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Sagarana I COLORI DELLA FAME


Yolanda Parra


I  COLORI DELLA FAME



 

Da piccola mi avevano sempre raccontato che la fame era magra, pallida e ossuta. Che aveva il sorriso sbiadito e la gioia spenta. Che aveva la pelle nera, gialla o rossa e abitava soltanto i tanti sud del mondo. Son cresciuta desiderando d’incontrarla. Ho immaginato di guardarla in faccia e chiederle personalmente se era vero tutto quanto su di lei mi era stato detto.
Ogni volta che atterravo con la mia mongolfiera in questi meravigliosi luoghi, chiamati Sud del mondo, la cercavo fra i tanti esseri con la pelle colore del piombo avvolti nella magia della notte. Ma lì, non l’ho mai trovata. Non poteva esistere in mezzo al canto degli uccelli, al profumo dei manghi e alla musica del vento.
Un altro giorno invece, quando nemmeno ci pensavo, l’ho vista. L’ho guardata in faccia e mi son detta: ma quante cose non sapevo ancora su di te!! Non è vero che sei magra e ossuta! Rimasse in silenzio, vedendo come si nascondeva dentro ai capoti, rigorosamente neri e molto eleganti, delle persone anziane che dopo essere state pazientemente sedute per due ore al “Urban-Center” di Bologna, si mettevano in maniera disordinata in una sorta di fila, davanti ad un elegante “buffet” , chiedendo a gomitate lo spazio per riempire dei piattini che divoravano con ansia e affanno, mentre qualcuno riusciva anche ad intascare qualche bocconcino o addirittura le forchette di plastica argentate.
Era uno spettacolo surreale nell’Italia del secolo XXI. Per qualche istante si aprì lo sipario e sul palco scenico riuscì a respirare l’aria della guerra, che ancora sessantacinque anni dopo, colpiva con forza la memoria di questi esseri eredi della vera povertà umana.




Yolanda Parra: Nata in Colombia, vive a Bologna dal 1989. Dottoranda in Pedagogia, ha studiato all’Università degli Studi di Bologna, dove ha ottenuto i seguenti titoli: Laurea in Economia e Commercio, Diploma di Specialista in Relazioni Industriali e del Lavoro. Laurea Triennale in Sociologia. Si occupa di argomenti riguardanti le immigrazioni, i diritti umani, i popoli indigeni e l’educazione all’intercultura. Appassionata di cucina e studiosa autodidatta dell’antropologia e cultura dell’alimentazione




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