Speciale: IMMAGINI E VERSI

Naked Girl with Egg

‘Ragazza nuda con uova’ è una delle molte liriche di Vicki Feaver, poeta quasi inedita in Italia sebbene molto stimata nella sua nativa Inghilterra1, che sono ispirate da opere d’arte figurativa. Come in Standing Female Nude nota poesia della più conosciuta Carol Ann Duffy, con la quale questa poesia offre un confronto interessante, siamo nello studio del pittore, e dopo una descrizione del retroscena veniamo introdotti nel flusso dei pensieri della modella. Qui, a differenza della poesia della Duffy, la modella è ‘naked’ e non ‘nude’: una differenza difficile da rendere in italiano, perché ‘nude’ rientra nel lessico dell’opera d’arte, mentre ‘naked’ è il mero fatto del corpo spogliato, senza i sotterfugi della convenzione. Come in Standing Female Nude, nella poesia della Feaver il pennello è esplicitamente fallico, ma qui c’è da notare la maggiore materialità delle immagini e il richiamo, tipico di questa poeta, ai sensi ‘primitivi’ del gusto del tatto, e con una potente carica erotica altrettanto caratteristica. Il simbolo chiave è dato, evidentemente, dalle uova che il pittore per un qualche proposito suo ha introdotto nel quadro e che ispirano le riflessioni della modella. Vogliono rappresentare il principio femminile, in contrasto con il pennello del pittore? Sono, forse, un simbolo della vita, confrontati come sono con il teschio, canonico memento mori? Ma le associazioni nella mente della modella non sembrano così positive: al contrario della memoria calda e familiare delle uova alla cocque imboccate ai bimbi dalle mamme inglesi, queste le fanno ricordare le uova da lei distrutte accidentalmente, quindi di nuovo la negazione della vita, una negatività apertamente dichiarata nell’ultima immagine, dove il corpo femminile viene dato letteralmente in pasto a un ‘qualcosa ancora in libertà nel mondo’, una minaccia che, proprio perché innominata, assume una potenza misteriosa e conturbante.

Brenda Porster


RAGAZZA NUDA CON UOVA
da Lucian Freud

Vicki Feaver

 

Mentre lei si toglie il cappotto, la gonna,
il golf di cashmere, la collana di perle,
e si sdraia pronta sul letto, la mano sinistra
che regge il seno sinistro, il corpo contorto
a forma di ‘S’, lui frigge due uova

e le porta su un piattino bianco.
Poi si mette all’opera – il pennello
che scivola sulla carne lucente,
lo scuro pelo ruvido fra le gambe,
come una lingua che cerca il sale.

Lei fissa la mente sulle uova,
come se, concentrandosi abbastanza,
avrebbe scoperto un significato ovvio
come in uno di quei quadri
dove un teschio, in fondo a sinistra, equivale alla morte.

Cosa c’è di più familiare e confortante
che inzuppare pezzetti di pane tostato
nei morbidi tuorli gialli? Eppure lei pensa
a un giorno in brughiera quando pestò
un nido di chiurlo, e di se stessa

in posa sul copriletto nero
per soddisfare qualcosa – ancora in libertà
nel mondo – che ama più di ogni altra cosa
nutrirsi di una ragazza nuda
con due uova fritte.

(traduzione Brenda Porster)

 

NAKED GIRL WITH EGG
after Lucian Freud

Vicki Feaver

 

While she discards coat, skirt,
cashmere sweater, a string of pearls,
and lies ready on the bed, left hand propping her left breast, body twisted
in an S, he fries two eggs

and brings them in on a white dish.
Then he sets to work – his brush
slithering over lustrous flesh,
the coarse dark hair between her legs,
like a tongue seeking salt.

She keeps her mind fixed on the eggs,
as if by concentrating hard enough
she’ll discover a meaning as obvious
as in one of those paintings
where a skull, bottom left, equals death.

what could be homelier, or more comforting,
than to dip toast soldiers
into soft yellow yolks? Yet she thinks
of a day on the moors when she trod
on a curlew’s nest, and of herself

sposed on the black coverlet
to satisfy something – still loose
in the world – that likes nothing better
than to be fed on a naked girl
with two fried eggs.


NUDO DI DONNA IN PIEDI

Carol Ann Duffy

Sei ore in questo modo per pochi franchi.
Pancia capezzolo culo alla luce della finestra
lui mi prosciuga il colore. Un po' più a destra,
Madame. E cerca di stare ferma.
Avrò una rappresentazione analitica e sarò appesa
nei grandi musei. Già sento il tubare della borghesia
quando vedono l'immagine della puttana. La chiamano Arte.

Forse. Lui si preoccupa del volume, dello spazio.
Io del prossimo pasto. Stai dimagrendo,
Madame, questo non va bene. I miei seni un po'
cadenti, nello studio fa freddo. Nelle foglie di tè
vedo la Regina d'Inghilterra
che guarda la mia forma. Magnifico, mormora,
e poi va avanti. Mi fa ridere. Il suo nome

è Georges. Mi dicono che è un genio.
In certi momenti perde la concentrazione
e diventa rigido per il mio calore.
Mi possiede sulla tela mentre intinge il pennello
a più riprese nel colore. Piccolo uomo
tu non hai i soldi per le arti che vendo io.
Entrambi poveri, ci arrangiamo come meglio possiamo.

Gli chiedo Perché lo fai? Perché
devo. Non c'è scelta. Non parlare.
Il mio sorriso lo confonde. Questi artisti
si prendono troppo sul serio. Di notte mi riempio
di vino e ballo intorno ai caffè. Quando è finito
me lo mostra con orgoglio, accende un sigaretta. Io dico
Dodici franchi e prendi il mio scialle. Non mi somiglia affatto.

(traduzione Brenda Porster)

 

STANDING FEMALE NUDE

Carol Ann Duffy

Six hours like this for a few francs.
Belly nipple arse in the window light,
he drains the colour from me. Further to the right,
Madame. And do try to be still.
I shall be represented analytically and hung
in great museums. The bourgeoisie will coo
at such an image of a river-whore. They call it Art.

Maybe. He is concerned with volume, space.
I with the next meal. You're getting thin,
Madame, this is not good. My breasts hang
slightly low, the studio is cold. In the tea-leaves
I can see the Queen of England
gazing on my shape. Magnificent, she murmurs,
moving on. It makes me laugh. His name

is Georges. They tell me he's a genius.
There are times he does not concentrate
and stiffens for my warmth.
He possesses me on canvas as he dips the brush
repeatedly into the paint. Little man,
you've not the money for the arts I sell.
Both poor, we make our living how we can.

I ask him Why do you do this? Because
I have to. There's no choice. Don't talk.
My smile confuses him. These artists
take themselves too seriously. At night I fill myself
with wine and dance around the bars. When it's finished
he shows me proudly, lights a cigarette. I say
Twelve francs and get my shawl. It does not look like me.

 


1 Ma esce con il prossimo numero della rivista bolognese Le voci della luna una breve scelta delle sue liriche.


Vicki Feaver, nata a Nottingham nel 1943, ora vive in Scozia, nel Lanarkshire. Insegna scrittura creativa all’University College di Chichester. Tra le sue raccolte di maggior successo Close Relatives (Secker & Warburg, 1981) e The Handless Maiden (Jonathan Cape, 1994). Le sue poesie figurano in numerose antologie. Ha anche pubblicato saggi sulla scrittura creativa e monografie di diverse poetesse del novecento.

Lucian Freud è nato a Berlino nel 1922 da Ernst, ultimogenito di Sigmund. Stabilitosi con la famiglia, transfuga dalla Germania hitleriana nel 1933 in Inghilterra, è naturalizzato cittadino britannico dal 1939. L'itinerario dell'artista può essere inteso come diviso tra natura e storia: da un lato la sua istintiva e concettuale adesione al realismo, dall'altra l'interesse costante e vivo per il museo su cui si affaccia diverse volte: gli ultimi nudi audaci e michelangioleschi ce ne danno testimonianza. Nel suo confrontarsi appunto tra museo e realtà, vissuta ed acutamente osservata, Freud raggiunge quella sua statura che ne fa uno dei più grandi artisti del nostro secolo.


        
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