OGGI PIÙ CHE MAI IL MONDO HA BISOGNO DEL MESSAGGIO DEI BEAT

– Conversazione con Lawrence Ferlinghetti e celebrazione del suo contributo alla poesia per festeggiare il suo 90esimo anno di vita –

Pina Piccolo

 


Ve lo sto indicando attraverso le fiamme.

Il Polo Nord non è dov'era un tempo.

Il Destino Manifesto non è più manifesto.

La civiltà si autodistrugge.

Nemesi bussa alla porta.

A che servono i poeti in un'epoca simile?

A che serve la poesia?

Lo stato del mondo reclama a gran voce che la poesia lo salvi .

Basta semplicemente scalfire la superficie di questo risoluto profeta della poesia impegnata, di questo novantenne Geremia, che salta fuori l'ufficiale di marina ventenne indignato. Nell'occhio ha il luccichio di chi ha conosciuto la poesia surrealista, nell'anima lo shock e l'indignazione per la morte e la distruzione che il suo governo ha disseminato tra la popolazione di Nagasaki, dov'era stato mandato in missione dopo lo sgancio della bomba atomica. Un graffietto sulla superficie del mondo cosí come è oggi e si scoprono i semi della sua configurazione attuale proprio in quel preciso momento storico. Allora è solamente logico che la versione novantenne di quell'ufficiale di marina continui ancora oggi a scagliare appelli che sanno di geramiade e che fondono il topos squisitamente amerikano di Destino Manifesto, figure della mitologia greca come Nemesi, immagini che provengono dall'ecologia, la scienza del tardo ‘900, il tutto con una spolveratina di pacifismo asiatico Zen, grazie ai poeti Beat che lui, Ferlinghetti, ha contribuito a rendere famosi e a far durare nel tempo.

Sono vissuta nella San Francisco Bay Area dai primi anni 70 ai primi del 2000 e Ferlinghetti e City Lights occupano un posto speciale nel mio cuore: nei momenti più bui della propaganda USA, per esempio nel febbraio del 2003 quando Colin Powell tenne la sua notoria conferenza stampa alle Nazione Unite davanti alla Guernica nascosta da drappeggi, potevi passare davanti a City Lights e vedere quattro giganteschi striscioni esposti dal balcone che proclamavano DISSENT IS NOT UNAMERICAN (Il dissenso non è una cosa antiamericana) e ti sentivi meno solo. Più tardi quell'anno mentre l'esercito dei ‘liberators‘ seminava morte e distruzione per l'Iraq, potevi unirti ad una folla che festeggiava il 50esimo anniversario della fondazione di City Lights e non sentirti completamente depresso per lo stato del mondo e la tua impotenza al suo interno. Quella libreria e quel tipo di poesia hanno superato la prova di decenni di mentalità da Guerra Fredda, la guerra del Viet Nam, le guerre dell'Iraq, l'ondata di fondamentalismo cristiano, il revanchismo post crollo delle torri, l'ininterrotta agenda imperialista americana continuando a parteggiare chiaramente per gli oppressi e contro l'hubrys americano. In altre parole, l'Establishment non è stato in grado di seppellire lui, la libreria/casa editrice o noi mentre sembra invece che Lawrence e l'altro giovincello novantenne, il cantastorie di sinistra Pete Seeger, hanno assistito alle esequie un certo numero di avversari. Ovviamente non abbiamo vinto, ma non c'è di ché scandalizzarsi se ci godiamo queste piccole soddisfazioni mentre festeggiamo il 90esimo anno di vita di Ferlinghetti.

E di che vita si tratta! La contraddizione fatta carne, che occhieggia nella sua stessa poetica: il giovane Ferlinghetti che nella stessa settimana riesce a farsi promuovere al grado più alto dei Boy Scout e a farsi arrestare per taccheggio. L'elenco dei suoi successi comprende uno dei più grandi best seller di poesia negli USA, la raccolta A Coney Island of the Mind (che ha venduto più di un milione di copie), la fondazione assieme a Peter D. Martin della libreria/casa editrice City Lights che è diventata il punto di incontro internazionale per poeti progressisti ed attivisti, la pubblicazione nel 1956 del poema Howl di Allen Ginsberg che scatena una bufera culturale e istituzionale, gli costa la denuncia e l'arresto per oscenità e la vittoria rappresentata dalla sentenza anti-censoria che serve da precedente legale a tuttoggi. La pubblicazione di Howl da parte della sua casa editrice ebbe come risultato il lancio dei Beat nella vita pubblica, e quel messaggio dei Beat Ferlinghetti ha continuato a tenerlo vivo e a promuoverlo per oltre 50 anni, ricoprendo il ruolo (coerentemente con la sua personalità di bastian contrario) dell'oculato “businessman” tra gli Scapigliati. Le alterne vicende della carriera di Ferlinghetti sono registrate nella sua unica biografia autorizzata, Io sono come Omero. Vita di Lawrence Ferlinghetti , Feltrinelli 2008, apparsa per ora solo in Italia e scritta dalla giovane studiosa italiana Giada Diano.

Gran parte del messagio è attuale ancor oggi anche se in superficie potrebbe sembrare che le condizioni siano cambiate ed il mondo artistico divenuto più complesso ed arricchito grazie ai contributi del femminismo, delle voci anti-coloniali e dell'ecologia. Sicuramente sono passati i decenni e le questioni per le quali vale la famosa domanda di Pete Seeger “Da che parte stai?” si sono trasformate in maniera tale da lasciarci perplessi e a mani vuote per quanto riguarda le soluzioni. I modelli che una volta esaltavano la nostra immaginazione si sono ridotti in polvere, paesi e popoli che in passato erano stati colonizzati reclamano le proprie tradizioni artistiche e le proprie voci, e tutti insieme, dovunque si trovino nel mondo, gli artisti progressisti si trovano a dover affrontare le implicazioni di tali sviluppi per la produzione artistica oggi. Come specie, oggi gli esseri umani si trovano davanti alla prospettiva di un pianeta o forse una galassia che si adoperano per la nostra eliminazione, utilizzando veleni da noi stessi fabbricati e che continuiamo a rilasciare senza ritegno in tutti gli elementi a noi noti. Ma dentro di noi, si agita uno spirito senza requie che assume le spoglie di un vispo novantenne (decisamente non il “fanciullino” di pascoliana memoria) che continua a spronarci a sguinzagliare la nostra creatività contro le forze del soldo e della distruzione. “ Oltre a plasmare l'immagine del poeta del suo posto nel mondo, ha creato una forma poetica che è nel contempo funzionale dal punto di vista retorico e vitale dal punto di vista sociale”, scrive il critico Larry Smith, “La sua opera esiste come importante banco di prova e presenza vivente per l'artista contemporaneo, l'incarnazione di un forte impegno verso la vita, a prova di mode, e compassionevole in tempi assurdi.” (citato da Carolyn Kellogg nel giorno del suo 90esimo compleanno, il 24 marzo 2009, nel blog Jacket Copy, The Los Angeles Times).

Mi ritengo molto fortunata e onorata di aver ottenuto un'intervista telefonica con Lawrence Ferlinghetti il 19 maggio, 2009. Nonostante le interferenze tecnologiche – gli echi del mio vivavoce, i problemi di orecchie attempate -- le sue, e le sue difficoltà di comprensione dovute al mio forte accento, sono riuscita a ricavare delle perle di saggezza che credo avranno un forte significato per i lettori della rivista Sagarana, nel numero che celebra i nove anni della sua esistenza online. E ancor più pertinente per noi lettori e collaboratori della rivista è il fatto che Ferlinghetti abbia espresso senza mezzi termini il suo impegno a disseminare la letteratura internazionale come emerge nella descrizione della ‘mission' della sua casa editrice, che “pubblica opere di ogni genere, evitando provincialismi e accademismi. Avevo in mente un fermento internazionale ribelle, e ciò che si è dimostrato più affascinante sono le continue correnti e fertilizzazioni incrociate tra poeti e scrittori separati da grandi distanze geografiche e di lingua, che si coalizzano in una voce veramente soprannazionale” (citato in Carolyn Kellogg, 24 marzo, 2009, nel blog Jacket Copy , The Los Angeles Times).

Le mie domande si basano principalmente sui concetti esposti da Ferlinghetti nel libro Poetry as Insurgent Art, pubblicato in Italia con il titolo Poesia come arte che insorge , traduzione di Giada Diano, Alessandro Tuoni, Antonio Bertoli, (GiuntiCity Lights, 2009). Le citazioni come pure i numeri di pagina riportati si riferiscono a questa traduzione.

Pina Piccolo : Il libro si apre con le esortazioni apocalittiche riportate all'inizio di questo saggio e continua poi a delineare, attraverso un gran numero di aforismi, il manifesto di una poetica accessibile che, ben lungi dal trattare argomenti arcani, si diletta nel manifestare osservazioni acute e veritiere del mondo, del tipo, “Nessun'idea tranne che nei sensi. Nihil in intellectu quod non prius in sensu” (pag.23), “Se vuoi essere un poeta, scrivi giornali viventi. Sii un reporter dallo spazio, che invia dispacci a qualche supremo redattore-capo che crede nella piena trasparenza e ha una bassa tolleranza per le stronzate”, “Se vuoi essere un poeta esperimenta ogni tipo di poetica, le grammatiche erotiche infrante, le religioni estatiche, i torrenti pagani di parole fuori controllo, la magniloquenza dei discorsi pubblici, le scritture automatiche, le percezioni surreali, i flussi di coscienza, i suoni ritrovati, le sfuriate –per creare la tua voce limbica, la tua voce di fondo, la tua voce ur .” (pag.9)

“Nel mio libro Poetry as Insurgent Art --- spiega Ferlinghetti—cerco di demistificare la poesia in modo che non sia dominio di poche elite. Questa è una ridefinizione della poesia in modo semplice e comprensibile. Non è lassù tra le nuvole con i poeti Romantici britannici. Non svolazza su per i cieli con Woodsworth. È una definizione ancorata alla terra. Nel mio libro c'è un'infinità di definizioni della poesia, tutte con la finalità di demistificarla, cioè non renderla retaggio delle elite.”

Alla domanda se la poesia possa essere utilizzata come antidoto alla mistificazione del linguaggio operata dal potere con il fine di disumanizzarci ulteriormente rendendo “normali” espressioni come “danno collaterale” e inserendole nel linguaggio quotidiano, Ferlinghetti risponde, “Sì, il motivo per cui bisogna riportare la poesia saldamente sulla terra e smetterla di farla gironzolare tra le nuvole è di cercare di rendere la poesia osservazione accurata ed acuta. Non credo che il poeta possa fare niente contro la deformazione e l'adulterazione del linguaggio prodotta dalla propaganda del governo o dall'uso di espressioni come ‘danni collaterali', è necessario che la gente arrivi a un livello di istruzione tale da poter riconoscere l'adulterazione del linguaggio quando sente l'espressione ‘danno collaterale', che sia in grado di metterla iin relazione al proprio vissuto e possa discernere che si tratta di offuscazione, di una distorsione della realtà”.

“La parola è per la poesia come il suono per la musica, e deve cantare” (pag.67) “Componi sulla lingua, non sulla pagina” (pag. 19), “Insegui la Balena Bianca ma non arpionarla. Piuttosto catturane il canto” (pag. 25)

Nel libro Poetry as Insurgent Art , Ferlinghetti si lamenta del fatto che in questo secolo e in quello passato la poesia ha perduto la sua essenza di canto ed insiste ripetutamente che bisogna restituire alla poesia questa qualità. “Ottanta o novanta anni fa, quando tutte le macchine cominciarono a ronzare, quasi (come pareva) all'unisono, il discorso dell'uomo certamente cominciò ad essere condizionato dal ritmo assoluto delle macchine. E la poesia metropolitana di certo gli fece eco”. (pag. 97). Alla domanda su come iniziò tale processo, Ferlinghetti risponde, “La stampa a caratteri mobili ha zittito la poesia fino a farle perdere il suo canto e 9/10 della poesia, o forse più di 9/10 della poesia che è pubblicata oggi è veramente prosa sotto le spoglie tipografiche di poesia. Puoi prendere in mano qualsiasi antologia e leggere poesia dopo poesia che suona esattamente come un brano di prosa. Sulla pagina stampata ha l'aspetto di poesia ma si tratta di prosa, scritta molto bene, spesso spiritosa, una prosa molto bella. Ma pur sempre di prosa si tratta e questa è una cosa contro cui cerco di combattere nel libro Poetry as Insurgent art . ... La stampa a caratteri mobili è la prima ad essere responsabile per questa trasformazione. E l'Internet continua sulla stessa scia perché anch'essa è priva di suoni. La poesia arriva in Internet ma non alla televisione perché è uno strumento che si basa sul suono. Perché un poeta possa avere successo deve essere efficace a livello di sonorità, proprio come succede per la televisione, ma in televisione i poeti non ci arrivano mai, oppure solo raramente. Il problema è, il motivo per cui la maggior parte della poesia oggi non è che prosa, è che gli manca l'emozione. Ogni epoca ha il tipo di poesia che si merita, questa è l'epoca tecnocratica. Temo che Internet incoraggi questo processo, incoraggia ciò che è tecnocratico, pragmatico, non c'è un aspetto poetico della coscienza, tutto si riduce a qualche spoglia lettera. Di questo passo si arriva agli SMS, a Twitter, a comprimere tutto in poche scarne sillabe, completamente prive di qualsiasi coscienza poetica. Non so proprio come faranno i poeti. L'unico sviluppo positivo è che si diffondono sempre di più i reading poetici, almeno è così negli Stati Uniti, per esempio, dovreste sentire Jack Hirschman... È un performer eccezionale ed evidentemente molto famoso in Italia. Infatti è lì e sta facendo un tour proprio adesso. Segue lo stesso solco che seguo io, sta cercando di riportare il suono, il canto e la melodia alla poesia.”

Ma se è vero che i poeti non producono poesia non per questo possiamo dire che questa non venga prodotta altrove. In effetti la stanno producendo altri, e Ferlinghetti individua nei cantautori, nei cantanti folk i poeti di oggi, o come dice in maniera eloquente, “ Apprezza i cantanti folk che sono i veri poeti cantori di ieri e oggi” (pag. 21). Alla domanda se conosce De Andrè, Ferlinghetti risponde che l'aveva sentito e che gli ricordava i cantautori francesi come Leo Ferrè, famosi dopo la seconda guerra mondiale. Continua, “Là c'erano altre persone che erano i poeti veri, come pure Bob Dylan negli Stati Uniti. Bob Dylan era prima di tutto un poeta, le sue prime, lunghe canzoni altro non erano che lunghe poesie surrealiste. E ce n'erano di altri, cantanti folk che non hanno conseguito lo stesso livello di popolarità. Per esempio, ce n'è uno che abita vicino al confine texano con il Messico. Si chiama Tom Russell ed è prima di tutto poeta, dice molte cose importanti sulla cultura americana cantandole. Questi sono i veri poeti; hanno un grande pubblico non pochi ascoltatori. Intendo dire, considera quanti libri può vendere un poeta? Purtroppo non so suonare la chitarra, magari lo sapessi fare perché è solo così che puoi farti conoscere dal grande pubblico. Sai che a New York, nel Madison Square Garden, ci sono stati i festeggiamenti per i 90 anni di Pete Seeger e sono venuti tutti i grandi cantanti folk, tranne Bob Dylan, lui non c'era ma tutti gli altri sí. Posso dire che come poeta, Pete Seeger è stato molto più importante di Allen Ginsberg. Tutto quello che diceva è valido tuttora come poesia. Ho appena sentito una sua canzone dei primi anni della sua carriera, una canzone sui lavoratori, trattava di uno sciopero ma allo stesso tempo trascendeva quel particolare evento. Il ritornello faceva “Which side are you on?” (Da che parte stai?), e quella domanda è valida ancora oggi. Spero che tu riesca a mettere in risalto in questa intervista che gli Stati Uniti oggi stanno dalla parte sbagliata della rivoluzione mondiale, cioè della rivoluzione del popolo. In tutto il mondo la gente si sta ribellando; i governi non sono in grado di fronteggiare quelli che chiamiamo gruppi “terroristi”, in tutto il mondo... Al Qaeda o come li vuoi chiamare, i gruppi che trascendono le nazioni. Le nazioni non li possono contrastare perché anche se hanno grandi eserciti non possono trovare il nemico. E questo accade in tutto il mondo, i movimenti popolari in molte nazioni africane e nell'America Latina. Ci sono movimenti in Venezuela e Bolivia che rappresentano rivoluzioni popolari e gli Stati Uniti stanno chiaramente dalla parte sbagliata di queste rivoluzioni. Martin Luther King disse proprio questo in un discorso pronunciato poco prima di essere assassinato nel 1968. Lo ha detto tanti anni fa.

... È in questo contesto che il messagggio dei Beat è estremamente pertinente oggi. Per esempio, il messaggio dei Beat si è diffuso in tutto il mondo e ha avuto un grande impatto in posti come il Messico e a Praga, nella Repubblica Ceca. I Beat hanno avuto una grande influenza perché il loro messaggio è contrario a tutto quello che sta accadendo oggi. È un messaggio pacifista, anti-tecnocratico. Anti-materialistico, ha una coscienza buddista e queste cose sono il contrario di quello che sta succedendo oggi. Il mondo oggi ha più che mai bisogno del messaggio dei Beat. Ha avuto un grande effetto in paesi come il Messico, un grandissimo numero di poeti è stato esposto all'influenza di poeti come Ginsberg, Kerouac, e anche me – anche se io non mi considero un poeta Beat. Si potrebbe dire, in un certo senso, che questa è un'arte rivoluzionaria che viene trasferita ad altri paesi.

In Italia, l'impatto della poesia americana è enorme. La Casa della Poesia dissemina costantemente poesia americana e ci sono molti poeti americani i cui libri sono stati pubblicati prima in Italia, anche da grandi case editrici. Kerouac è pubblicato dalla Mondadori e anche le mie opere... Per circa dieci anni abbiamo avuto una City Lights a Firenze, gestita da Antonio Bertoli come pure una casa editrice City Lights Italia, ma poi la cosa non è andata avanti. Circa nel 1998, Bertoli aveva organizzato un tour di poeti americani in 7 o 8 città italiane che ha avuto grande successo, ha attirato grandi folle nelle varie città da Torino alla Calabria. In Francia invece non esiste un fenomeno simile, i poeti americani non vengono pubblicati, non ci sono reading poetici, la differenza per quanto concerne la letteratura in generale è enorme.”

In relazione alla sua opera di disseminazione della poesia italiana negli Stati Uniti, Ferlinghetti afferma, “Insieme a Francesca Valente, che all'epoca era Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di San Francisco, ho tradotto una selezione di poesie di Pasolini pubblicate in una raccolta dal titolo Roman Poems . Quando abbiamo tradotto quel libro insieme era buffo perché il suo inglese era pessimo, all'incirca quanto il mio italiano, ma ci abbiamo lavorato insieme per tutto un anno e credo che alla fine sia venuto fuori un bel libro. Jack Hirschman crede che sia uno dei più importanti libri che City Lights abbia mai pubblicato. Adesso stiamo lavorando ad un altro libro di Pasolini, a cura di Jack Hirschman che dovrebbe uscire l'anno prossimo. Il titolo sarà In danger (In pericolo). Non è un libro di poesia, si tratta di una grande raccolta dei suoi scritti compresi alcuni saggi critici e un gran numero di saggi politici.”

Ritornando al fatto che gli Stati Uniti stanno dalla parte sbagliata della rivoluzione, Ferlinghetti ha parlato della distruzione di intere culture provocata da quella che, mescolando il linguaggio dell'ecologia a quello della critica socio-politica chiama “ the American corporate monoculture ” (la monocultura americana delle grandi corporazioni), “La monocultura americana delle grandi corporazioni sta travolgendo tutto il mondo in concomitanza con la globalizzazione. Dovunque si abbatta distrugge le culture locali, quelle indigene. Mi trovavo ad Oaxaca, in Messico e ho conosciuto il famoso pittore e grafico Francisco Toledo che capeggiava la lotta contro Mc Donalds organizzando una grande mangiata di tamales nella piazza storica della città (patrimonio dell'UNESCO) dove la corporation dagli archi dorati voleva aprire ancora un altro ristorante. Gli ho detto. “Beh, questa è solo una vittoria provvisoria, la guerra non l'avete vinta. Se ritorni qui tra 20 anni scommetto che troverai non solo MacDonalds ma tutti gli altri negozi che rappresentano la monocultura americana delle grandi corporazioni. Questo perché la dinamica della monocultura americana è tanto potente da travolgere tutto al suo passaggio. Le vecchie culture spariscono dalla mattina alla sera in certi paesi.”

E la monocultura americana delle grandi corporazioni porta con sé l'ethos tecnocratico che le è proprio, “Beh, ovviamente ci si può opporre a Internet e alla tecnologia perché Internet sta conquistando il mondo e trasformando tutta la civiltà e la coscienza umana. È inutile proporre una posizione luddista contro quello che Internet ci può offrire, come per esempio la disseminazione della poesia. Ma se si considera con lungimiranza, siamo in una civiltà, compresa Internet, che si basa tutta sull'elettricità. Se l'elettricità venisse a mancare domattina, e questo potrebbe benissimo accadere dato lo stato dell'ecologia, tutto l'ecosistema potrebbe crollare da un momento all'altro, proprio come succede a un computer quando va in tilt. Dico davvero da un momento all'altro: appena mancasse l'elettricità tutta la civiltà elettronica cesserebbe di esistere in un attimo solo e dovremo ricominciare daccapo con i libri stampati. Tre anni fa mi trovavo alla cerimonia di premiazione del National Book Award e dissi proprio questo nel discorso di accettazione. Alla domanda del giornalista che mi chiedeva cosa ne pensavo della cultura dominante negli Stati Uniti che mi lasciava leggere solo una poesia nel programma, risposi che aveva fatto bene a dire “cultura dominante” nel senso che la televisione è la cultura dominante, ma la corrente principale della cultura nella nostra civiltà continuano ad essere gli intellettuali, cioè gli scrittori, i poeti, i pittori, i professionisti, gli insegnanti di liceo, i bibliotecai, i critici dei giornali, i giornalisti e tutti quelli che portano avanti la cultura greco-romana, la cultura europea, che è ancora quella che si intende principalmente per cultura negli Stati Uniti oggi.”

Ritornando al punto di partenza, cioè alla “voce apocalittica” di cui abbiamo estremamente bisogno in questi tempi , è la voce con la quale Ferlinghetti esorta i poeti a cantare oggi, “Se vuoi essere un poeta, crea opere capaci di rispondere alla sfida dei tempi apocalittici, anche se questo significa sembrare apocalittico” (pag. 9). Nell'intervista, Ferlinghetti sostiene “Allen Ginsberg scriveva qualche volta in uno stile apocalittico e i tempi che corrono lo richiedono. Il mondo ha bisogno di quella voce apocalittica. Naturalmente ciò viene ignorato dai media dell'Establishment. So che ad alcune persone tale voce potrebbe dare fastidio, non vogliono nient'altro che notizie allegre, puro intrattenimento. Beh, invece la gente ha bisogno di sentire questa voce. Devono sentire che il mondo potrebbe smettere di esistere domattina a causa della crisi ecologica... Temo di non sentire molte di queste voci tra i poeti oggi negli Stati Uniti. Credo che molti dei poeti qui siano belli e addormentati, proprio come il resto del paese. Con la ninna nanna della televisione. San Francisco è uno dei pochi luoghi dove esistano ancora delle voci dissidenti .”

E chi meglio di Ferlinghetti potrebbe darci un esempio del suono della tromba poetica dell'Apocalisse? Ho scelto 3 delle sue poesie, Pity the Nation (suggerita da Ferlinghetti stesso), Cries of Animals Dying e The History of the Airplane .



Sia commiserata la nazione

Lawrence Ferlinghetti

 


(ispirata a Kalil Gibran)

Sia commiserata la nazione il cui popolo è gregge di pecore

Condotto dai pastori su falsi sentieri

Sia commiserata la nazione i cui governanti sono mentitori

I cui saggi sono zittiti

I cui fanatici come spettri si aggirano per l'etere

Sia commiserata la nazione che la voce non alza

Se non per rendere lode ai conquistatori

E acclamare il prepotente come eroe

E che aspira a dominare il mondo con la forza e la tortura

Sia commiserata la nazione

Che altra lingua non conosce se non la sua

Sia commiserata la nazione il cui respiro è denaro

E che dorme il sonno di chi ha mangiato troppo bene

Sia commiserata la nazione Oh sia commiserato il popolo

I popoli della terra di ogni nazione

E mio Paese, di te dolce terra di libertà

Cantare non posso ma lacrimare!

(traduzione di Pina Piccolo)


Pianti degli animali che muoiono


Lawrence Ferlinghetti


In un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno
tutti gli animali che muoiono
tutti gli animali dappertutto
che muoiono & muoiono
gli animali selvatici gli animali pelosi
alati animali piumati animali
rapaci & piccoli & impellicciati
in calore & che muoiono & muoiono
nelle foreste tropicali che si riducono
in pinete ed alte sierre
su praterie che si riducono & mesas d'erbe rotolanti
catturati battuti affamati & storditi
intrappolati e commerciati
specie che non intendevano essere nomadi
vagando senza radici come uomini
Tutti gli animali che piangono
nei loro nascosti luoghi
sgattaiolando via e strisciando via
attraverso gli ultimi luoghi selvatici
attraverso il denso sottobosco
gli ultimi Grandi Boschetti
oltre le montagne
intersecati da rampe
oltre le paludi
oltre le pianure e i recinti
(l'Ovest ha vinto con macchine di filo spinato)
(nel nord del paese)
(nel sud del paese)
nelle paludi
intersecate dalle autostrade

In un sogno dentro un sogno ho sognato
come si sfamano & amano & corrono & si nascondono
come le foche sono colpite nelle distese ghiacciate
le bianche morbide pelose foche con crani a guscio d'uovo
le grandi verdi tartarughe & mangiate
esotici uccelli catturati & ingabbiati & impastoiati
rare bestie selvatiche & strani rettili e bizzarri woozoos
cacciati per gli zoo
da neri e barbuti mercanti
che dopo cavalcano intorno a Singapore
dentro limousine tedesche
con puttane francesi

In un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno
tutta la terra che si asciuga
fino a cenere bruciata
nel famoso Effetto Serra
sotto una calotta di biossido di carbonio
espirato da un miliardo di infernali motori a scoppio
mescolato col dolce odore di carne che brucia
E tutti gli animali che si chiamano l'un l'altro
In codici che non capiremo mai
La foca e il vitello urlano
nella stessa voce lo stesso urlare
Le ferite non guariscono mai
nella comunità degli animali
Noi rubiamo le loro vite
per alimentare noi stessi
e delle loro vite
i nostri sogni sono seminati

In un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno
il quotidiano tafferuglio per l'esistenza
nel modello a carica dell'universo
il mondo ruota-di-carne che gira
per consumarsi
E in un sogno dentro un sogno ho visto
come l'alito cattivo delle macchine
infetta la terra e l'uomo
e la cultura del consumo
si mangia la terra e l'uomo
e il capitalismo al capolinea
mascherandosi come democrazia
stupra la terra e l'uomo

Ma in un sogno ho sognato un sogno di come
tutte le persone allo spartiacque della terra
tutte le etnie della terra
tutte le persone senza diritto di voto del mondo
i padroncini d'America
i giovani d'America e i poveri d'America
finalmente insorgono
e smantellano la civiltà industriale
senza ammazzare nessuno
e salvano l'umanità da se stessa.

(traduzione di Antonio Bertoli)




Storia dell’aeroplano

Lawrence Ferlinghetti

 


E i fratelli Wright dissero che pensavano di aver inventato
qualcosa che poteva portare pace sulla terra
(se non se ne fossero impossessati i fratelli sbagliati)
quando la loro meravigliosa macchina volante si alzò da Kitty Hawk
verso il regno degli uccelli ma il parlamento degli uccelli fu terrorizzato
da quell'uccello costruito dall'uomo e fuggì in paradiso
E poi il famoso Spirit of Saint Louis decollò verso est e
volò sopra il Grande Stagno con Lindy ai comandi
con il suo elmetto di cuoio e gli occhialini
sperando di avvistare le colombe della pace ma non le vide
anche se volò in circolo sopra Versailles
E poi il famoso Vascello Volante decollò in direzione opposta
e sorvolò il terrificante Pacifico ma le pacifiche colombe
furono spaventate da quello strano uccello anfibio e
si nascosero nel cielo d'oriente
E poi la famosa Fortezza Volante decollò rizzandosi con armi
e testosterone per garantire al mondo pace e capitalismo
ma gli uccelli della pace non si riuscirono a trovare
né prima né dopo Hiroshima
E allora degli uomini saggi costruirono macchine volanti più grandi e più veloci
e quei grandi uccelli artificiali con le piume a reazione
volarono più alti di qualsiasi vero uccello
e sembrarono sul punto di volare nel sole e fondere le proprie ali
e come Icaro precipitare sulla terra
E i fratelli Wright furono a lungo dimenticati nei
bombardieri d'alta quota che ora cominciavano
ad elargire le loro benedizioni su vari Terzi Mondi
continuando a proclamare che stavano cercando
le colombe della pace
E continuarono a volare e volare
finché non volarono dritti nel XXI secolo
e allora un bel giorno un Terzo Mondo restituì il colpo e
prese d'assalto i grandi aerei e li pilotò
dritti nel cuore pulsante di Skyscraper America
dove non c'era alcuna uccelliera e nessun parlamento di colombe
e in un lampo accecante l'America divenne parte
del cuore bruciato della terra
E un vento di ceneri soffia sulla nazione
E per un lungo momento nell'eternità
C'è caos e disperazione
E amori sepolti e voci
Pianti e sussurri
Riempiono l'aria
Ovunque

(traduzione di Giada Diano)

 




Pina Piccolo è una traduttrice ed insegnante italo-americana. Nata in California, cresciuta in Italia, ritornata negli USA e vissuta lì per 30 anni ed infine riapprodata in Italia, si considera bilingue e “multicultural” e scrive sia in inglese che in italiano. Formatasi come italianista all’Università di Berkeley, ha svolto attività di promozione culturale in entrambi i paesi organizzando iniziative politico-culturali, promuovendo la conoscenza di figure della cultura progressista in entrambi i paesi anche attraverso interviste, saggi e poesie. Negli ultimi anni ha pubblicato poesie e racconti che affrontano, tra altre cose, il tema del razzismo e della xenofobia, purtroppo di grande attualità su scala mondiale.


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