juliop.gif (5278 byte)Il mondo ha bisogno di nuove storie.
Mai ne ha avuto bisogno come oggi, soprattutto perché in un'era di grandi cambiamenti, in parte realizzati e in parte subiti dalle nostre generazioni, le nostre storie dovranno saper raccontare le cose che non vogliamo più, e se possibile definire quelle che vogliamo per i nostri figli in una ipotesi accettabile di futuro.

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Sagarana è il titolo del primo libro di João Guimarães Rosa, pioniere del realismo fantastico in America Latina. Sagarana è una parola inventata da Guimarães Rosa, grande creatore di neologismi, composta da due particelle di origine etimologica diversa: "saga", che in portoghese ha lo stesso significato dell'italiano, sta per una storia che attraversa epoche e generazioni, e "rana", suffisso collettivo tratto dall'idioma nativo brasiliano tupí.  Sagarana, quindi, sarebbe la "storia plurima", la "saga infinita": forse, la riunione ideale di tutte le storie mai create dall'uomo nel suo lungo esilio su questo pianeta.

La storia di Sagarana incomincia qui.

Bottega Sagarana: gli strumenti per esprimersi
Le idee, anche le migliori – lo spunto per un racconto, per un soggetto cinematografico o un radiodramma - cadono spesso più per l'imperizia tecnica ad esprimerle su carta che per la loro inadeguatezza.  Sagarana è pensata come una antica bottega capace di dotare i suoi allievi di tutti gli strumenti per imparare a gestire le proprie idee creative in maniera che, da semplici spunti, queste possano diventare prodotti narrativi precisi.

Cosa impareremo, cosa faremo
Nei laboratori impareremo a leggere la poesia entrando nell'officina dell'invenzione lessicale per appropriarci delle forme compositive basilari, entreremo nella realtà del palcoscenico per sviluppare un pensiero che sia costantemente visivo, impareremo a leggere un testo letterario per imparare a leggere se stessi, gli altri e la realtà, lo scomporremo per studiarne le impalcature e le tecniche, compareremo gli aspetti fondamentali dell'arte narrativa con i risultati degli esercizi, fino a ridurre il divario fra intenzione di scrittura e prodotto finale e raggiungere la piena consapevolezza della propria scrittura. Capiremo insieme perché un testo è grande. E perché altri non lo sono.
Studieremo i grandi autori analizzandone la struttura narrativa e la grandezza letteraria.
Studieremo miti, archetipi e cosmogonie, la storia del pensiero classico e moderno, il linguaggio cinematografico, la struttura della narrativa e la storia del teatro. Ci occuperemo di psicologia della creatività e di etica della letteratura.
Capiremo come articolare un testo e qual è il ruolo dello scrittore, come scrivere una pièce teatrale o un romanzo e contemporaneamente scopriremo che scrivere vuol dire anche affrontare il proprio universo concettuale e la propria visione del mondo in un unico inscindibile progetto di vita.
Impareremo anche a lavorare insieme, a capire che il confronto è un'opportunità e non una minaccia.

Gli argini del talento
Con il lavoro, lo studio e i laboratori costruiremo degli argini robusti, capaci di contenere e potenziare il talento individuale senza il rischio di disperderlo in scelte sbagliate. Ci eserciteremo a orientare i nostri scritti nella direzione che vogliamo per farli diventare, nel loro genere, testi di valore e non il frutto di una vaga ed iniziale "ispirazione" . Chi scrive potrà scegliere tono, tempo, ritmo, colore, andamento del testo attraverso l'articolazione delle tecniche e degli strumenti a disposizione. Proprio come un musicista.
Le storie che prima premevano e non potevano essere raccontate troveranno ognuna la propria dimensione, di romanzo o "pièce" teatrale, di racconto o soggetto cinematografico, generando quel "gran piacere nello scrivere" che Leopardi mette in testa ai piaceri riservati agli esseri umani.
E che a Sagarana insegnamo a raggiungere.

Nota: le foto di questo sito sono state realizzate dal fotografo Enzo Cei