CANTICO COSMICO

Ernesto Cardenal

Nascevano, crescevano e morivano le stelle.
E la galassia andava acquistando forma di fiore
come oggi la vediamo nella notte stellata.
La nostra carne e le nostre ossa vengono da altre stelle
e anche forse da altre galassie,
siamo universali,
e dopo la morte contribuiremo a formare altre stelle
e altre galassie.
Di stelle siamo fatti e alle stelle torneremo.
 
Treno più acuto man mano che si avvicina.
E gli oggetti celesti più azzurri nell'avvicinarsi
e più rossi nell'allontanarsi.
Perché è nera la notte...
È nera a causa dell'espansione dell'universo.
Altrimenti tutto il cielo brillerebbe come il sole.
E non ci sarebbe nessuno per vedere quella notte.
E le galassie verso dove muovono?
In espansione come il fumo che il vento disperde.
La seconda legge della termodinamica:
Questo costante fluire della luce verso le tenebre.
Dell'amore verso l'oblio.
Lui aveva 20 anni, lei 15 o circa 16.
Illuminazione nelle strade e nel cielo. Il cielo
quello di Granada.
Fu l'ultimo addio,
e fu allora che lui declamò Neruda per lei:
«... i versi più tristi questa notte».
«La notte è stellata
e tremano azzurri gli astri in lontananza».
Due esseri si separarono per sempre.
Non ci fu nessun testimone di quell'addio.
Le due direzioni sempre più divaricate
come stelle che si muovono verso il rosso.
Ho pensato a te, di nuovo, perché la notte è stellata
e vedo tremare gli astri lassù in quella luce azzurra.


 


(Poesia tratta dalla raccolta Cantica 4 – Espansione; traduzione dallo Spagnolo di Martha Canfield)  


Ernesto Cardenal Martínez (Granada, 20 gennaio 1925) è un poeta, sacerdote e teologo nicaraguense. Protagonista della rivoluzione in Nicaragua del 1979, è tra i massimi esponenti della teologia della liberazione: è stato il fondatore della comunità religiosa di Solentiname. Nato in una ricca famiglia di Granada, studiò Lettere prima all'Università di Managua e poi, tra il 1942 e il 1946, in Messico. Si trasferì poi a New York per completare gli studi (1947 – 1949) e fino 1950 viaggiò attraverso l’Italia, la Spagna e la Svizzera. Tornato in patria, militò nella resistenza contro il regime di Anastasio Somoza García, sostenuto dagli Stati Uniti, e nel 1954 partecipò alla Rivoluzione di Aprile, un tentativo fallito di mettere fine alla dittatura in Nicaragua. Convertitosi al cattolicesimo nel 1956, Cardenal decise di entrare come novizio nel monastero trappista di Nostra Signora a Gethsemani (in Kentucky), dove fu discepolo del religioso e poeta Thomas Merton. Lasciò l'abbazia nel 1959 per completare gli studi teologici a Cuernavaca, in Messico, dove venne ordinato sacerdote nel 1965. Fu co-fondatore della comunità religiosa di Solentiname, su un’isola nel Lago Nicaragua, dove predicò la non-violenza appresa da Merton e dove fondò anche una colonia di artisti primitivisti. Scoperta la sua appartenenza al Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), fu costretto a rifugiarsi all'estero: divenne ambasciatore dell’opposizione sandinista all’Avana (Cuba). Il 19 luglio 1979 entrò a Managua con le truppe rivoluzionarie abbattendo il regime di Anastasio Somoza Debayle (figlio del precedente presidente); venne nominato ministro della Cultura dal nuovo governo guidato da Daniel Ortega. Nel 1983, durante la sua visita in Nicaragua, papa Giovanni Paolo II lo invitò pubblicamente a dimettersi: essendosi rifiutato, fu sospeso a divinis. Continuò a rivestire la carica fino al 1987, quando il suo ministero venne soppresso per ragioni finanziarie. Nel 1989 Ernesto Cardenal e Dietmar Schönherr hanno fondato, a Granada, la Casa de los Tres Mundos, un progetto di cultura e sviluppo. Cardenal abbandonò il FSLN nel 1994, in polemica con quella che lui interpretò come deriva autoitarista nella gestione del partito da parte di Daniel Ortega. Oggi, ottantatreenne, è in arresti domiciliari nel suo paese.

 


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