Intervento guidato da Gëzim Hajdari
Le differenze culturali d'origine: conflitto o pluralità?

 

- Il confronto tra le diversità, tra la pluralità e la singolarità, ha dato vita ad uno scontro fino ad oggi onnipresente: in campo filosofico, nel quotidiano, nel sociale. A mio parere è piuttosto ambiguo e vago parlare di "differenze d'origine". Un'origine è fatta di solito da tante origini, nello stesso modo in cui una tradizione è composta da tante tradizioni. Prendiamo l'Europa: nelle sue vene scorre sangue impuro, ogni europeo viene da una migrazione e proprio la differenza che definisce l'impurità costituisce la ricchezza di cui questo paese dovrebbe avvalersi. Se ripercorriamo la storia delle civiltà del mediterraneo ci accorgiamo facilmente che è un intreccio, un incontro tra sponde, popoli, culture, individui, tra colori e sogni diversi….da questo punto di vista l'origine non è un termine che definisce. Ed è pericoloso, oltretutto, perché il mito della purezza, concetto ancora oggi sostenuto dai partigiani del nazionalismo patetico, nel passato ha gettato l'Europa in un'avventura spietata assurda quando si è trasformato in mito sciovinista, ostentazione di dominio di razza e supremazia. Prendiamo la letteratura latino-americana e ci accorgiamo che in essa si intersecano linee culturali olandesi, ebraiche, germaniche. Ma anche in Italia sono passati Feneci, Greci ,Arabi, Longobardi, Bulgari, Croati, Albanesi, Sloveni… Credo dunque che sia solo una deformazione quella di studiare, ricercare ed evidenziare le differenze originarie tra i vari paesi. Ciò implica infatti una schematizzazione che riduce e limita entro confini angusti il valore della cultura. Mi soffermo ancora su qualche esempio…la filosofia greca è considerata la madre della filosofia. Ma prima del mito greco c'era quello egizio. E ancora: parliamo di Parmenide come il padre della grande filosofia, della grande scienza, dimenticandoci l'importanza che in questo ambito ebbe l'Oriente. Un altro esempio ci viene dalle Indie, la cui grande cultura basata sulla spiritualità e sulla meditazione (che ha poi influenzato tutto l'Occidente), affonda le proprie origini nella cultura mesopotamica. La connessione tra tutte queste culture è forte e innegabile. Credo dunque che più che evidenziare le differenze, sarebbe utile ricostruire le somiglianze partendo dal presupposto che la differenza non può essere "originale". Non esiste nessuna differenza originale, non esiste nessuna cultura originale, non esiste nessuna storia originale, non esiste nessuna filosofia originale: la nostra cultura, la nostra origine, la nostra storia, la nostra filosofia, la nostra identità si basano allora su qualcos'altro che definirei piuttosto incrocio e mescolanza.


- Con questo non voglio negare che ciascuno abbia una propria, singola origine, storia, cultura, identità: ma voglio ricordare che il mito della diversità è oltre che limitante, pericoloso. Pensiamo alla storia, alle violenze che ne sono derivate. Amo pensare alla differenza come ad una possibilità per una nuova e più fruttuosa convivenza civile, di pensiero, perché no, anche letteraria.
In questo mi sento come un "distruttore di identità". Sono un distruttore di barriere: rispetto e vedo i miei confini ma ho il bisogno di superarli.
Il mio essere albanese è nelle mie gambe, nei miei occhi, ma più che "uomo albanese" sono "un uomo che cammina". Sempre in partenza. Senza meta. Il poeta è un ospite del mondo, non è un turista che sa cosa vuole visitare ed ha un programma ben preciso… Io sono un nomade, viaggio sulle orme eterne dello spazio e del tempo, e sono le orme di Abramo, che cammina verso una terrà che non conosce, non quelle di Ulisse, che tornerà alla propria casa.
Resto tuttavia convinto che questo mio percorso non costituisca un tradimento nei confronti della mia origine, ma sia invece una ricerca profonda di interazione, di scambio con l'altro, di apertura per giungere ad un nuova "virtù civile".
Attraverso la mia poesia tento dunque di oltrepassare le barriere. Insisto nel trovare somiglianze tra la mia cultura e le altre che mi circondano e che prima hanno circondato i miei antenati…anche io vengo da qualche parte…anche i miei antenati sono stati migranti e a loro volta sono venuti da qualcuno, probabilmente ancora migranti….
Pessoa diceva "io sono Europa". Io posso aggiungere: "Io sono Albania e Europa nel tempo medesimo". […]