SOGGIORNO

Wolfgang Hilbig




negli appartamenti in cui dimoriamo
la luce resta accesa l’aria
chiude apre le finestre batte
le imposte sul legno incessantemente

la rivoluzione è passata i calendari
segnano il mese scorso
sui tavoli i bicchieri nella cenere da tabacco
sull’impiantito pozzanghere di birra fiammiferi
cocci scarpe sporche rivoltate
nei letti le persone
dormono

dagli appartamenti in cui soggiorniamo
fuggono le ore come l’aria così il sonno
non si trattiene a lungo costruiamo una fabbrica chimica
per la decima generazione ingrassiamo le aste
con freddi cavi più tardi una centrale per
più tardi ancora ma forse c’è guerra al mattino
esplodono le sveglie ci sepolgono
sotto il fuoco squillante

il giorno è passato le ante dell’armadio aperte
la radio parla inglese alle pareti
svolazzano foto nude sui letti
noi siamo
in mutande ci fumiamo l’ultima
donna è già tutto qui…

 



Traduzione di Antonello Piana.


Wolfgang Hilbig






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