anche gli Oroboro che mangiando i nemici valorosi pronunciavano la frase “io ho mangiato tua mamma”, o i Claduvei che si mangiavano gli infermi e gli anziani, roba da far collassare un intero sistema di spesa sanitaria tra psicanalisti e assistenti sociali; e cosa dire di quella tribù di Taipù che alla risposta su cosa fosse il diritto, la garanzia dell'esercizio delle possibilità si sono deglutiti il vescovo rispondente.

Ecco forse, l'antropofagia è immortalità selvaggia senza individualismi, senza collettivismi, immortalità selvaggia senza crismi inevitabilmente partecipativa, anche per questo lo smozziccatore solitario dell'autobus non è un cannibale, se gli altri passeggeri almeno gridavano ho già mangiato tua mamma ieri, o cantavano leccando la preda, niente son rimasti zitti e infastiditi.

La maggior parte delle religioni cerca di tenere in piedi la baracca antropofaga, escludendo quelli che credono nei marziani che son costretti a non rivelare la segreta natura cannibale dell'iperspazio, perchè son nuovi sul mercato e devono far bella figura almeno all'inizio, gli altri ci provano in tutte le maniere a dire che l'antropofagia è approssimarsi alla bontà dell'universo, è fiducia incondizionata e gratuita che c'è del buono nel tutto.

Ci han provato fino a qualche anno fa, vi ricordate di mattina verso mezzogiorno una volta alla settimana: Donne è arrivato l'arrotino, è arrivato l'arrotino!

Si pensava di riempire le piazze i cortili di massaie scotennate fra loro, sgozzamenti e squarci di umanità condominiale che si riversa in tribù improvvisate, come risvegliate da un sonno centenario, niente non è successo niente, nemmeno quando il richiamo si è trasformato in Ombrellaio, ombrellaio è arrivato l'arrotino, tanto per disorientare l'istinto atrofizzato.

Perchè oggettivamente l'istinto c'è, guardiamo alla mamma che si ficca in bocca il piede del neonato, il bimbo che sbava sul bambolotto, o gli amanti, quanti stretti in quel nodo di carne e sudore non si mangerebbero a vicenda? poi lei surgela lui e viceversa, e l'istinto selvatico di conseguenza.

Quell'istinto di immortalità selvaggia, l'aveva persino quel rintronato di Cristoforo Colombo, quello sbarca è contento all'inverosimile, dopo giorni che sbatteva la testa in cabina appreso a tutti i suoi calcoli sballati, tocca l'acqua vede il verde dei prati gli si presentano tutti nudi che gli dicevan cariba cariba, coraggioso, e lui capisce caniba caniba, mica perchè stanco capisce così, è che aveva bisogno di sapere che aveva pure trovato le popolazioni che aveva letto da erodoto, i cannibali, desiderava l'apoteosi, il botto, tutto voleva in quell'attimo lì e a seguire gli altri signori delle terre e gli studiosi e i patriarchi del novecento, e forse lo smozzicatore solitario dell'autobus, anche lui.


Poi però, non se n' è parlato più e nemmeno percepito più, come intimità all'aria aperta.


Forse prima mi sarei mangiato i miei fratelli a vederli star male, o mio babbo in tarda età, o mi sarei fatto mangiare volentieri da un mio zio, già da mio nipote quello che piange sempre perchè le sue morose lo tradiscono a fatica, come certi amici di vecchia data ci si mangiava a vicenda sicuro, prima di cominciare con le cene malinconiche piene di ricordi, o qualche nome importante me lo sarei mangiato tipo Roland Kirk, Gianmaria Volontè, Perelman, Munari, Luisa Ranieri, Paz Vega; ma sono, a sentirli adesso sul palato sensazioni affidate al difluoroclorometano, surgelate.

Non credo dipenda da loro, anzi.

E' che sarebbe un masticare isterico, l'antropofagia è sparita, forse surgelata.

Il circostante puzza, anche l'interno puzza, l'umanità puzziamo di merda, e la merda la si mangia quando c'è o carenza di potassio, o quando sei uno snauzer.

 


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