La Lavagna Del Sabato 07 Novembre 2009


RECENSIONI E INSERTI LETTERARI


Un’Intervista a Nico Orengo (1997)





Il tema delle recensioni, delle pagine culturali e degli inserti settimanali dedicati ai libri nei quotidiani è stato affrontato recentemente in alcune occasioni, tra cui due convegni organizzati al Salone del Libro di Torino e intitolati Recensione elisir del libro e Quanta cultura nelle pagine culturali? Su questo argomento, di grande e costante attualità, abbiamo intervistato Nico Orengo, nella sua veste di responsabile dell'inserto Tuttolibri de La Stampa.


Gli inserti settimanali dedicati ai libri sono ormai divenuti un'abitudine consolidata di alcuni quotidiani. Il pubblico a cui si riferiscono è cambiato nel tempo?


Ma, credo di sì. Si è modificato come si è modificata la società italiana e come si sono modificati i lettori, da una parte presi dal bombardamento televisivo e dall'altro dal cambiamento della società e della politica (da quello che è avvenuto in questi anni in Italia) e anche dell'editoria. Ci sono stati anni in cui c'era un'editoria più "leggera", un'editoria un po' edonista, anche un po' inutile, e mi sembra che molti di questi libri invece non esistano più, siano caduti, e ci sia invece un'editoria che bada maggiormente a che il testo "duri" in libreria e che sia un testo serio.


La recensione in quale percentuale può aiutare la vendita di un libro?


La miglior recensione che esista è il "tam tam", è il "bocca a bocca" da lettore a lettore. Quella è una cosa straordinaria. Naturalmente parte dalla lettura del libro e forse, certe volte, parte anche dalla recensione. Ci si deve in qualche modo fidare del recensore. E questo lo si può fare proprio confrontando un certo tipo di recensione con la lettura del libro. Se il lettore si fida di un recensore, credo che la recensione possa diventare uno strumento insostituibile.


Quindi lei dice che un lettore individua un recensore, un giornalista affine alla sua sensibilità.


Sì. Io per esempio leggo D'Amico per la letteratura inglese e americana e Bogliolo per quella francese. So che se mi parlano di un libro può essere un libro interessante. Poi se lo compro o non lo compro è un altro discorso. Ma mi fido di quella voce. Come mi fido della voce di Macchia o di Garboli, per citare solo alcuni nomi.


Spesso negli stessi giorni compaiono recensioni dei medesimi libri. Tra le cause può esserci l'influenza degli uffici stampa delle case editrici?


Una volta gli uffici stampa avevano molta influenza perché c'erano meno libri e chi conduceva un ufficio stampa si chiamava Calvino, Sereni, Niccolò Gallo. Oggi ci sono molti libri, chi fa l'ufficio stampa non sempre ha la possibilità di leggere tutti i libri che la propria casa editrice pubblica e quando si verificano le cose che dice lei, cioè quattro giornali hanno quattro recensioni sullo stesso libro... se il libro, per dire, è quello di Calvino è naturale. Se il libro è quello di Biagi... è un giornalista che ormai ha un suo grande pubblico ed è inevitabile che succeda così.


Anche perché si va incontro al pubblico...

Sì, si va incontro al pubblico. Se esce il nuovo libro di Montanelli non mi stupisco (magari non sono contento ma non mi stupisco) di vedere quattro recensioni sul libro di Montanelli. Mi andrebbe bene di vederle lungo la settimana, ma qui entra in ballo l'onore della testata.


Chi arriva prima...


Soprattutto non arrivare dopo.


Ho letto un bellissimo articolo in cui descriveva le difficoltà di un piccolo editore nel contattare proprio "fisicamente" i recensori, per le elevate spese di spedizione dei libri. Cosa dovrebbe fare secondo lei un piccolo editore per farsi "notare"?

Intanto un piccolo editore per farsi notare dovrebbe avere una continuità. Non fare tre libri e lasciar passare sei mesi prima di farne altri due, e così via. Dovrebbe avere una produzione costante e fare dei libri molto interessanti. Allora sono sicuro che quel piccolo editore verrebbe notato perché siamo noi stessi che ne andiamo alla ricerca: lo facciamo, lo dobbiamo fare! Se invece di parlare di Bevilacqua ogni anno possiamo parlare di un autore nuovo, di una casa editrice nuova siamo molto contenti.

PS: Lo scrittore ed editore Nico Orengo è scomparso nel maggio del 2009. Sua è questa riflessione: “Alla vita di uno scrittore è indispensabile una comunità in cui riconoscersi. Non ho molte pretese: basterebbe una comunità di idee, non di persone. Basterebbero poche regole elementari: attenzione, rispetto, riconoscimento del lavoro degli altri seppure diverso dal mio. Invece queste regole non ci sono perché il lavoro letterario è stato annacquato con troppi oggetti simili ma diversi”.






Nico Orengo


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