La Lavagna Del Sabato 15 Novembre 2008


UN PUBBLICO MINISTERO


Slawomir Mrozek





– Conoscevo uno – disse la signora Volpe – che tutti i giorni firmava la sua condanna a morte.

– Significa che accettava il verdetto del giudice? – si meravigliò il signor Gallo.

– E perché poi ogni giorno – gli feci eco. – Una sola condanna a morte è più che sufficiente.

– Avresti ragione – rispose la signora Volpe – se quella prima sentenza venisse eseguita. Oppure la seconda, o una delle successive. Ma non era il giudice a condannarlo, ma lui stesso. È lui che intentava un processo di fron­te a se stesso, lui che accusava, lui che riconosceva le sue colpe e lui che si condannava.

– Non amava se stesso?

– No, ma amava scrivere. Perciò metteva tutto nero su bianco. Appena aveva finito con un fascicolo, subito ne cominciava un altro, comminava sempre la pena capitale, ma per 1e esecuzioni non aveva tempo.

– Quindi ripeteva sempre le stesse cose?

– Possiamo dire così, se non fosse per la varietà delle accuse. Si ascriveva le più varie colpe e nei procedimenti giudiziari era straordinariamente scru­poloso. Si sforzava di approfondire ogni accusa fino in fondo e chiarire ogni minimo dettaglio.

– Era un perfezionista?

– Di più, un esteta. Scriveva solo sulle veline, con un pennellino giappo­nese. Dipingeva le iniziali e i numeri dei paragrafi. Naturalmente non sopportava nemmeno una sola macchiolina d'inchiostro o di altra natura... allo­ra ricominciava il processo dall'inizio. Cominciava il successivo solo quando era completamente soddisfatto del precedente sotto ogni punto di vista.

– Se fosse stato completamente soddisfatto del precedente, non si sarebbe potuto dedicare al successivo – osservò il signor Gallo.

– Altrimenti lo avrebbe buttato via il precedente — osservai.

– Ma che dici! Conservava tutto nell'armadio. Negli anni si era talmente riempito che ha dovuto comprarne uno nuovo. Era molto affezionato alle sue sentenze. Ma era ancora più affezionato alla sua firma. Con mille sforzi ed esercizi aveva imparato a fare una firma grandiosa. La sua firma era proprio bella, ti dico, secondo me una vera opera d'arte.

– E che fine ha fatto?

– È scivolato sugli escrementi di cane, è caduto ed è morto. Per la strada. – Ho sempre detto – sospirò il signor Gallo – che bisognerebbe pulire le stra­de.



(Tratto dalla rivista Crocevia n° 9/10, Besa editrice. Nardò, 2008. Apparso originalmente su “Puls” n° 29. Traduzione di Lorenzo Pompeo.)



lawomir Mrozek è nato a Borzccin. Nel 1957 la sua celebre raccolta di racconti Slon ottiene il premio della rivista "Przeglad kulturalny", mentre l'anno successivo viene messo in scena il suo primo dramma, Policja, che rappresenta l'inizio della sua produzione dram­maturgica, che negli anni successivi lo renderà celebre in tutto il paese e all'estero. Dal 1963 al 1968 si stabilisce in Italia, a Chiavari. Durante il suo soggiorno all'estero la sua fama si diffonderà rapidamente in tutta Europa; i suoi drammi vengono pubblicati in Francia, Germania e Italia, dove già nel '63 appaiono due volumi con le traduzioni dei drammi In alto mare, Karol, Strip-tease, La polizia, Il martirio di Piotr Ohey. AI 1964 risale quel-lo che viene ritenuto uno dei suoi drammi più riusciti, Tanga, che venne messo in scena a Genova da Luigi Squarzina nel 1967. [autore, trasferitosi in Francia nel '68, fu testimone poco entusiasta del Maggio france­se, rispetto al quale manifesterà il suo scetticismo nella sua opera teatrale Szczeseliwe wydar­zenie ("Un caso fortunato") del 1973. Già l'anno successivo, con Emigrano ("Emigranti") c con Garbus ("Il gobbo"), del 1975, che sono tra le sue cose migliori, Mrozck si allontana dagli stilemi del teatro dell'assurdo realizzando una sintesi tra gli schemi drammaturgici tra­dizionali e quelli sorti dalla loro dissoluzione. Nel '63 è stata pubblicata la raccolta L'elefante, la maggior parte dei suoi racconti non è ancora stata tradotta in italiano.

 


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