Il mondo ha bisogno di nuove storie.
Mai ne ha avuto bisogno come oggi, soprattutto perché in un'era di grandi cambiamenti, in
parte realizzati e in parte subiti dalle nostre generazioni, le nostre storie dovranno
saper raccontare le cose che non vogliamo più, e se possibile definire quelle che
vogliamo per i nostri figli in una ipotesi accettabile di futuro.

Sagarana
è il titolo del primo libro di João Guimarães Rosa, pioniere del realismo
fantastico in America Latina. Sagarana è una parola inventata da Guimarães Rosa, grande
creatore di neologismi, composta da due particelle di origine etimologica diversa: "saga",
che in portoghese ha lo stesso significato dell'italiano, sta per una storia che
attraversa epoche e generazioni, e "rana", suffisso collettivo tratto
dall'idioma nativo brasiliano tupí. Sagarana, quindi, sarebbe la "storia
plurima", la "saga infinita": forse, la riunione ideale di tutte le storie
mai create dall'uomo nel suo lungo esilio su questo pianeta.
La storia di Sagarana
incomincia qui.
Bottega Sagarana: gli strumenti per esprimersi
Le idee, anche le migliori lo spunto per un racconto, per un soggetto
cinematografico o un radiodramma - cadono spesso più per l'imperizia tecnica ad
esprimerle su carta che per la loro inadeguatezza. Sagarana è pensata come una
antica bottega capace di dotare i suoi allievi di tutti gli strumenti per imparare a
gestire le proprie idee creative in maniera che, da semplici spunti, queste possano
diventare prodotti narrativi precisi.
Cosa impareremo, cosa
faremo
Nei laboratori impareremo a leggere la poesia entrando nell'officina dell'invenzione
lessicale per appropriarci delle forme compositive basilari, entreremo nella realtà del
palcoscenico per sviluppare un pensiero che sia costantemente visivo, impareremo a leggere
un testo letterario per imparare a leggere se stessi, gli altri e la realtà, lo
scomporremo per studiarne le impalcature e le tecniche, compareremo gli aspetti
fondamentali dell'arte narrativa con i risultati degli esercizi, fino a ridurre il divario
fra intenzione di scrittura e prodotto finale e raggiungere la piena consapevolezza della
propria scrittura. Capiremo insieme perché un testo è grande. E perché altri non lo
sono.
Studieremo i grandi autori analizzandone la struttura narrativa e la grandezza letteraria.
Studieremo miti, archetipi e cosmogonie, la storia del pensiero classico e moderno, il
linguaggio cinematografico, la struttura della narrativa e la storia del teatro. Ci
occuperemo di psicologia della creatività e di etica della letteratura.
Capiremo come articolare un testo e qual è il ruolo dello scrittore, come scrivere una
pièce teatrale o un romanzo e contemporaneamente scopriremo che scrivere vuol dire anche
affrontare il proprio universo concettuale e la propria visione del mondo in un unico
inscindibile progetto di vita.
Impareremo anche a lavorare insieme, a capire che il confronto è un'opportunità e non
una minaccia.
Gli argini del talento
Con il lavoro, lo studio e i laboratori costruiremo degli argini robusti, capaci di
contenere e potenziare il talento individuale senza il rischio di disperderlo in scelte
sbagliate. Ci eserciteremo a orientare i nostri scritti nella direzione che vogliamo per
farli diventare, nel loro genere, testi di valore e non il frutto di una vaga ed iniziale
"ispirazione" . Chi scrive potrà scegliere tono, tempo, ritmo, colore,
andamento del testo attraverso l'articolazione delle tecniche e degli strumenti a
disposizione. Proprio come un musicista.
Le storie che prima premevano e non potevano essere raccontate troveranno ognuna la
propria dimensione, di romanzo o "pièce" teatrale, di racconto o soggetto
cinematografico, generando quel "gran piacere nello scrivere" che
Leopardi mette in testa ai piaceri riservati agli esseri umani.
E che a Sagarana insegnamo a raggiungere.
Nota: le foto di questo
sito sono state realizzate dal fotografo Enzo
Cei |