IL VASO


Angela Melim




Il mio ragazzo mi ha portato un regalo. Una riproduzione. La sagoma di un vaso con delle strisce, dei fiori e foglie strane, i loro steli, il vaso è sopra una tovaglia. Solo questo. Ah, e la data, scritta a mano: 7.12.59. Firmato Picasso.

Per ogni oggetto c'è uno sfondo. Questa verità è segnalata da tre macchie gialle. Se vuoi, puoi prolungarle e trasformarle in macchie sulla parete. Parete? E' luce, poiché il vaso si trova vicino alla finestra. Non è il sole. E' il mare illuminato. Montagne. Campagna a mezzogiorno. Sono tende gialle di una camera protetta. I fiori lì ornano una felice intimità.

Non è una camera. Il vaso si trova nella sala da pranzo. Su una tovaglia, è inconfondibile il disegno della tovaglia. Appena abbozzata, mosaici, macchie azzurre: suggerimento di quadretti. Ma aspetta, i mosaici non saranno invece piastrelle, ceramica su un davanzale, o sul pavimento della veranda di una fattoria, di una casa spagnola in città, che si affaccia sul ferro battuto del balcone, sul selciato, gli uomini con il berretto, le donne con gli occhi umidi, errando nell'amore?

Ma il vaso in sé ? soltanto strisce e una base. La base è la base. Senz'altro lì, vista con rilievo, allo stesso tempo dal basso, di fronte e di profilo. E anche il collo ? sono le certezze del vaso. Attraverso di essi si introduce il sostegno dei fiori, gli steli. Proprio per questo sono fiori. Qualcosa nell'aria che uno stelo sostenta e nutre. Qualcosa ? qualcosa di strano, qualcosa di difficile da precisare. Pinne di foglie, denti di foglie, non sono foglie. E' foglia l'ergersi delicato, sottile, di foglia, il pendere delicato e sottile di foglia. E del fiore quello che ha ? azzurro giallo rosso ? colore, e l'occupazione più o meno simmetrica dello spazio.

Un vaso investiga ciò che abita il fondo del cuore, l'essenza del vaso, sulla superficie dell'occhio: la celebrazione. Inquietudine, turbamento, gioia. Dipingere è questo; poi vengono i piccoli dettagli inconfondibili propri di un vaso.

Questi fiori non appassiscono mai. Al contrario. Sono passati molti anni, non ho più visto quel mio ragazzo.

 


Tradotto da Julio Monteiro Martins insieme ai suoi allievi del 2° anno di Lingua Portoghese all'Università degli Studi di Pisa.

Angela Melim, scrittrice brasiliana, ha pubblicato le raccolte poetiche O vidro e o nome (1974), Das tripas coração (1978), As mulheres gostam muito (1979), Vale o escrito (1981), Os caminhos do Conhecer (1981), O outro retrato (1982), Poemas (1987), Mais dia menos dia (1996) e Possibilidades (2006).


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