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Sagarana ALCUNE CELEBRI METAMORFOSI IN LETTERATURA


Lorenzo Spurio


ALCUNE CELEBRI METAMORFOSI IN LETTERATURA



 

 
Tutto scorre come un fiume
[ERACLITO]
Non c’è niente di costante tranne il cambiamento [BUDDHA]
Niente è duraturo come il cambiamento
[LUDWIG BÖRNE, Discorso su Jean Paul, 1826]
 
 
Il tema della metamorfosi è uno dei temi più utilizzati, forse anche sovrautilizzati, in letteratura. La grande attenzione al cambiamento, alla transitorietà e alla capacità dell’uomo di sapersi travestire ha sempre interessato l’uomo. Il travestimento, il travestitismo, l’ermafroditismo, la vecchiaia, la putrefazione sono tutti fenomeni di metamorfosi che implicano pertanto un prima e un dopo, un inizio, una fase di crescita o di maturazione e una fine. Ovidio nelle famose Metamorfosi descriveva una serie di trasformazioni di personaggi mitologici in altrettanti animali, fiori o piante. Si tratta dunque in questo caso di processi di deumanizzazione, come non ricordare Filomela che viene trasformata in usignolo, Aracne in un ragno ma anche Adone in anemone, Eco in una roccia e Narciso nell’omonimo fiore. Non va neppure dimenticato Lucio che nell’Asino d’oro o Le Metamorfosi di Apuleio si trasforma in un asino, capace però di pensare, conservando dunque la componente razionale. Si tratta di scritti dal potere magico e che hanno una qualche finalità didattica. Il tema del cambiamento d’identità, della spersonalizzazione, della trasformazione e del camuffamento ha sempre permesso agli autori di spaziare nelle loro trame narrative e di costruire testi originali ed interessanti. Ma la metamorfosi non è solo un cambio di aspetto, un travestitismo, ha a che fare con un processo continuativo di invecchiamento, crescita, sviluppo, maturazione o, in alcuni casi, di trasformazione totale.
Se diamo uno sguardo più attento alla letteratura a noi contemporanea non possiamo fare a meno di citare Le Avventure di Pinocchio di Carlo Collodi in cui il protagonista, da pezzo di legno, passa a burattino e infine a bambino e in carne ed ossa e tutti i personaggi di narrazioni fantastiche che, in virtù dei loro poteri, riescono a trasformarsi e ad assumere identità diverse sottoponendosi a metamorfosi d’identità espressamente volute: in Harry Potter Albus Silente si trasforma in fenice, il conte Olaf in Una serie di sfortunati eventi di Lemony Snicket utilizza le più disparate maschere 2
 
per l’ottenimento dei suoi scopi. Ma non vanno neppure dimenticati personaggi come il licantropo, che di notte si trasforma in lupo e il vampiro che si trasforma in pipistrello.
Nella letteratura contemporanea tre delle più interessanti e riuscite narrazioni sul tema della metamorfosi sono La Metamorfosi (1915) di Franz Kafka, Il naso (1836) di Nikolaj Gogol e Il seno (1971) di Philip Roth. Dei tre è sicuramente il primo il più famoso. In esso si racconta della metamorfosi inaspettata di Gregor Samsa che una mattina, svegliatosi, scopre essere uno scarafaggio. Il personaggio deve adattarsi alla nuova vita e scopre che non è per niente facile; dalla famiglia viene estraniato e tutti pensano che Gregor scarafaggio non sia capace di capire, ragionare e provare sentimenti. Così, dopo che il padre prende a bombardarlo con delle mele, Gregor rimane ferito ma lo è ancor più nell’anima e, dopo poco tempo, solo e incompreso da tutti muore. Kafka, oltre a sottolineare il clima di spersonalizzazione e di alienazione del protagonista, sottolinea però anche il tema economico: è Gregor l’unico a portare soldi a casa e, con la sua metamorfosi e poi con la sua morte, i problemi economici in famiglia cominciano a farsi sentire ed ogni membro dovrà darsi da fare.
Ne Il seno di Philip Roth è evidente l’intento parodico e comico dell’autore il quale ci narra della metamorfosi del signor Kespesh, un professore di letteratura contemporanea, in un seno femminile. Se in Kafka il protagonista si trasformava in un altro essere vivente qui in Roth il protagonista si trasforma in una porzione anatomica della donna, la mammella, un ammasso di tessuto adiposo dalla conformazione arrotondata con un capezzolo penzolante e altamente sensibile. Non ha occhi, né mani né gambe ma, come lo scarafaggio di Kafka, è in grado di pensare. Il protagonista dovrà fare i conti con questa nuova realtà, particolarmente ridicola, e il racconto è ricco del consueto maschilismo ed erotismo spudorato di Roth. E’ lo stesso signor Kespesh, una volta constata la sua trasformazione, la sua “senificazione”, a paragonarsi a Gregor Samsa e al protagonista del racconto Il naso di Gogol, tessendo un clima di riferimenti e rimandi letterari accomunati dal tema della metamorfosi.
In Il naso di Gogol il barbiere Ivàn Jakovlèviè, dopo aver fatto colazione e pronto per andare a lavoro, si trova nel taschino della giacca un naso.1 E’ una scoperta abbastanza bizzarra, si tratta del naso di un suo abituale cliente, l’assessore di collegio
1 La vicenda della perdita del naso contenuta nel racconto di Gogol ci ricorda il motivo originario della storia contenuta nel romanzo Uno, nessuno e centomila (1926) di Luigi Pirandello dove il protagonista, Vitangelo Moscarda, in seguito a una serie di rivelazioni diverse e contrastanti fatte sul suo naso da più persone, non sa più chi è e questo lo conduce a una vera e propria spersonalizzazione e frammentazione dell’io. 3
 
Kovalèv il quale, appena alzatosi, fa l’inquietante scoperta. Gira per la città alla ricerca del suo naso e lo vede vestito in alta uniforme scendere da una carrozza per poi andare in chiesa a pregare (è evidente quanto Gogol sia un maestro del comico grottesco) e infine in una stamperia di un giornale affinché pubblichino un annuncio in cui si chiede di aiutarlo a ritrovare il suo naso. Ma in questo racconto, più che di vera e propria metamorfosi si parla di una sorta di surreale amputazione di una parte del corpo e lo stesso Kovalèv osserva: «Fossi senza un braccio o senza una gamba, sarebbe meglio; fossi senza orecchie, sarebbe brutto e tuttavia sempre più sopportabile; ma senza naso lo sa il diavolo che cos'è, un uomo: uccello non è, cittadino nemmeno, è solo qualcosa da prendere e buttar fuori della finestra! E magari me l'avessero mozzato in guerra o in un duello o fossi stato io stesso la causa di ciò, ma è sparito senza un motivo, è sparito senza un perchè, così!... Ma no, non può essere! […] È inverosimile che un naso sparisca; è inverosimile sotto tutti i punti di vista. Di sicuro sto sognando oppure ho un'allucinazione». Ma a differenza dei cartoni animati in cui i protagonisti si attaccano al corpo mani, braccia, testa che hanno precedentemente perso in varie traversie, una volta che l’assessore Kovalèv trova il suo naso, non riesce a riattaccarlo al volto e ci riuscirà solo dopo varie vicissitudini, ritrovando infine la felicità della quale era stato privato quella mattina appena alzato.
Questi tre racconti (Kafka, Roth e Gogol) utilizzano la trasformazione del corpo e la metamorfosi in modi e finalità diverse: la metamorfosi di Gregor Samsa in scarafaggio si conclude con la sua morte desolata, la “senificazione” del professor Kespesh verrà alla fine accettata dal protagonista il quale imparerà a vivere sotto questa nuova forma e l’assessore Kovalèv, invece, dopo un’inquietante trasformazione, riesce a ritornare quello di una volta. Si tratta di trasformazioni comiche e divertenti che ci fanno ridere ma al tempo stesso anche riflettere perché, come ci insegna Gogol nel fantastico c’è spesso qualcosa di vero, nell’assurdo si insinua a volte l’ordinario: «[D]ov'è che non si verificano delle cose inverosimili? E a rifletterci bene, in tutto questo, davvero qualcosa c'è. Si può dir quello che si vuole, ma simili avvenimenti al mondo accadono, di rado ma accadono».
Degna di attenzione è anche la metamorfosi sessuale che viene narrata in Middlesex (2002) di Jeffrey Eugenides, quella di una persona nata ragazza che, con il passare del tempo, passa ad essere ermafrodito ed infine ragazzo. Eugenides è un sapiente scrittore e riesce a coinvolgere il lettore con questa trama atipica, con questo tema difficile e insidioso tenendo il lettore a bocca aperta per l’intera narrazione. 4
 
Virginia Woolf aveva già narrato qualcosa di simile, sebbene il processo avveniva nel percorso contrario: nel romanzo Orlando (1928), infatti, un giovane si trasformava in una donna.
Se decidiamo però di sviscerare il tema della metamorfosi dalla letteratura dobbiamo allora osservare che si tratta di uno stato che ci accomuna tutti. L’uomo è per sua natura un corpo in continua crescita, corruttibile, esposto a malattie e allo scorrere del tempo e la sua esistenza è marcata da continui episodi che ne intaccano o meno il suo corpo. Così l’uomo vive una metamorfosi continua, senza accorgersene, perché si attua in maniera lenta e silente. E’ un percorso di crescita e allo stesso tempo di invecchiamento nel quale però anche la componente immateriale, emotiva, l’animo segue lo stesso procedimento. Le storie alle quali si è brevemente accennato hanno la volontà di sottolineare mediante metamorfosi singolari, grottesche e improbabili proprio il carattere transitorio e mutevole del genere umano e, con esso, di ogni altra cosa di vivente e di non vivente. Si tratta di scritture interessanti e curiose che in chiave comica riescono a far riflettere e a farci interrogare su un tema tanto vasto, oscuro e labirintico, quello del panta rei, per dirla con Eraclito o, se decidiamo di condividere un’interpretazione filosofica-esoterica sulla reincarnazione e la trasformazione continua dell’essere, allora potremmo concludere con un famoso enunciato del chimico Antoine Lavoisier: «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma». Anche in letteratura.
 
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BIBLIOGRAFIA
Collodi, Carlo, Le avventure di Pinocchio, Milano, Mondadori, 2009.
Eugenides, Jeffrey, Middlesex, Milano, Mondadori, 2009.
Gogol, Nikolaj, Il naso-Il ritratto, Milano, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 1989.
Kafka, Franz, La metamorfosi e altri racconti, Milano, Garzanti Libri, 2001.
Ovidio, Le Metamorfosi, Milano, Mondadori, 2007.
Pirandello, Luigi, Uno, nessuno e centomila, Milano, Garzanti, 2007.
Roth, Philip, Il seno, Torino, Einaudi, 2005.
Woolf, Virginia, Orlando, Milano, Oscar Mondadori, 2002.




Lorenzo Spurio
Lorenzo Spurio è nato a Jesi, in provincia di Ancona nel 1985. Nel 2011 ha conseguito la laurea magistrale in Lingue e Letterature Moderne all’Università degli Studi di Perugia con una tesi di letteratura inglese dal titolo “Comportamenti devianti e spazi claustrofobici nella scrittura di McEwan” e nel 2008 la laurea triennale in Lingue e Letterature Moderne Comparate all’Università di Urbino “Carlo Bo” con una tesi di letteratura inglese dal titolo “Il concetto di ‘wyrd’ nel poema Beowulf”. Grande appassionato di letteratura straniera, ha scritto alcuni saggi e testi critici su alcune opere della letteratura del periodo vittoriano e modernista. Nel 2011 ha pubblicato Jane Eyre, una rilettura contemporanea (Lulu Edizioni) una raccolta di saggi sul romanzo Jane Eyre di Charlotte Bronte. Ha scritto, inoltre, un nutrito numero di racconti che ha pubblicato su varie riviste di letteratura e cultura italiana tra le quali Osservatorio Letterario - Ferrara e l’altrove, rassegna di poesia, narrativa e saggistica; La Ballata, rivista d’arte e cultura; Sagarana, rivista trimestrale di cultura; Il Leviatano, rivista di cultura e attualità; Frigidaire, mensile d’attualità; Inverso, quadrimestrale di poesia; Aeolo, rivista letteraria; Slavia, rivista trimestrale di cultura; Il Grandevetro, bimestrale di immagini, politica e cultura, Reti di Dedalus, rivista online del sindacato nazionale scrittori e con la rubrica “Scriptorium” del quotidiano Il Legno Storto. Dal 2010 è redattore della rivista di letteratura e cultura Segreti di Pulcinella diretta da Massimo Acciai e collaboratore della rivista d’arte Parliamone diretta da Bartolomeo di Monaco. E’ autore di Blogletteratura e cultura dove pubblica testi critici, recensioni di libri e film, interviste ad autori esordienti, articoli di cultura, segnalazioni, poesie di altri autori e analisi di opere letterarie della letteratura mondiale e direttore della rivista di letteratura Euterpe fondata nell’ottobre del 2011.




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