DRUMMOND JULIETA OCTAVIO

- Un'intervista con Octavio Mello Alvarenga -


Elisabeth Orsini



 

Per Carlos Drummond de Andrade la passione era qualcosa di misurato. Come lui mostra nella poesia “La passione misurata”, pubblicata, nel 1980, nel libro omonimo. Per l'avvocato e scrittore Octavio Mello Alvarenga, ultimo compagno di Maria Julieta, figlia del poeta, la passione è invece qualcosa di dirompente. Può persino uccidere. E intense ed intricate passioni sono la materia prima del “Rosario del Minas”, libro di memorie appena uscito del mineiro 1Octavio Mello Alvarenga. E è dell'intensa passione tra padre e figlia che Octavio scrive nel suo libro e di cui parla nell'intervista alla rivista Ela. Si tratta di un nuovo aspetto della vita privata del riservato Drummond che può aiutarci meglio ad analizzare a fondo e a comprendere l'opera di quello che è uno dei grandi poeti del Brasile. Secondo Octavio, il cancro di Maria Julieta è stato causato da Drummond. E il poeta si sarebbe suicidato. Morì dodici giorni dopo Julieta quando smise di prendere le medicine nel giorno del funerale della figlia. Octavio ne parla con disarmante sincerità, e nel suo libro, lascia trasparire la sua rabbia nei confronti del poeta. La confessa diverse volte durante l'intervista. Rifiutato da cinque case editrici – timorose di pubblicare un testo dal contenuto così delicato – Octavio ha pubblicato il libro a proprie spese, ben consapevole che verrà criticato pesantemente.

Non so se è giusto. Ma è quello che sento, per questo ho deciso di metterlo in piazza. Diranno che sono proprio una canaglia, che provo invidia del talento di Carlos, ma correrò questo rischio.

Che cosa hanno pensato i tuoi amici di questo libro?

 Octavio: Molti erano contrari alla pubblicazione, credevano che avrei provocato uno scandalo letterario. Ma ho pensato: ogni autore che si rispetti cerca lo scandalo.

Dove ha conosciuto Drummond?

 Octavio: L'ho conosciuto a Rio, al Ministero della Pubblica Istruzione, dove lui lavorava. Là ho conosciuto anche Lígia (l'amante di Drummond), che, per l'appunto, fino a quando serviva come un marketing per vendere il libro era tenuta in molta considerazione da lui. Ricorda quella mostra al CCBB 2 in cui hanno riservato ben metà della parete per lei? Allora Drummond appariva come un poeta dall'aspetto virile e adultero. La gente ne andò pazza e comprò molti libri. Lígia morì il 19 gennaio scorso, uscì un breve trafiletto e poi più nessuno parlò di lei. Sa perché? Perché non vende. Oggi ciò che vende è papà Drummond tanto carino verso la figlia Maria Julieta.

Lei non ha paura di criticare Drummond?

 Octavio: No, perché il suo amore per Julieta è sempre stato anormale.

Ma in che modo si manifestava questa anormalità?

 Octavio: Siamo d'accordo, era una relazione affettiva, solo che lui le telefonava dieci volte al giorno e lei faceva lo stesso.

Lei e Drummond avevate delle conversazioni intime?

 Octavio: Parlavamo di amore, di donne, di scopate, dei rapporti gay. Lui non era un pervertito, niente di tutto questo, lui era quello che oggi è considerato normale. I suoi primi cinque versi erotici li ho visti dattilografati non appena sfornati. Nella sua ultima intervista lui chiese che quei versi non fossero pubblicati. Ma lo furono. Ritengo che lui non poteva non volerlo. Chi scrive, scrive per essere pubblicato. Tutto ciò che io scrivo è per essere pubblicato.

Come si innamorò di Julieta?

 Octavio: Ad una festa. Due mesi dopo lei mi telefonò. Io la trattavo con grande rispetto. In fondo lei era la figlia del poeta e figlia di un amico. Un giorno, venne anche nel mio ufficio, mi intervistò e pubblicò un articolo in cui mi faceva un sacco di complimenti. Diceva che avevo un physique du rôle presidenziale. Ma tutto entro i suoi dovuti limiti. Qualche tempo dopo mi invitò a pranzo. Accettai dicendo che avrei portato Sônia, la donna con cui ero sposato allora. E lei rispose: “No, non disturbare tua moglie. Sarà un pranzo tranquillo.”

E allora?

 Octavio: Allora io ho pensato: ci sta provando…Dopo tre bottiglie di vino siamo caduti l'uno nelle braccia dell'altro, come due incoscienti. E' stato al ristorante del Museo di Arte Moderna, nel 1982. E a poco a poco mi sono innamorato di lei

Quando Julieta decise di vivere con lei fu una scelta sofferta da parte sua?

 Octavio: Certo che si. Stava tradendo suo padre. Una parte di lei ne era consapevole, l'altra non lo voleva capire.

E lei parlava mai di questa divisione?

 Octavio: No, proprio per questo il cancro la divorò più in fretta del previsto.

Lei arrivò al punto di parlarne?

Octavio: Alla fine si, perché sono esploso. Quando Nava 3 morì, chiesi perché Drummond non faceva la stessa cosa. Lei andò su tutte le furie. Chiaro che doveva prenderla così. Ma lei cercò persino di togliere il nome del padre dalla sua opera. Nel suo ultimo libro Julieta non firma Drummond de Andrade e neppure nelle sue ultime collaborazioni per O Globo l'ha fatto. Firmava solamente Maria Julieta.

Ma lei ha mai provato rabbia verso Drummond? Gliene ha parlato?

Octavio: Certo che si, ma non sono mai arrivato al punto di parlare di questo con lui.

Lei ha scritto che Julieta ha avuto una storia con il poeta Rubem Braga. Come ha reagito Drummond?

Octavio: Lei mi ha raccontato che il padre aveva letto di nascosto le sue lettere. Fece scomparire i libri e lettere che Rubem le aveva mandato. E inoltre lui non rivolse più la parola a Rubem. Credo che quella fu l'esperienza più dolorosa che Julieta ebbe con suo padre.

E lei, si è lamentata di questo?

Octavio: No, lei disse che era una cosa tipica dei mineiros. Ma non è così. Non è una cosa caratteristica del Minas, ma di certi manicomi che ci sono là ed in qualsiasi altra parte del mondo.

In che modo lei e Drummond litigarono?

Octavio: Non c'è stata una lite. Lui ha semplicemente smesso di parlarmi, di conversare, e mi ha pure tolto il saluto. Anche se sapeva che io avevo divorziato da Sônia Litvak, che era mia moglie all'epoca. Anche se sapeva che io mi ero trasferito in un appartamento nella stessa strada di Julieta, vicino a Piazza Generale Osório. Una volta mi trovavo in strada a chiacchierare con Affonso Romano 4 e vedemmo il poeta che veniva da casa di Lígia . Panico. O lui avrebbe salutato uno di noi, che sarebbe stato Affonso, ovviamente, o nessuno dei due. Fece finta di non vederci. Il fatto curioso è che stavamo proprio parlando di lui. Affonso mi chiedeva: “E come va con la figlia del poeta?” Ma crede che potrebbe andare bene in questo modo? Non poteva, chiaro.

Voi tornaste a parlare dopo la morte di Julieta. Come è andata?

Octavio: Era una cosa falsa. Già vicino alla morte di Julieta, andavamo a casa sua, cenavamo là, io ricevevo in regalo un libro autografato da lui, ma da entrambe le parti c'era il sospetto che l'uno e l'altro stavano recitando per amore di Julieta.

Lei come interpreta il fatto che Drummond sia morto dodici giorni dopo la figlia?

Octavio: Drummond non è morto, lui si è ucciso. Io sono stato il responsabile della gestione della prima e della seconda morte. Ho scelto la bara, ho trattato il prezzo, ho chiesto che non vi fossero croci e cerimonie religiose quando Juleita è morta. Quando è morto Drummond ho fatto la stessa cosa. Io, Luís Maurício e Pedro Augusto (i figli di Julieta), che è un mio amico a tutt'oggi ed è venuto al mio matrimonio con Sylvia Wachsner, la donna che ha rimesso insieme i miei cocci.

Cos'ha provato quando hanno seppellito Drummond?

 Octavio: Non ho provato risentimento, non ho provato niente.

 

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Note
1 Originario dello Stato brasiliano del Minas Gerais

2 Centro Cultural Banco do Brasil

3 Il romanziere Pedro Nava.

4 Affonso Romano de Sant'Anna, famoso poeta brasiliano contemporaneo.





(Tradotto da Julio Monteiro Martins insieme ai suoi allievi dell'Università di Pisa Elena Borgogni, Claudia Corti, Sara Del Chicca, Letizia Ioli, Elena Moncini, Rebecca Moretti, Rebecca Narducci, Martina Orsi, Giada Poggianti, Isabella Razzuoli e Lucio Sanciu)






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