ABU ISLAM (JIHAD ISLAMICA)




L'intervista è stata condotta il 19 Agosto 2006 a Nablus da Evamaria Haupt e Alexander Krohn.

Abu Islam: Innanzitutto vorrei scusarmi con voi per non aver detto la verità questo pomeriggio. Quando dicevo di essere sicuro che oggi avreste ottenuto un'intervista dalla Jihad Islamica, sapevo che stasera sarei tornato io.
A noi basta il fatto che veniate dalla Germania per vedere quel che accade qui. Noi non mentiamo su quel che succede in Palestina o a Gaza. Apprezziamo molto il fatto che veniate fin qui dalla Germania e sappiamo quanti problemi avete dagli israeliani. Voi venite per vedere e raccontare la verità.

È vero. Grazie.

Siate i benvenuti a Nablus.

Quel che sappiamo della Jihad Islamica è che i primi gruppi sono sorti originariamente in Siria...

Sí. Dapprima la Jihad Islamica palestinese faceva parte di Fatah, da cui proveniva uno dei membri fondatori. Il suo nome era Abu Jihad. Il Mossad lo ha ammazzato a Tunisi. Abu Jihad - il suo vero nome era Khalil Wazir - cominciò a spiegare alle persone che non solo Hamas, ma anche una parte di Fatah era religiosa. Lui e alcuni altri fondarono con Fatih Shiqaqi la Jihad Islamica, nella stessa epoca in cui Hamas cominciava le sue attività di movimento religioso.

Quando è stato?

Nel 1982.

Il primo evento che attirò l'attenzione del mondo fu il bombardamento dell'ambasciata americana di Beirut, ovvero il centro della CIA in Medio Oriente.

Sí, era il 1983. La Jihad Islamica insieme a Hizbollah.

Si può quindi affermare che la Jihad Islamica fin dall'inizio ha sostenuto la resistenza e la lotta armata?

All'inizio, quando la Jihad Islamica avviò la lotta armata, avevamo un'idea in testa, ovvero che non facciamo accordi con Israele e che non lo riconosciamo. Questa è la nostra terra e questo principio resta valido. Volevamo liberare la Palestina. Questo era l'obiettivo di allora e in questo crediamo ancora oggi.
Voi conoscete gli accordi di Oslo - Hamas allora non li appoggiava ma oggi siede in parlamento. Il parlamento dei palestinesi è però il frutto degli accordi di Oslo. Noi della Jihad Islamica non siamo in parlamento, non partecipiamo alle trattative e non parliamo con gli israeliani, perché crediamo che questo sia il nostro paese. Non ci interessa come gli invasori siano entrati nel nostro paese e che fine faranno. Questo è il nostro verde paese e lo rivogliamo indietro.

Non credi quindi alla soluzione dei due stati o di uno stato?

Crediamo solo a questo: una cosa presa con la forza deve essere ripresa con la forza.

Quando gli inglesi lasciarono la Palestina e cominciò l'occupazione, c'era già una comunità ebraica e viveva perlopiú pacificamente con i palestinesi...

Quelli che vivevano qui erano il 20% della popolazione palestinese. A quel tempo il popolo ebraico lavorava e viveva con i palestinesi. Quelle persone le consideriamo come gente nostra. Non abbiamo problemi con loro. I problemi li abbiamo con quelli che vengono da altri paesi, occupano la terra e ci prendono le case. Sono stati portati qui dai loro genitori, ma questo non è un problema nostro. Devono tornare da dove sono venuti.

Traduttore: Credo di capire quello che intende dire. Se per esempio voi decidete di stabilirvi qui, comprate una casa e decidete di trascorrere il resto della vostra vita in Palestina, nessuno vi caccerà via. Ma se vivete qui e chiamate i vostri parenti e costringete i vostri vicini ad abbandonare la loro casa, non comprate la casa ma costringete i vicini ad andarsene, allora sarebbe un problema. Vi vuole fare una domanda...

Abu Islam: Se vivete a casa vostra e arriva un estraneo che occupa la casa e non vi lascia piú entrare, cosa fareste? Se la prende con la violenza, ovviamente...

In linea generale sono d'accordo. Ai palestinesi è stato sottratto il paese e ciò è ingiusto. Personalmente a me l'idea della proprietà comunque non piace. Non penso che sia una buona idea dividere il pianeta in tante parcelle, erigere frontiere e dire a tutti: questo è mio, quello è tuo e voi restate là. L'unica possibilità è renderlo disponibile a tutti.

Quel che è stato preso con la forza può essere riconquistato solo con la forza. Dapprima abbiamo lasciato trattare tutte le organizzazioni. Hanno provato, ma non ha funzionato. Per questo ci siamo decisi a muoverci e ad opporci. Siamo l'unica organizzazione che non è nell'OLP come Fatah, PFLP, PPP, DFLP e cosí via. Siamo l'unica organizzazione che al momento non crede a Oslo.

Hai menzionato il PPP. Abbiamo intervistato anche loro e sostengono di non credere piú nella resistenza armata. Dicono di essere stati tra i primi ad impugnare le armi, ma oggi non credono piú che ciò sia efficace. Per loro è piú sensato organizzare una manifestazione di 50.000 persone. La strategia dell'occidente in questo momento mira a fare di ogni resistente un terrorista. Questo è un fatto che si può vedere in molti paesi.

Ti riferisci all'Irak, all'Afghanistan, al Libano...

Sí, ma anche ad altri paesi non arabi come il Messico. Il PPP ha preso coscienza di questa strategia. Se uno uccide qualcuno, lo additano nei media come un terrorista. Molte persone non informate pensano poi: oh, questo è male. Per questo hanno deciso...

Hanno deciso di non combattere, di utilizzare strumenti politici...

Esatto. Cosí nessuno può dire che manifestano 50.000 terroristi, anche se da parte israeliana viene affermato il contrario.

Se parliamo del PPP: questa organizzazione ha le sue idee e noi abbiamo le nostre. Il PPP ha rinunciato ai territori del 1948 e crede solo al 1967. Vuole liberare solo una parte, non tutto. Con gli accordi del 1967 hanno preso solo una percentuale del paese. All'inizio. E ora parlano solo del 13%.

Noi sapevamo il 18 o il 22%.

No, il 13%. Se parliamo della posizione occidentale o americana - naturalmente non della popolazione, ma dei governi e dell'esercito -, allora è chiaro che vedono in tutti quelli che combattono l'occupazione un terrorista. Se è cosí, sono orgoglioso di essere il primo terrorista del mondo, mentre difendo il mio paese. Io sono un militante della resistenza e non un terrorista. Se mi vedono come un terrorista, sono orgoglioso di essere un terrorista.

Ma c'è una differenza tra terrorismo e resistenza. Normalmente la resistenza si batte contro attività che danneggiano la propria popolazione.

C'è un principio della Convenzione di Ginevra. Ogni popolo sotto occupazione ha diritto a difendersi. In sintonia con l'ONU e con questo principio io quindi difendo il mio paese. Sono un partigiano e non un terrorista. Credo pure che se il vostro governo o voi stessi non vi piegaste alle disposizioni americane, verreste anche voi definiti terroristi.

Chiaro. Tre domande ancora. Date molte interviste ai media europei?

In passato ho dato un'intervista, ma non in nome della Jihad Islamica. Alcuni minuti prima che arrivaste ho detto ai miei amici, io sono quello, al hamdu lillah al rahman al rahim, che se vuole parlare con i media può farlo. Sono l'unico a Nablus che parlerà con i media. Questo per due motivi: io so cosa dire e come spiegarlo senza violenza. Questa è la prima intervista in nome della Jihad Islamica e non so quando ce ne sarà un'altra.

Quanti anni hai?

Ventinove.

Un altro fatto è che la costituzione di Israele risale a quasi sessanta anni fa. Cosí ci sono due, quasi tre generazioni di persone cresciute in un paese chiamato Israele. Ciò rende difficle l'idea di buttarli fuori tutti.

È difficile buttarli fuori. Okay. Ma come la mettiamo con i palestinesi che vivono qui? O a Damasco o in Giordania o nel campo profughi di Balata? Come la mettiamo con loro? Diciamo che sono tutti esseri umani. Ma noi palestinesi nel linguaggio americano siamo terroristi. Okay, l'America ama gli israeliani. Prendeteveli e fategli posto da voi. Perché vengono qui? Perché devono vivere qui?
La Palestina si trova in mezzo agli altri paesi arabi, Giordania, Egitto, Siria. Si trova in mezzo. L'America sostiene Israele, gli fornisce le armi perché crede che questo paese appartenga agli israeliani, va bene? ma...

Traduttore: mi dispiace interromperti, ma sono di un'altra opinione. Non credo che gli americani sostengano Israele perché gli piaccia il paese, bensí per rubare il petrolio del Vicino Oriente, e cosí via.

Se mi avessi fatto finire ci sarei arrivato. Ora chiamano ebrei da diversi paesi. Va bene, l'America è grande. Almeno 250 milioni di abitanti, no?

Traduttore: 265, forse.

Una cosa del genere. Io penso che non sarebbe sbagliato se ne accogliessero altri 5 milioni, dato che hanno posto lí da loro. Perché devono venire a casa nostra?

Traduttore: O portateci noi!

Guardate la cartina. La Palestina sta nel mezzo. Da qui puoi andare in diversi paesi. Prima dell'occupazione era un punto di passaggio e di collegamento tra i paesi arabi. Perché hanno qui due o tre generazioni? Io sono un profugo. Tutti i miei parenti sono profughi, mentre Israele accoglie costantemente nuovi immigrati. Potrebbero dare la terra ai profughi fuori dalla Palestina, per esempio a quelli che vivono in Siria e nel Libano.

Su questo siamo d'accordo. Ma per quanto sia triste c'è una differenza tra il 1948 e il 2006. O meglio, la situazione sarebbe simile: gli israeliani qui si sono costruiti un'esistenza. Non parlo dei soldati, ma di persone che forse furano insensibili alle sofferenze dei palestinesi, ma sono cresciute qui e qui si sentono a casa. Non si possono semplicemente trasferire.

Traduttore: Sarebbero forestieri in un altro paese, si sentirebbero come se si trovassero fuori. Si sentirebbero come i profughi palestinesi.

Sí, per esempio.

Comunque sia, ora sono qui. I palestinesi hanno sofferto per tutto il tempo, come forestieri nel loro stesso paese. Quindi come profughi. Sicuramente anche gli israeliani sanno cosa significa. Naturalmente ora non soffrono quanto i palestinesi. Ma come mai non provano neppure ad andare via? Io sono palestinese, ma vedo gli israeliani e i palestinesi in quanto esseri umani. Perché i palestinesi dovrebbero soffrire come forestieri nel loro stesso paese, mentre gli israeliani possono fare quello che vogliono? Gli Ancient Jews, che erano qui da prima del 1948, possono restare. Si consideravano essi stessi come palestinesi e vivevano insieme ai palestinesi, pur essendo ebrei. Possono conservare e praticare la loro religione. Ma tutte le altre generazioni che sono venute dopo non appartengono a questo paese. La maggior parte di queste persone è arrivata dai paesi occidentali, da diversi paesi. Possono ritornare da dove sono venuti e vivere lí. Non è un problema mio.
E sia detto per inciso: tutti i media parlano di conflitto tra ebrei e musulmani, tra l'ebraico e l'islamico. Ma un ebreo è un figlio di Dio. Noi non abbiamo problemi con nessuno in quanto ebreo. I problemi esistono con gli ebrei che vengono qui per diventare israeliani. Questo è il nostro problema.

Per chiudere questo argomento: riesci a immaginare - so che non suona realistico in questo momento, è piuttosto un sogno - se sparissero l'egemonia, i muri e i carri armati israeliani, che in questo territorio tra la Giordania e il Mediterraneo possa sorgere un paese in cui vivano insieme tutte le persone che vi sono oggi?

Nel Corano c'è un Aja (verso) che dice: tutti gli israeliani (sic!) verranno da ogni luogo per vivere qui in Palestina. Io credo al Corano.

Traduttore: Anch'io.

Per quanto riguarda il tuo sogno: se anche sparisse tutto il loro potere, come puoi per esempio vivere con qualcuno che ha ucciso tuo fratello o un tuo amico o tua sorella? Inoltre il Corano, che non ha dieci anni ma quasi 1500, dice: dovremo combattere da dietro due muri. Gli israeliani costruiscono ora un muro e poi ne costruiranno un altro. Non sappiamo quando. Il Corano ci dice che dovremo combattere contro di loro da dietro due muri. E per quanto riguarda il mio sogno - forse è un sogno, che noi riconquistiamo il nostro paese. È molto difficile realizzarlo, ma non impossibile.

Posso domandare quanti militanti ha la Jihad Islamica qui a Nablus?

Al Hamdu lillah, quando è cominciata questa intifada, siamo diventati sempre piú grandi, sempre di piú. Parliamo di Nablus. Tutti i giovani che guardano la televisione e osservano la situazione politica, Oslo, Camp David, tutta quella merda, capiscono che è impossibile fare pace con gli israeliani. Il loro numero diventa ogni giorno maggiore, diventano sempre di piú.

Traduttore: Non puoi dire una cifra esatta?

Al Hamdu lillah, la Jihad Islamica ha oggi a Nablus piú di 3000 membri.

Avete molte militanti?

Abbiamo donne. Ragazzi, ragazze, abbiamo bambini. Persone di ogni genere. Naturalmente non diamo armi ai ragazzi e non diciamo loro: andate e combattete! No! Per i bambini è sufficiente venire educati secondo i principi del Corano.

Traduttore: Prima che gli impartiscano i principi della Jihad, gli fanno conoscere l'amore per Dio e per gli uomini. Prima devono credere al Corano.

Non fare il teppista! Ascolta i tuoi genitori! Sii un ragazzo tranquillo!

Traduttore: Sii gentile!

Sii retto! Non mentire! Gli impartiamo prima queste cose! Poi, quando arriva il momento per capire la politica, parliamo anche di quella. Non solo di quella della Jihad Islamica, poiché ognuno ha la possibilità di andare dove vuole. Jihad Islamica o Fatah o Brigate di Al-Aqsa. Ognuno ha la possibilità di scegliere quello che è meglio per lui.

Cosa pensi delle persone non religiose?

Io sono con Dio, che nel Giorno del Giudizio Universale decide di ogni uomo. Ognuno riceve il suo giudizio. Dato che alla fine Dio decide su ognuno, non è affare mio.

Che rapporti avete con i comunisti palestinesi?

Ognuno ha le sue idee, le sue cose in cui crede. Ma alla fine siamo tutti uguali: palestinesi. Apparteniamo a una comunità di fratelli e alla fine, quando si tratta di questioni politiche, è indifferente a quale religione uno appartiene o a cosa crede.

Che tipo di stato ti immagini per il futuro? Facciamo conto che voi abbiate i vostri territori, che tipo di stato auspichi?

Naturalmente uno stato islamico. Tutto il territorio e non solo quello del 1967. Io credo che questo paese sia stato un centro della religione; naturalmente non solo di quella islamica, ma io spero che l'Islam sia la religione maggiore, poiché quando l'Islam era predominante, tutte le religioni vivevano in pace. L'Islam aveva il controllo sul paese. Ma ora vedete come gli ebrei cercano di controllare tutto. Offendono nello stesso momento musulmani e cristiani.

Traduttore: Inoltre a scuola ho imparato che al tempo in cui i cristiani controllavano il paese, al tempo di Salahudin, anche loro hanno cercato di opprimere ed eliminare i musulmani.

Se volete parlare di religione, io dico: un musulmano non è meglio di un cristiano. Come posso spiegarlo? Se incontro un cristiano o un ebreo, lo tratto non diversamente da un musulmano. Alla fine sarà Dio a giudicare. A me non è concesso di condannare altri per la loro religione. Io li giudico solo sulla base delle loro azioni.

In quasi tutto il mondo si utilizza la scala politica da sinistra a destra. Dove collocheresti la Jihad Islamica?

Al centro.

Prima hai menzionato il vecchio leader della Jihad Islamica. Hai detto che è stato ucciso dagli israeliani.

Sí, il suo nome era Sceicco Ibrahim.

Quando è stato ucciso?

Due anni fa.

Da quanto tempo era il vostro leader?

Dal 2001.

Sei ora uno dei suoi successori?

No, io non sono uno dei capi. Sono solo una piccola luce. Naturalmente ho un capo e nauralmente gli ho chiesto se potevo parlare con gli internazionali. Lui ha detto: sí, naturalmente. Vi ho detto che ho già avuto contatti con gli internazionali e, Al Hamdu lillah al rahman al rahim, in questa materia sono un esperto.

Fa una tale differenza parlare con "internazionali"?

Ci sono persone che non sopportano alcuna critica e non accettano domande. Hanno una fede e sono inamovibili come pietre o scogli. Non hanno voglia neppure di discutere.

Traduttore: Diciamo che Abu Islam è flessibile... Vorrei aggiungere una cosa: come vedete, non è armato. E non l'ho mai visto armato.

E non mi vedrete mai armato.

Traduttore: Se lo trovano gli israeliani, lo arrestano.

Tutti i membri della Jihad Islamica credono di diventare martiri o di sopravvivere. Non credono alla resa. I nostri militanti praticamente non vengono mai arrestati, piuttosto muoiono in combattimento.

Ma tu usi le armi durante un'operazione militare?

Naturalmente. Nei posti dove sto o dove ho intenzione di restare ho sempre delle armi. Le mie granate o la cintura esplosiva. La indosso sempre di notte o dove abito al momento. Indosso la cintura quando dormo. Se finisco le pallotttole uso le granate. Alla fine, l'ultima possibilità è la cintura esplosiva. Se arrivano e provano ad arrestarmi, mi uccido con la cintura.

Cosa pensi dell'11 Settembre?

Se si vogliono punire gli americani, credo che nessuno abbia il diritto o il mandato per punire la gente. Si tratta di gente come me o come chiunque altro. Osama Bin Laden non aveva il diritto di punire le persone nelle torri. La mia opinione è che se voleva una rappresaglia, la doveva esercitare sul governo, non sul popolo. Credo che si debbano seguire i passi del Corano e del profeta. Quando entrò nella Ka'aba Sharif, tutti i soldati musulmani ricevettero la direttiva: non uccidete bambini, donne, ragazze, anziani. Agli uomini armati venne detto: se e quando entrate nella Ka'aba Sharif o nella casa di Abu Sufian, siete al sicuro. Non dovete combattere contro persone disarmate. Furono perfino obbligati a non distruggere le piante.

Traduttore: Vorrei aggiungere qualcosa. Quel che è accaduto oggi non rappresenta la resistenza. (Nel pomeriggio in albergo due ragazzi armati avevano costretto due coppiette a porre fine al loro incontro)

(Ad Abu Islam) Tu ne sai qualcosa?

Sí.

Eri d'accordo?

Naturalmente no. Le nostre armi vengono rivolte contro gli israeliani, non contro i palestinesi. Ma c'è una scusante per quell'uomo e per quello che ha fatto. È andato in prigione a sedici anni e ci è restato per quasi dieci. Non ha finito la scuola. La cosa non mi ha stupito, ci sono molti come lui. È armato e crede solo nelle armi. Si batte solo contro gli israeliani e cosí via, ma nel frattempo non riesce a capire quello che gli succede intorno. È ignorante.

Sarebbero state un problema per te, quelle due ragazze che sedevano e ridevano insieme a due ragazzi?

Per me c'era solo un problema: erano minorenni. Hanno meno di diciassette anni. Credo che i genitori delle ragazze dovrebbero sapere dove vanno e con chi. Hanno meno di diciassette anni e questo mi dà fastidio. È contrario alla religione.

Che età sarebbe stata per te accettabile? Diciotto o venti?

Piú di diciotto. Venti, ventuno. Devo rispettare la mia religione, se sono cristiano o musulmano. Se sono in Palestina, se sono in Germania o in un altro paese, devo rispettare la cultura di questi paesi.

Poco fa hai detto che cercate di impartire ai bambini l'obbedienza verso i genitori. Ma succede anche che i genitori commettano errori. Lo sappiamo tutti. Qualche volta danno consigli sbagliati...

Okay, ma si tratta pur sempre dei miei genitori. Dobbiamo ascoltarli. Torniamo al Corano: qualunque cosa facciano i tuoi genitori, li devi rispettare, non devi offenderli o disonorarli. Ma c'è anche una massima nell'Hadith Sharif (le massime del profeta Maometto): tu hai le tue idee e non devi seguire le istruzioni di chi compie errori contro la religione o contro Dio.

Traduttore: Per esempio, se tuo padre beve alcol e ti ordina di bere, puoi sempre dire di no.

I genitori qualche volta picchiano anche i figli...

Sí. Il Corano dice: non possiamo fare pfff (fischia) ai nostri genitori.

Traduttore: se i tuoi genitori ti chiedono un bicchiere d'acqua, non ti è concesso di fare pfff. Non devi neanche alzare la voce con loro.

Li devi rispettare. Mia madre mi ha portato in sé per nove mesi. Scuasate, io non sono una donna, non posso sapere quanto sia stato doloroso per lei. Quando ero bambino non sapevo niente e mia madre ha fatto tutto per me. E mio padre uguale. Per esempio, se non mi avesse portato da mangiare, oggi non sarei in vita.

Ho ancora una domanda sull'età dei combattenti. Quando credi che un giovane abbia l'età giusta per impugnare un'arma?

Per portare un'arma o per combattere contro l'occupazione, devi avere piú di diciotto anni. Ci sono tuttavia eccezioni. Alcuni militanti hanno svolto operazioni in Israele in piú giovane età, a sedici o diciassette anni. Ma si tratta di eccezioni. Gli è stato consentito in virtú del principio religioso secondo cui puoi fare qualcosa se sei in grado di capire quello che è giusto e sbagliato. Se noi verifichiamo che un ragazzo non è malato, non ha problemi con i genitori e nessuno lo costringe, se agisce di spontanea volontà e ponderatamente, allora si può fare un'eccezione.

A che tipo di azioni ti riferisci?

Alcuni media affermano che noi mandiamo bambini e ragazzi e cosí via. Ma si dovrebbe chiedere a loro. Noi li dobbiamo interrogare spesso, se vogliono farlo davvero. Se uno è nella Jihad Islamica, può sempre andare nella direzione che preferisce, senza costrizioni.

Cosa vi distingue dalle Brigate di Al-Aksa?

Hanno le loro opinioni e io le mie.

Ma la differenza?

Oslo. Ma alla fine, per strada, non c'è differenza tra noi.

Un'ultima domanda... Hai spesso paura?

Di cosa?

Di tutto, della vita qui.

No, naturalmente no. Intendi dire paura di morire o di andare in galera o di perdere la mia famiglia o cose del genere. No, naturalmente no. Mai. Se avessi paura, non mi vedreste ridere qui. Non potrei sedere qui con voi. Avrei paura. Non riderei qui con voi. No, io trascorro la mia vita in maniera normale. Io credo al destino. Forse morirò fra due minuti, forse tra cent'anni. Alla fine dovrò morire. Dipende solo dal modo. Io personalmente...

Traduttore: Preferisce diventare un martire.

Inshallah.

Lo preferisci a diventare vecchio e a morire naturalmente?

Senza aver fatto nulla? Naturalmente, naturalmente, naturalmente. Lo ripeto ancora un milione di volte: INSHALLAH. Perché no? Quando prego - io prego cinque volte al giorno - e sono solo con Dio, lo prego di prendermi come martire e non in maniera naturale. Preferisco la morte alla vita.

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Finisce l'intervista e spegniamo il registratore. Si sviluppa ancora una piccola conversazione, trascritta a memoria.

Abu Islam: Ancora una volta, voi siete arrabbiati per quello che è successo nel pomeriggio. Mi vorrei scusare di nuovo. Non era uno di noi. Conosco uno dei ragazzi. È finito in galera a sedici anni ed è uscito da poco, ha visto quelle due coppiette ed è un po' impazzito. Avrebbe potuto dire al direttore di mandarle a casa. È inaccettabile dimenare armi in viso ai civili. Le armi si indirizzano solo agli invasori.

Traduttore: Per questo odio tutta questa merda qui! Non credo a niente di tutto questo...

Abu Islam: Grazie mille! (Tutti ridono)

Traduttore: Io vorrei incontrarmi per un anno con una donna, prima di sposarla, per conoscerla un po'. Non voglio che mia madre scelga una moglie per me, voglio che anche la ragazza mi apprezzi. Ma qui non è possibile.

Sei sposato? (ad Abu Islam)

Abu Islam: No, io credo al paradiso, alla grande libertà e alle vergini che mi aspettano. Se mi sposo qui, devo restare insieme a una donna per tutta la vita, quindi anche in paradiso. Preferisco piuttosto diventare un martire. Non ho nessuna voglia di darmi appuntamento e uscire per un anno. I like it quick!



Traduzione di Antonello Piana.





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