Il caso Noel Field. Verità e leggende.


Georg H. Hodos



Il processo Rajk in Ungheria è stato il primo "puramente" pubblico nell'Europa Orientale del dopoguerra. Stalin lo utilizzò come esempio educativo per il cui studio vennero inviati a Budapest gli ufficiali meno esperti delle polizie segrete di tutti i paesi europei orientali. A Budapest ebbero anche inizio le traversie di Noel Field, colui che avrebbe reclutato tutti i comunisti esiliati in Occidente per il servizio di spionaggio americano, fungendo da collegamento tra gli infiltrati imperialisti e quelli titoisti. Contatti avuti con Field costarono l'arresto e spesso anche la vita a centinaia di comunisti ungheresi, polacchi, tedesco-orientali e cecoslovacchi. Altre centinaia vennero perseguitate e le loro carriere distrutte, perché da qualche parte nel loro curriculum compariva il nome Field. La farsa legata alla persona dell'americano segnò l'inizio del terrore dei processi pubblici a Budapest, e da lí l'ombra sinistra si allargò poi su Praga, Varsavia e Berlino-Est. Per mezzo di Field, Stalin intendeva liberarsi di coloro che la sua paranoica immaginazione considerava comunisti di fiducia non assoluta, oppure sottometterli al rango di ossequenti vassalli, dopo che la rivolta di Tito aveva reso insicuro il cuscinetto di potere guadagnato con la guerra. Ma questa volta il tempo non giocò a favore dei carnefici. Il 5 Marzo 1953 Stalin morí, nel Giugno dello stesso anno Berija, già capo della NKVD e poi Ministro agli Interni, venne espulso dal Comitato Centrale del PCUS e nel Dicembre condannato e giustiziato da un tribunale speciale - per colmo d'ironia, con l'accusa di essere una spia al servizio degli Inglesi, nonché un "nemico del popolo sovietico". La valanga scatenata da Field a Budapest subí un rallentamento, infine si arrestò e con essa si concluse anche la cruenta serie di processi pubblici del dopoguerra. I tentacoli del caso Field si estesero anche oltrecortina. In Austria, nella Repubblica Federale e in Svizzera molti comunisti vennero espulsi dal partito solo perché durante la guerra avevano avuto a che fare con i coniugi Field o anche con uno solo dei "fieldisti" condannati nell'Europa Orientale. Il partito spagnolo in esilio a Parigi stigmatizzò come traditore il membro del Comitato Centrale Jesús Monzón, che venne arrestato dalla polizia di Franco nel 1949 e morí in carcere. L'ondata arrivò fino agli Stati Uniti, dove John Lautner, il capo dell'apparato di sicurezza dell'organizzazione di New York, venne sottoposto a brutali maltrattamenti e interrogatori, e infine espulso dal partito comunista degli Stati Uniti, perché durante la guerra aveva lavorato per il servizio di controspionaggio americano OSS in Italia e Iugoslavia. Il capo del partito ungherese Rákosi lo aveva denunciato al "partito fratello" americano, affermando che Lautner faceva parte della rete di spie di Field ed era un agente dell'FBI. I "fieldisti" occidentali ebbero la fortuna di trovarsi al di fuori della sfera di influenza di Mosca, perciò ci rimisero solo la tessera del partito, non la libertà o la vita.

Sulla figura-chiave di Noel Field è stato finora pubblicato poco. Il fatto è tanto piú stupefacente se si considera che la sua movimentata parabola umana illustra sintomaticamente l'epoca piú eccitante, buia e gravida di aspettative della storia. Per comprendere il suo ruolo nei processi pubblici è necessario premettere una breve nota biografica. Noel Field nacque a Londra il 23 Gennaio 1904. Suo padre, il dott. Herbert Haviland Field, era un biologo di fama internazionale discendente da un'antica famiglia di quaccheri americani. Sua madre invece era inglese. Noel trascorse l'infanzia e l'adolescenza a Zurigo, dove il padre dirigeva un istituto internazionale di bibliografia scientifica. Allo scoppio della I Guerra Mondiale il dott. Field, sulla schiera della tradizione umanistica quacchera, organizzò un servizio di aiuti alimentari per i profughi e gli indigenti europei. Dopo l'armistizio venne scelto dal presidente Wilson per far parte della commissione incaricata di preparare la conferenza di pace. Aiutare i perseguitati e servire la pace non erano per il giovane Noel Field idee astratte, bensí modelli concreti con i quali si fece grande. Alla morte del padre nel 1921, la famiglia Field rientrò in America. Noel studiò scienze politiche nell'esclusiva università di Harvard. Nel 1925 sposò Herta Vieser, un'amica di Zurigo dai tempi dell'infanzia a cui restò legato per tutta la vita. Nel 1926 trovò un impiego allo State Department, il Ministero degli Esteri, nella sezione dedicata all'Europa Occidentale, con mansioni specialistiche nel campo del diritto internazionale. La sua carriera statale continuò per alcuni anni su binari tranquilli, finché non venne nominato consigliere-capo per questioni economiche in Europa Occidentale. Nel 1936 passò alla sezione disarmo della Comunità delle Nazioni di Ginevra, mentre nel 1940 si recò nella Spagna sconvolta dalla guerra civile, in qualità di membro della commissione della Società delle Nazioni addetta al rimpatrio degli stranieri. Nello stesso anno venne licenziato dalla Società delle Nazioni per "sospetta attività comunista". Cosí ebbe fine anche la sua carriera al servizio del governo americano.
Nel 1941 gli venne affidata la guida dell'ufficio di Marsiglia dell "Unitarian Service Committee" (USC), mentre due anni dopo, con l'occupazione della Repubblica di Vichy da parte della Wehrmacht, assunse la guida della centrale europea dell'USC a Ginevra, nella neutrale Svizzera. Nei limiti delle ristrette possibilità di quest'associazione umanitaria fondata dagli Unitari - uno dei gruppi piú progressisti del protestantesimo americano -, Noel Field condusse una battaglia autenticamente eroica per il salvataggio dei perseguitati.

A questo punto è consigliabile spostare la nostra attenzione dalla traiettoria professionale al comunista Noel Field, considerato che da ora in avanti nella sua vita lavoro e politica resteranno inseparabili. La coscienza sociale del quaccherismo aveva condotto Field direttamente al comunismo. Correva l'epoca della grande crisi del capitalismo, la ricerca di un rimedio alla miseria e alla disoccupazione di massa impegnavano in maniera esclusiva il governo americano, che perciò si teneva fuori dalla polveriera europea. L'Inghileterra e la Francia passo dopo passo capitolavano davanti alla sete di potere di Hitler, mentre i valori occidentali venivano messi in discussione in tutta l'Europa. Allo stesso tempo, all'interno della Società delle Nazioni, l'Unione Sovietica si adoperava invano per stringere un'alleanza di sicurezza collettiva contro l'aggressionismo nazista. L'URSS fu l'unico paese, a parte la Germania e l'Italia fasciste, a intervenire miltarmente in Spagna, e non fu per sua colpa se l'offerta di sostegno alla Polonia e alla Cecoslovacchia rimase inascoltata. Al contrario del capitalismo scosso dalla crisi, l'economia sovietica cresceva vertiginosamente e non conosceva disoccupazione. La sua morale quacchera, il mondo in fase di deragliamento, il trionfo del fascismo e l'impotenza delle democrazie predestinava Noel Field a vedere nel comunismo la soluzione della crisi generale.
La medesima integrità morale che ne aveva fatto un saldo comunista gli impedí però di diventare una provetta spia sovietica. Quando il suo conoscente Hede Massing gli chiese di collaborare con gli agenti sovietici stilando rapporti confidenziali, Field dapprima rifiutò, ma dopo un anno in cui la sua coscienza fu combattuta tra le convinzioni ideologiche e quelle morali di onore e fedeltà, acconsentì infine di malavoglia. Per evitare gli obblighi di cui si era fatto carico, si trasferì da Washington a Ginevra, ma neppure in Svizzera la sua carriera di agente era destinata a continuare sotto una buona stella. Il suo primo collegamento, Ignatz Reiss, venne eliminato dalla NKVD in quanto "trockista", mentre Walter Krivickij e Vladimir Solokin cambiarono bandiera e rifugiarono in America. Quando dopo anni di silenzio si fece vivo qualcuno, questi non rivelò il suo nome e fissò un appuntamento a cui poi non si presentò. La sua breve e ingenerosa carriera di agente era già arrivata al capolinea. Non però quella di comunista. Sotto la copertura della sua attività per l'USC, Field mise in piedi un "soccorso rosso" a sostegno finanziario e politico degli emigranti comunisti nella neutrale Svizzera e nei suoi campi di raccolta. Aiutò inoltre coloro che operavano in clandestinità in Francia a stabilire un contatto con i compagni in Germania e nel resto dell'Europa occupata dai nazisti. Si serví anche della sua vecchia conoscenza Allen Dulles, allora a capo dell'Office of Strategic Services a Berna e piú tardi direttore della CIA, nei casi in cui la missione dell'OSS - sostenere la resistenza contro Hitler - coincideva con quella di Field: una relazione foriera di disgrazie per il destino del comunista americano nel dopoguerra.
Alla fine della guerra l'USC era ormai privo di mezzi. Per lenire il bisogno nell'Europa distrutta, il contributo di un'organizzazione privata di beneficienza era inoltre assolutamente inadeguato. L'USC dovette perciò restringere le sue attività, arrivando a chiudere nel 1947 il suo ufficio centrale in Europa. A Field venne proposto un incarico a Boston, nel quartier generale americano degli Unitari, ma lui rifiutò per restare in Europa. Il suo nome ricorreva già negli interrogatori dei diversi comitati nati per smascherare eventuali spie sovietiche, perciò preferí rimandare il ritorno negli Stati Uniti. Field sperava, con l'aiuto delle persone che aveva salvato, tra le quali molte ricoprivano ora incarichi di dirigenza nei paesi dell'Europa Orientale, di ottenere una carica in qualche università o istituto di ricerca. I comunisti erano riconoscenti e pronti ad aiutarlo, ma anche circospetti nei confronti dell'americano. Le autorità d'occupazione sovietiche, ovvero l'istanza decisiva per la sua richiesta, rifiutarono decisamente ogni aiuto. Noel Field si spostò da Berlino-Est a Praga, poi si recò a Varsavia e da lì fece ritorno a Praga all'inizio di Maggio del 1949. Il 9 dello stesso mese scomparve dall'Hotel Palast.
Sua moglie Herta in quel momento si trovava a Ginevra. In Agosto volò a Praga per scoprire che fine avesse fatto il marito. Dal 25 Agosto risultò anche lei scomparsa. Pochi giorni prima si era incontrata nella capitale cecoslovacca con Hermann Field, il fratello minore di Noel che a sua volta si era messo sulle tracce dello scomparso. Hermann Field aveva stretto contatti con alcune organizzazioni studentesche marxiste già al tempo in cui studiava architettura all'Università Tecnica di Zurigo. Dopo la spartizione della Cecoslovacchia si trasferí in Polonia per conto dell'associazione umanitaria londinese British Trust, di tendenze liberali, per favorire al confine cecoslovacco l'asilo in Inghilterra dei profughi politici. Nell'Agosto del 1949, dopo che le prime ricerche del fratello non avevano dato frutti, volò da Praga a Varsavia per chiedere aiuto ad alcuni amici, ma neppure questo tentativo ebbe successo. Il 22 Agosto doveva prendere un aereo che lo avrebbe riportato a Praga, ma venne arrestato all'aeroporto dal servizio segreto polacco.
Durante la fase finale della Guerra Civile spagnola Noel Field, nella sua funzione di addetto della Società delle Nazioni a vigilare sul rimpatrio degli stranieri respinti dalle truppe di Franco, aveva conosciuto una famiglia tedesca. Il capofamiglia Dr. Glaser lavorava come medico in una Brigata Internazionale. Durante il ritiro della Brigata sua figlia diciassettenne Erika si ammalò, per cui dovette essere separata dai genitori e trasferita di lazzaretto in lazzaretto. In un campo di raccolta al confine franco-spagnolo i Field reincontrarono la giovane e decisero di portarla con sé in Svizzera. La trattarono come una figlia. Già all'università Erika Glaser entrò nel movimento comunista, partecipando alle attività dei gruppi di emigranti tedeschi. A guerra finita ritornò nella zona americana della Germania occupata, dove dapprima ricoprí una carica nell'OSS. Dopo essersi iscritta alla KPD entrò al servizio di un parlamentare dell'Assia come segretaria e cominciò a collaborare a un foglio di partito. Poco dopo conobbe Robert Wallach, un capitano dell'esercito americano. I due si innamorarono, ma la relazione era invisa al partito, cosicché alla fine del 1947 la giovane decise di restituire la tessera e sposare Wallach. Pur avendo sposato un cittadino americano, dato il suo passato comunista non le era consentito l'ingresso negli Stati Uniti, cosí la coppia si trasferí a Parigi. Quando apprese della scomparsa dei tre Field, Erika decise nella tarda estate del 1950 di recarsi a Berlino-Est per raccogliere informazioni presso gli antichi compagni. Il 26 Agosto Erika Warlach venne arrestata per strada e cosí si perdono per il momento anche le sue tracce.

Ma torniamo a Noel Field. Come abbiamo detto, nel primo dopoguerra si guardò bene dal fare ritorno negli Stati Uniti. L'FBI aveva già raccolto un grosso fascicolo sulla sua presunta collaborazione col servizio segreto sovietico, e Field aveva ragione di temere l'arresto come spia. Per una tragica ironia del destino venne invece arrestato nel maggio del 1949 dai comunisti come "spia americana". Era stato prescelto per mettere in movimento la valanga dei processi pubblici nell'Europa centro-orientale.
Agli occhi degli organi sovietici Field era da tempo sospetto per i suoi contatti con Allen Dulles. Allorché Stalin decise di fare ricorso ai processi pubblici per trasformare la zona di influenza sovietica in un impero di docili stati satelliti, il comunista americano rappresentava lo strumento ideale allo scopo. Noel Field si adattava perfettamente al ruolo di superspione imperialista, il quale, come contropartita per il suo aiuto durante la guerra, avrebbe reclutato nella sua rete di agenti gli emigranti occidentali polacchi, ungheresi, cecoslovacchi e tedeschi, che ora ricoprivano alte cariche nel partito e nell'apparato statale. Probabilmente era davvero una spia, ma anche se non lo fosse, sarebbe potuto diventarlo secondo il modello consolidato. In quanto presunto agente era per le autorità sovietiche di valore inestimabile, dato che i suoi collegamenti si estendevano per tutta l'Europa Centrale. Nella fantasia malata degli strateghi stalinisti fungeva da trappola ideale per tutte le vittime comuniste dei processi pubblici.

O forse Noel Field non era solo il prodotto della fantasia malata dei carnefici di Mosca? Nel suo libro "Carica esplosiva. L'operazione "Splinter Factor" il giornalista inglese Stewart Steven espone la teoria secondo cui i processi pubblici nell'Europa Orientale del dopoguerra sarebbero stati una mirata provocazione della CIA incentrata su Noel Field. Secondo Steven, a un tratto Allan Dulles avrebbe aperto gli occhi, rendendosi improvvisamente conto di essere sempre stato manovrato da Field, che in qualità di direttore europeo dell'USC non era solo un avversario di Hitler, ma anche un astuto agente segreto comunista che aveva abusato della sua fiducia, compromettendolo con le autorità di Washington e rendendo l'OSS complice dei comunisti. Dulles non poteva dimenticare un simile affronto e giurò vendetta. L'occasione si presentò nel 1949, allorché Dulles, ormai direttore della CIA, diede via libera al piano che andò sotto il nome di copertura Splinter Factor, il quale avrebbe dovuto scavare un solco tra Mosca e gli stati satelliti, nonché tra i funzionari "liberali" e quelli "ortodossi" in seno ai partiti comunisti mitteleuropei, per minare cosí il monolitico blocco sovietico. A questo scopo Dulles si sarebbe servito del doppio agente Jósef Swiatlo, un ufficiale del servizio segreto polacco che avrebbe dovuto convincere Stalin e Berija del fatto che Field fosse una superspia del servizio segreto americano, con il compio di infiltrare i suoi uomini di fiducia in ruoli-chiave dei partiti est-europei. Secondo Steven fu proprio quest'astuta disinformazione a fornire a Stalin il diretto pretesto per la serie di processi pubblici nelle province satelliti. Secondo questa teoria Swiatlo sarebbe stato il delatore guidato da Dulles e Field l'agente destinato ad andare a fondo. Tramite Splinter Factor Dulles intendeva vendicarsi di Field e distruggere insieme al traditore anche l'impero sovietico. Che Field sia stato un inconsapevole strumento della CIA appartiene però al regno della fantasia di Steven, cosí come il presunto gioco di squadra tra Dulles e Swiatlo, decisivo per lo scatenamento dei processi pubblici.
La verità è piú prosaica. Swiatlo è stato invero un agente, ma non di Dulles quanto di Berija. Il 5 Dicembre 1953 Swiatlo scappò a Berlino-Ovest. La sua fuga è semplice da spiegarsi. Swiatlo sapeva dell'arresto di Abakumov, il capo dell'MVD, nonché di Lichacov e Makarov, i consiglieri sovietici durante i processi ungheresi, polacchi e cecoslovacchi, e del loro superiore, il generale maggiore Bjelkin. Il colpo finale lo diede forse l'arresto di Rjumin, il successore di Abakumov, e soprattutto quello di Berija nel Giugno del 1953. Quel che Swiatlo allora non poteva sapere riusciva certamente a immaginarlo. Nel 1954 vennero tutti condannati a morte e fucilati. Swiatlo era una tormentata pedina dell'apparato di spionaggio che cambiò tempestivamente fronte. Effettivamente venne strumentalizzato dalla CIA, ma non prima dello scatenarsi dei processi pubblici, bensí piú tardi, allorché in Polonia e Ungheria era già stata avviata la loro revisione. Dopo alcuni mesi di custodia in America, Swiatlo cominciò a raccontare ogni notte alla radio della CIA "Europa libera" dettagli scabrosi sul terrore della Bezpieka in Polonia. In quanto elemento tra i piú esposti - egli stesso aveva eseguito l'arresto di Hermann Field e di Gomulka ed era stato un inquirente particolarmente brutale del "gruppo di Field" -, disponeva di informazioni di prima mano. La sua serie di trasmissioni fu una "carica esplosiva" ritardata, ma che ottenne comunque notevoli risultati. Pur non accusando direttamente Stalin e Berija, inculcò una pulce nell'orecchio di migliaia di ascoltatori clandestini, accelerando in tal modo il processo di indebolimento delle strutture staliniste in Polonia e indirettamente anche in Ungheria. Le trasmissioni di Swiatlo, che ottenevano grande risonanza anche grazie ai volantini lanciati sulla Polonia da mongolfiere, furono all'atto pratico le uniche azioni condotte dalla CIA nei paesi satelliti dell'URSS. Ai servizi segreti inglesi e americani non riuscí infatti di infiltrare agenti nei piani dirigenti dei diversi partiti comunisti. Frank Wismer, vicedirettore della sezione di coordinamento politico, reclutò e addestrò invero un piccolo esercito di esiliati anticomunisti nella Repubblica Federale e in Austria, allo scopo di infiltrare i vicini paesi satelliti, però esso non entrò mai in azione. False notizie trasmesse dall'"Europa libera" o dalla "Voce dell'America" fecero un buco nell'acqua. Lettere falsificate dall'Europa occidentale, come per esempio quella di congratulazioni per la nomina di Rajk a Ministro degli Esteri, oppure la famigerata lettera al "grande spazzino", leggi Slánský, vennero utilizzate dai servizi segreti dei rispettivi paesi come regali inattesi da parte della CIA per l'imminente arresto dei loro destinatari. La corresponsabilità - o partecipazione - dei servizi segreti occidentali nella preparazione dei processi pubblici è solo una leggenda.


(Traduzione di Antonello Piana)





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