(SENZA TITOLO)

Søren Ulrik Thomsen


Sono così stanco della musica rock;
è un coltello passato sopra il cranio
parallelo all'emicrania che vi scorre sotto -
non contiene niente che non sia anche in me
e poi fuma a letto.
La evito come evito il più vecchio amico mio,
l'Idiota,
che ripete tutto ciò che dico
amplificato, spostato e distorto
che non riesce a starsene seduto, se io mi muovo un poco
e che non sa spostarsi di un passo se io rimango fermo.

Ci sono in me molte cose che non possono essere nella musica rock
e ancora più in te, che non puoi essere in me
e molte, molte di più, che non possono stare in nessuno
a malapena nella musica della poesia:
un occhio piange di gioia
l'altro è vitreo di orrore
per ciò che non è te né me,
ciò che noi non abbiamo da soli né in comune
sebbene ci tenga in piedi e ci risucchi come un mare:
il volume del sospiro, l'oblio e lo sguardo,
la mutezza delle bestie
una villa deserta, – follemente illuminata.
Dico le cose come stanno: non so cosa sia.




Søren Ulrik Thomsen , nato a Kalundborg nel 1956, vive a Copenaghen dal 1972. E' membro dell'Accademia Danese dal 1995. Tra le sue raccolte di poesie si ricordano City Slang (1981), Nuove poesie (1987), L'esitazione del creato (1996), Il peggio e il meglio (2002).
In Italia è pubblicato nell'antologia Vivo (Donzelli 2004, a.c. di Bruno Berni), da cui è tratto questo testo.



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