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Sagarana VORAGINE


Simón Zavala Guzmán


 

Se tu fossi qui e mi
domandassi
a che cardine devo
accostare
l’ora del mio destino,
a che molo deve ancorarsi
la vela della mia barca,
dietro quale sipario
devo lasciare il mio dramma quotidiano;
ti risponderei
dal profondo
che la mia ora sovrasta il percorso
e germina sotto il sole
e si sparge
come intermittente
territorio d’occhi;
che la mia nave
è un’arteria lunga, veritiera,
dove viaggia la linfa della
terra
come vegetale moltitudine 
in cerca del giorno luminoso;
che il mio dramma
è il dramma dell’uomo,
la condizione del mais,
la resistenza
della città assediata;
un dramma
che cela un desiderio collettivo
di spezzare il pianeta
e porre intorno al mondo
un altro scenario.
 
 
         (Traduzione e introduzione a cura di Tomaso Pieragnolo)
 
 
 
 
 
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In língua originale:
 
VORAGINE
 
Si estuvieras aquí y me
preguntaras
en qué quicio tengo que
arrimar
la hora de mi sino,
en qué rampa debe anclar
la vela de mi barco,
detrás de qué telón
debo dejar mi drama cotidiano;
te respondería
de raíz
que mi hora está sobre el trayecto
y brota bajo el sol
y se derrama
como un intermitente
territorio de ojos;
que mi nave
es una arteria larga, verdadera
donde viaja la savia de la
tierra
como una muchedumbre vegetal
buscando el día luminoso;
que mi drama
es el drama del hombre,
la suerte del maíz, la resistencia
de la ciudad sitiada;
un drama
tras el cual hay un deseo colectivo
de quebrar el planeta
y poner alrededor del mundo
otro escenario.




Tratto da Memorial, 1996 Quito




Simón Zavala Guzmán
Simón Zavala Guzmán è nato a Guayaquil, in Ecuador, nel 1949. Laureato in scienze pubbliche e sociali, avvocato con specializzazione in vari campi del diritto, è stato professore universitario e consulente giuridico di varie organizzazioni culturali, sociali e lavorative. E’ stato presidente della Società Ecuadoriana degli Scrittori, editorialista del quotidiano “La hora” e membro della Casa della Cultura Ecuadoriana “Benjamin Carrión”. Ha pubblicato le sue poesie in riviste e quotidiani e, come coautore, “L’indice della narrativa ecuadoriana” del 1992. Ha ottenuto vari premi nazionali e internazionali tra i quali Il Premio Latinoamericano di Poesia della Fondazione GIVRE in Argentina. Ha pubblicato 15 libri di poesia ed è stato incluso in molte antologie latinoamericane e spagnole. La sua poesia appartiene ad una linea di pensiero debitrice alla generazione spagnola del 1936, che ha saputo generare un linguaggio biologico, sfrondato dall’elaborazione discorsiva delle precedenti generazioni, con una ragione emozionale che non esclude la storia comune e la biografia personale, passando attraverso il cammino dei diseredati della terra, della solitudine, dell’intimità e degli affetti. Tra rifiuto e speranza, la sua parola fonde dura realtà e visioni oniriche in un fluido discorso la cui chiave di lettura è l’amore con cui Zavala sente e conosce il mondo, il suo paese, la sua gente. Il suo ottimismo problematico e l’attenzione alle realtà politiche e sociali contemporanee, non gli impediscono di affrontare riflessioni metafisiche, il rapporto dell’uomo con il tempo (come eterno ritorno) e con la caducità umana che ci rende interi e responsabili abitanti di questo pianeta.




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