NESSUNO VIVE SENZA MUSICA

 

Julia Sant’Anna

 

 

 

 

 

“ Non mi piace cantare cose tristi sul mio paese”, dice Farhad Darya, uno dei musicisti più famosi dell’Afganistan. In un’intervista concessa per telefono, l’interprete e cantautore della prima canzone trasmessa in radio a Kabul dopo cinque anni di oppressione talebana, scherza dicendo di aver seguito il corso universitario più lungo del mondo. Darya ha frequentato il suo corso di letteratura all’Università di Kabul interrotto più di cinqiue volte dall’esercito durante il regime comunista, che lo ha convocato ripetutamente. Il musicista - che attualmente vive negli USA e che ha già abitato prima in Cecoslovacchia, in Germania, in Francia- dice che ritornerà al suo paese non appena avrà la garanzia di  poter vivere liberamente in Afganistan.

 

 

 

Come ha saputo che la sua musica è stata la prima ad essere trasmessa in radio in Afganistan?

Tutte le mattine guardo la mia posta elettronica e vedo quali sono le ultime notizie sull’Afganistan. Così ho saputo cosa stava succedendo. Puoi immaginare come sono rimasto. La musica simboleggia la libertà nel nostro paese e il mio popolo ha scelto proprio le mie parole, la mia voce per esprimerla. E’ stato un momento fantastico.

 

E’ vero che ciò era già accaduto negli anni ’90, quando i Mujahedin sono entrati a Kabul?

Sì. Credo che abbiano anche trasmesso la stessa canzone. Quando entrarono a Kabul, dopo il regime di Najibullah, successe la stessa cosa. Questo mostra che la musica è qualcosa che va oltre. Non puoi nasconderla in tasca, perché essa si espande. Essa giunge alla casa di un talebano, di un comunista, di un Mujahedin. Una volta ho saputo che due di questi gruppi oppositori che lottano da due decenni nel paese, erano in combattimento eppure  la sera metteveno canzoni dagli altoparlanti dalle loro case: uno per essere udito dall’altro. Stavano lottando tra loro. Ci crederesti?

 

Il popolo afgano è rimasto davvero tutti questi anni senza ascoltare la musica?

Nessuno vive senza la musica. Le persone possono addirittura essere imprigionate, ma se avranno della musica sopravviveranno. Loro non possono essere liberi senza la musica. In Afganistan nessuno poteva comprare delle cassette, ma gli Afgani si scambiavano i nastri tra di loro. Le mie canzoni risuonano dentro molte case, comprese le case dei talebani.

 

Ai talebani piace la tua musica?

Ma è chiaro! Ci sono molte prove di ciò. Sentono le  canzoni di nascosto. Nemmeno un talebano può vivere senza musica. Una volta, un amico mio, che si trovava in Afganistan, nel periodo del dominio Afgano, mi ha raccontato di aver conosciuto una donna, una mia grande  ammiratrice. Lei gli ha raccontato che una volta mentre stava sentendo una mia canzone dentro una macchina, un talibano si è avvicinò e molto irritato le domandò: “ Cos’è questo? ”lei rispose:“Farhad Darya.”  Lui ha abbassò la voce e disse: “Va bene, va bene, lui non è un infedele, lui crede in Dio, è una buona persona. Ma porta via di qua questa roba”.

 

Lei si immagina a fare uno spettacolo a Kabul in breve tempo?

L’Afganistan è il mio sogno, e non posso vivere senza i miei sogni. In verità, quando il governo mi darà la possibilità di sopravvivere come un musicista libero, ci tornerò . Non sono un turista. Non voglio andare in Afganistan per trascorrere le vacanze.

 

Com’è per un Afgano vivere negli USA dopo l’undici settembre?

All’inizio evitavamo di uscire di casa, perché c’era molta tensione. La situazione era molto delicata. Poi gli Americani hanno capito che il popolo afgano era innocente e hanno cominciato a tenerne di conto nella vita quotidiana. In questi vent’anni di guerra in Afganistan, ho sempre cantato per persone fuori dal paese, per presentare la  mia musica e, attraverso essa, la cultra del mio paese. Ora sto tentando di recuperare la vera immagine del mio popolo. Quando uno straniero pensa ad un afgano, vede un uomo con due Kalashnikov sulle spalle. Noi non siamo responsabili per questo.