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Sagarana SESSUALITà E PERVERSIONE IN BUKOWSKI 1


Lorenzo Spurio


SESSUALITà E PERVERSIONE IN BUKOWSKI 1



 

 
 
                   «Signori» dico. «E’ impossibile cavarsela con le donne.
                    È assolutamente impossibile.»2
 
 
 
Bukowski non è un autore pervertito né ripetitivo. È semplicemente un grande scrittore che sonda la realtà, la sua realtà, mettendo in luce problematiche e temi molto forti ma al tempo stesso importanti. La scurrilità e la volgarità di certi termini spesso impiegati dal narratore si limitano a dipingere una realtà, spesso difficile, traumatica, che deriva da una serie di problematiche sociali. Le parolacce, gli insulti o le imprecazioni non hanno il fine di allontanare dalla lettura del suo testo il lettore attento alla moralità o paladino della religione, ma è funzionale a rendere al meglio la situazione di indigenza, di estraniamento e di aberrazione del protagonista. La violenza sessuale non è qualcosa che Bukowski auspica in una società di diritto, ma è un chiaro esempio di ciò che accade in una realtà disagiata, di periferia, dove mancano soldi, igiene e valori. Gli stupri o le altre devianze sessuali alle quali assistiamo leggendo la narrativa breve di Bukowski sono dunque, sotto questo punto di vista, quadretti impressionistici di realtà da dimenticare e dalle quali fuggire. 
Bukowski non è cattivo né crudele. È semplicemente un figlio del suo tempo. Quasi sempre il protagonista è però connotato negativamente perché sfiduciato ed oppresso, diventa portatore di violenza, odio, terrore e, in alcuni casi, di morte. La società di Bukowski è una società complessa. Complessa non perché si basi su una stratificazione sociale e sulla divisione di compiti, complessa perché è completamente dominata dal caos. La mancanza di un’introduzione, di una descrizione iniziale che ci introduca alle storie dei suoi racconti, contrasta con l’onnipresente riferimento alle strutture spazio-temporali che spesso vengono rese in maniera molto particolareggiata, quasi ossessiva. La narrativa di Bukowski è diretta, tagliente, scioccante, ma allo stesso tempo condensata, forte, precisa. Spesso utilizza interi paragrafi solamente per descrivere l’abbigliamento di una donna e una sola frase (rigorosamente in discorso diretto e contenente improperi) per dirci che ha fatto l’amore con quella donna. Bukowski sa cogliere i tempi e gli spazi. Non si dilunga ma neppure è troppo succinto. È semplicemente diretto e spontaneo, evita di censurarsi, di porsi limiti. Scrive in maniera fluida e leggera. La lettura risulta accattivante, intrigante e ricca di emozioni forti. Per qualcuno addirittura di disgusto. La complessità della società che Bukowski descrive può essere compresa solo prendendo in considerazione cos’è che in essa manca. Bukowski evita di dirci cosa possiede, proprio perché non ha niente. Non ha una donna fissa, non ha una famiglia, non ha parenti, non ha denaro e quasi sempre non ha una casa e vive in affitto. Il protagonista della gran parte delle sue storie e suo alter ego, Henry Chinaski è un solitario, un emarginato, un ribelle, un violento, un alcolizzato, insomma una persona dalla quale si dovrebbe stare alla larga. In realtà avviene il contrario perché in fondo Chinaski nelle sue storie non è così solo e noi lettori ci appassioniamo alle sue storie strampalate, alle sue disavventure. I vari episodi mettono in luce un personaggio superficiale ma al tempo spesso vendicativo e spietato.
Le varie vicende che colpiscono Chinaski non gli permettono di farlo approdare a una vita migliore, a una società “normale”. Le sue disavventure potrebbero essere analizzate come una sorta di romitaggi picareschi calati nella società delle periferie americane degli anni ’70. Denominatori comuni dei suoi racconti sono la frequentazione di bar e di bordelli, prostitute, assassini, ladri, la violazione della persona, la violenza sessuale, l’utilizzo eccessivo dell’alcool e lo stordimento che da questo deriva, l’inferiorità della donna. A tutto questo si aggiunge la mancanza della legge. In realtà non è che la legge manchi, ma Bukowski vive come se non esistesse. La religione viene semplicemente negata, derisa o bestemmiata. Bukowski tramite il famoso Henry Chinaski e i suoi altri personaggi distrugge sostanzialmente i fondamenti dello stato di diritto: la giustizia, il rispetto, la necessità di sottostare a divieti e rispondere a obblighi, la società intesa come luogo di aggregazione e di crescita. Vengono a mancare anche la morale o, più esattamente, Bukowski risponde a un tipo di morale sovversiva, che è la sua morale. Una morale che si basa sul menefreghismo, sulla violenza, sulla riluttanza a conformarsi con il prossimo. Spesso Bukowski si beffa del lavoro e quindi anche di un altro aspetto molto importante della vita dell’uomo. Bukowski sovverte quella che per noi è la normalità e ci fornisce un suo stile di vita che, ai nostri occhi, non può che essere considerato anomalo, immorale e perverso.
Quello che non manca nella narrativa del grande americano è la cultura. I personaggi di Bukowski fanno spesso riferimento a testi letterari, ad autori, soprattutto della beat generation e affini a Bukowski stesso (Ernst Hemingway, Jack London, John Fante, Dylan Thomas..), alla musica, ad un certo tipo di musica. Questo aspetto potrebbe essere un elemento da analizzare in dettaglio per capire che tipo di letteratura legga Chinaski e gli altri personaggi bukowskiani.
Alcuni temi o elementi che troviamo spesso nella narrativa di Bukowski sono la sessualità violenta, aggressiva, e addirittura, in certi casi, deviante (stupro, incesto, feticismo, pedofilia); l’abuso di alcool (birra, vino, whisky) e l’uso smodato di tabacco, l’hobby delle scommesse sui cavalli, il tema del suicidio e tutti gli elementi che connotano uno stato di indigenza materiale che origina una sorta di misantropia universalistica.
Se Bukowski spesso presenta delle tematiche comuni che si ripetono nella sua narrativa breve e nei suoi romanzi, non è che lo faccia perché è un autore privo di fantasia e di originalità. Semplicemente descrive com’è Chinaski, il suo mondo e il suo comportamento con gli altri. Proprio per questo, a mio avviso, non si dovrebbe considerare Bukowski privo di originalità, monotono e ripetitivo.
In un racconto Chinaski illustra chiaramente cosa pensa del mondo, dei buoni e dei cattivi, cosa gli piace e cosa no. Rifugge dal normale e dal consono e ama lo spregevole, il deviato:
 
Come può dirvi chiunque, non sono un tipo molto gradevole. Non so nemmeno cosa voglia dire. Ho sempre ammirato i cattivi, i fuorilegge, i figli di puttana. Non mi piacciono gli uomini perfettamente rasati, con la cravatta e un buon lavoro. Mi piacciono gli uomini disperati, con i denti rotti, il cervello a pezzi e una vita da schifo. Sono loro che mi interessano. Sono pieni di sorprese. Ho anche un debole per le donnacce, quelle che si ubriacano e bestemmiano, che hanno le calze molli e il trucco sbavato. Mi interessano di più i pervertiti dei santi. Mi rilasso con gli scoppiati perché anch’io sono uno scoppiato. Non mi vanno le leggi, la morale, la religione, le regole. Non mi va di essere plasmato dalla società.3
 
Uno dei temi fondamentali che non è possibile eludere quando si analizza Bukowski-Chinaski è il tema del sesso. Esso costituisce un filo rosso nella narrativa di Bukowski. Si tratta di una sessualità atipica, esasperata, violenta e in molti casi perversa. Sessualità e perversione sessuale spesso in Bukowski vanno di pari passo.
Il personaggio di Chinaski si caratterizza per non avere una situazione sentimentale stabile. Spesso viene detto che in passato è stato sposato e che poi si è separato dalla moglie. Riferimenti ai figli non ci sono quasi mai perché la sessualità di Bukowski è una sessualità sterile. Sterile nel senso che non è intenzionata alla riproduzione. La sessualità in Bukowski è autoreferenziale e viene a significare semplicemente ciò che il termine significa.
Nei vari racconti veniamo a conoscenza delle avventure amorose di Chinaski. Chinaski non conquista mai una donna in maniera dolce e romantica. Non c’è mai un vero corteggiamento, per lo meno come lo intendiamo noi. Chinaski conosce delle donne in maniera veloce, spesso nei bar mentre si sta ubriacando o per strada. Le conosce in maniera sfuggente e poi ci finisce sempre a letto. Addirittura, in alcuni racconti, Chinaski ci fa l’amore e poi gli chiede come si chiami. Verrebbe da pensare a Chinaski come una sorta di “Don Giovanni di periferia” intenzionato a collezionare conquiste. Ma più che conquiste e pavoneggiarsi del suo fascino sulle donne, a Chinaski delle donne interessa solo una cosa: il sesso.
 
Quella notte, a letto, mi fermai nel bel mezzo della scopata e la guardai.
HANK: <<Come ti chiami?>> le chiesi.
PEPPER: <<Cosa te ne frega di saperlo?>>
Mi misi a ridere e riattaccai.4
 
L’approccio di Chinaski nei confronti di una donna avviene spesso in maniera bizzarra, in situazioni al limite del grottesco. Addirittura in un racconto in cui il personaggio è molto malato e si trova all’ospedale Chinaski non può fare a meno di guardare le gambe dell’infermiera. La sessualità è un elemento insopprimibile nello scrittore americano. Eliminando questo aspetto non avremmo Bukowski.
I rapporti sessuali, le notti a letto, i momenti di intimità vengono descritti da Bukowski spesso in maniera molto veloce ma altrettanto vivida, facendo ricorso a parole volgari, oscenità o descrizioni particolari dell’incontro carnale. Non sono infrequenti parole sconce, insulti alla donna e, addirittura, violenze di vario tipo. Vediamone di seguito alcuni esempi.
 
Non facevamo altro che scopare e parlare e bere, parlare e bere e scopare. Liti violente che terminavano in una scopata. Lei era una porcellina tenera tenera, con la fica stretta e fremente.5
 
ANN: <<Perfetto, perché non te ne torni da Pattie?>>
JACK: <<Perché adesso ci sei tu e non posso mantenere più di una troia per volta.>>
ANN: <<Troia hai detto?>>
JACK: <<Sì, troia.>>6
 
Le afferrò la testa tra le mani. Poi si ritrasse e la guardò negli occhi. <<Puttana>> le disse. <<Brutta puttana!>>. La baciò di nuovo, con violenza. Ricaddero insieme sul letto. Harry si liberò delle scarpe con un calcio, senza mollare la presa. Poi si slacciò i calzoni e se li tolse, tenendola ferma e continuando a baciarla. <<Troia, non sei che una sporca troia..>>7
 
Mi piacerebbe frustarti con la cintura sulle gambe, sul culo, sulle cosce. Vorrei farti tremare e piangere e poi, quando fossi tutta piangente e tremante, te lo sbatterei dentro in un gesto di amore puro.8
 
Bukowski descrive in maniera diretta gli approcci con le donne che incontra, i rapporti sessuali o le situazioni di intimità, senza evitare di utilizzare un linguaggio esplicito e forte. Secondo molti Bukowski in questi ambiti sconfina nella vera volgarità e nella fissazione sessuale per l’altro sesso. In molte di queste descrizioni sembra essere la donna, ancor più del protagonista Henry Chinaski, ad essere soggetta a una vera e propria fissazione sessuale. Molte delle donne di Chinaski vogliono fare l’amore di continuo ed è lui spesso a rifiutare o a dire che farlo troppo spesso non gli piace:
 
Lydia voleva scopare almeno cinque volte la settimana. Io preferivo tre volte.9
 
CHINASKY: “Lydia, il sesso non è tutto! Sei ossessionata dal sesso. Per amor di Dio, dammi un attimo di tregua!”10
 
Ritengo rilevante riportare alcuni dei passi che riguardano le situazione di intimità descritte in maniera cruda, i rapporti sessuali di Chinaski con le varie donne:
 
La inchiodai contro il lavandino e cominciai a strusciarle addosso l’uccello. Lei mi spinse via ma riuscii a riacchiapparla in mezzo alla cucina. Lydia mi prese la mano e se la spinse giù nei jeans dentro le mutandine. Con la punta del dito sentii la fica. Era bagnata. Continuai a baciarla e la spinsi il dito dentro la fica.11
 
Strofinai le labbra sulle sue, delicatamente. Mi si drizzò l’uccello. Sentii i seni contro di me. Ne presi uno e cominciai a succhiarlo. Sentii il capezzolo indurirsi. Mindy si mosse. Allungai una mano e gliela feci scivolare lungo la pancia, giù verso la fica. Cominciai a sfregargliela, piano.
È come aprire un bocciolo di rosa, pensai. Cose come questa hanno un significato. Sono belle. Come due insetti in un giardino che muovono lentamente l’uno verso l’altro. Il maschio pratica la sua lenta magia. La femmina si apre piano. Bello, bello. Due insetti. Mindy si sta aprendo, è bagnata. È bella. Poi la montai. Glielo infilai dentro, con la bocca sulla sua.12
 
Alla fine ci svestimmo e andammo a letto, prima Mercedes, poi io. Cominciammo a baciarci e io le sfregai un po’ la fica. Lei mi brancò l’uccello. la montai. Mercedes se lo mise dentro. Aveva una bella fica stretta, me lo strizzava che era una meraviglia. Le feci sospirare per un po’, tirandolo fuori quasi tutto e muovendo solo la cappella. Poi glielo infilai dentro fino in fondo, piano, pigramente all’improvviso le menai 4 o 5 colpi, e lei cominciò a sbattere la testa sul cuscino. “Arrrrgg..”  disse. Poi mi calmai e cominciai a pompare naturalmente.13
 
Cominciai ad accarezzarle la fica. Era tutta bagnata e io ero eccitato. Le montai sopra. Glielo schiaffai dentro pensando a tutta quella carne, a tutta quella bella carne giovane. Prese tutto quello che avevo da darle. Fu una bella scopata. Una gran bella scopata. Dopo, Iris andò in bagno. Mi sdraiai pensando a che bella scopata era stata. Iris riapparve e tornò a letto. parlammo. Passò un’ora. Poi ricominciammo da capo.14
 
Varie volte l’eccessivo alcool assunto da Chinaski non gli permette di avere o di concludere buone prestazioni sessuali:
 
Gertrude era più vogliosa, Hilda era più giovane. Allargai buchi, montai sopra l’una, poi sopra l’altra, senza metterglielo dentro. Alla fine decisi per Gertrude. Ma non ce la feci. Ero troppo ubriaco. Io e Gertrude ci addormentammo, la sua mano sul mio uccello, la mia sulle sue tette. L’uccello si ammosciò, le tette rimasero belle dure.15
 
Le varie donne che ci vengono descritte sono ragazze, donne mature, a volte persino anziane o bambine. A Bukowski piace l’intero genere femminile, passando per le varie età di crescita. Spesso ci informa sull’età e l’appartenenza sociale delle donne che incontra:
 
Una troia di gran classe mi stava minuziosamente esplorando. Sembrava una troia dell’alta società, ricca, istruita e tutto – bel corpo, bella faccia, bei vestiti, e così via.16
 
Fu allora che incontrai una donna in un bar, un po’ più vecchia di me, piena di buonsenso. Aveva ancora delle belle gambe, uno strano senso dell’umorismo e abiti molto costosi. Si era ridotta così dopo essere stata con un uomo ricco.17
 
Ci sono rimasto circa tre ore, a bere e a pagar da bere a quella senza la pezza in testa. Non era male: scarpe costose, belle gambe, bel culo. Molto vicina allo sfascio, ma è cosi che sono più sexy, almeno per me.18
 
I rapporti con queste donne sono casuali, sporadici, saltuari o addirittura unici nel senso che Chinaski ama cambiare donna e non ama relazioni lunghe, noiose e soprattutto serie.
Nell’universo di Bukowski la donna non è espressione di una femminilità che ha bisogno di protezione e che aspira a una famiglia. E’ una femminilità semplice, spogliata di questi aspetti che nella nostra società sono invece importanti.
La donna in Bukowski è semplicemente un attributo dell’uomo, così come la bottiglia di birra, il sigaro e la schedina con le scommesse. La donna viene in questo senso ad assumere quindi una funzione oggettuale e per questo viene insultata, maltrattata, menata, violentata e scaricata per un niente. Sotto questo punto di vista manca decisamente una visione paritaria dei sessi in Bukowski anche se è vero che spesso ci sono in vari romanzi donne che non cedono a Chinaski, che non si lasciano portare a letto o mettere le mani addosso e che conservano invece una loro vera identità e forza d’essere. Pur tuttavia, quest’ultimo tipo di donne sono decisamente inferiori alle altre, alle sue vittime, se così possono essere definite.
Il tema della donna è fondamentale in Bukowski. Credo che non esista o per lo meno siano pochissimi i racconti che non presentino un personaggio femminile o che non facciano riferimento a una donna conosciuta o posseduta da Chinaski. Alla luce di questo discorso risulta maggiormente comprensibile la ragione per cui nel 1978 Bukowski titolò il suo nuovo romanzo Donne (Women). Si tratta di una variegata carrellata di storie di donne con le quali Chinaski entra in contatto. Ma anche attraverso i numerosi racconti Bukowski ci consegna un mondo femminile variegato, quasi sempre soggetto alla violenza e alla forza maschile.
Come ho avuto modo di dire precedentemente in molti casi la sessualità di Chinaski, oltre ad essere anomala e atipica, può essere definita semplicemente come perversa. Questo avviene laddove si presentano comportamenti incestuosi, feticisti e sadomasochisti. La definizione di perversione che ci da Freud è molto utile ed esplicativa in questo contesto:
 
Le perversioni consistono in attività sessuali che: a. si estendono, in senso anatomico, oltre le regioni del corpo destinate alla unione sessuale, oppure b. si limitano a certi rapporti intermedi con l’oggetto sessuale che devono normalmente essere superati con rapidità per giungere allo scopo sessuale definitivo.19
 
Nel racconto Amore a diciassette dollari e cinquanta il protagonista Robert, che ha degli strani desideri sessuali con oggetti inanimati, entra in un negozio e compra un manichino di una donna al costo di quanto enunciato nel titolo del racconto stesso. Lo porta a casa, è violento e fa l’amore con questo manichino. La descrizione della scena è abbastanza grottesca:
 
La schiaffeggiò di nuovo, poi la strinse e la baciò. Continuò a baciarla, più e più volte. Le infilò la mano sotto il vestito. Era ben fatta, molto ben fatta. Gli ricordava un’insegnante di algebra delle superiori. Non portava le mutandine. <<Puttana>> le disse. <<A chi le hai date le mutande?>>. Poi premette il pene contro il suo inguine. Non aveva il buco, ma Robert era molto eccitato. Glie lo infilò tra le cosce, in alto. Erano lisce, compatte. Cominciò a sbatterla.20
 
Ad un certo punto della storia il protagonista non solo fa l’amore con il manichino, ma dice di essersi innamorato di lei. Il finale è negativo poiché una persona estranea a questa coppia platonica si intromette nella vicenda e causa la rottura del manichino e dunque la fine di questa atipica storia d’amore.
 
Poi lei [Brenda] saltò addosso al manichino e cominciò a picchiarlo e a graffiarlo. Il manichino cadde e si schiantò contro la parete. Brenda uscì di corsa, saltò in macchina e partì a razzo. Urtò contro la fiancata di un’auto parcheggiata, lanciò una rapida occhiata e proseguì. Robert si avvicinò a Stella. La testa si era staccata ed era rotolata sotto una sedia. Sul pavimento c’erano schegge di una sostanza simile al gesso. Un braccio le pendeva inerte, e dalla rottura sbucavano due fili metallici. Robert si sedette e rimase immobile per un po’. Poi si alzò, andò in bagno, ci restò qualche istante, e tornò. Dal corridoio vedeva la testa sotto la sedia. Cominciò a singhiozzare. Era terribile. Non sapeva cosa fare. Si ricordò di quando erano stati sepolti suo padre e sua madre. Ma questa volta era diverso. Era molto diverso. Rimase lì in corridoio, a piangere, in attesa. Gli occhi di Stella erano aperti e lo fissavano, belli e freddi.21
 
Un amore strano e una relazione altrettanto atipica che mette in luce la perversione sessuale del protagonista. Questo racconto richiama alla mente un racconto di un altro autore, l’inglese Ian McEwan. Il racconto si intitola Morta venendo (Dead as They Come) e fa parte della raccolta di racconti Fra le lenzuola (Between the Sheets), pubblicata da Ian McEwan nel 1978. La storia è molto simile a quella del manichino di Bukowski. Anche qui il protagonista è attratto e innamorato da un manichino, lo porta a casa ed ha un rapporto sessuale:
 
La spogliai. Povera ragazza. Sotto il cappotto non aveva niente, al mondo non aveva niente tranne me. L’attirai a me, il suo corpo nudo contro il mio, e in quel momento vidi nei suoi occhi spalancati uno sguardo impaurito… era vergine. Le mormorai qualcosa all’orecchio. Le assicurai che ero delicato, esperto, capace di controllo. Andai fra le sue cosce a carezzare con la lingua il fetido tepore della sua vergine lussuria. Le presi una mano e chiusi le sue dita flessibili attorno alla mia pulsante virilità (oh che mani fresche). –Non avere paura, -sussurrai,- non avere paura. Scivolai dentro di lei rapidamente e agevolmente come una nave gigantesca in un porticciolo notturno.22
 
L’esito finale del manichino nella storia di Ian McEwan è tragico come lo è quello della storia di Bukowski, ma è addirittura più grottesco e impressionante.
 
[..]in quell’attimo di frenesia concepii due desideri selvaggi e affini. Violentarla e distruggerla. Con un unico improvviso gesto della mano le tolsi di dosso il grembiule. Sotto non aveva niente. Prima che avesse anche solo il tempo di respirare le fui sopra, le fui dentro, spinsi in profondità come un ariete mentre la mia mano destra si chiudeva attorno alla sua tenera candida gola. Con la sinistra le misi un cuscino sulla faccia. Venni mentre moriva.[…] La mia cara, dolce, tenera Helen giaceva morta fra le mie braccia, morta e pietosamente nuda. Svenni. Quando rinvenni mi parve che fossero trascorse delle ore, vidi il cadavere e prima di fare in tempo a girare la testa le vomitai addosso.23
 
McEwan la fa molto più tragica e scioccante, amalgamando feticismo, violenza sessuale e delirio del protagonista, ma al di là di questo devo dire che i due racconti, quello di Bukowski e quello di Ian McEwan, si assomigliano in una maniera quasi completa. Non so con precisione quale dei due venne pubblicato prima e se Bukowski lesse il racconto di Ian McEwan o il contrario. Ad ogni modo non credo. In entrambe le storie tuttavia è messa in scena la perversione feticista, dell’attaccamento ossessivo ad un oggetto materiale. Freud parla del feticismo in questi termini:
 
[Nel feticismo] l’equivalente dell’oggetto sessuale consiste in qualche parte del corpo (come il piede o i capelli) che generalmente non è affatto appropriata per costituire un fine sessuale o qualche oggetto inanimato in stretta relazione con la persona che costituisce, e preferibilmente con la sessualità di quella persona (un pezzo di vestito o di biancheria). […] La situazione diventa patologica solo quando il desiderio del feticcio arriva ad essere non solo condizione necessaria legata all’oggetto normale, oppure, ancor di più, quando il feticcio si stacca da qualsiasi persona determinata e diventa, per sé solo, l’oggetto sessuale.24
 
In alcuni casi la violenza e la perversione sessuale del protagonista sfocia in chiari episodi di bondage ossia di tecniche secondo le quali il partner viene sottomesso attraverso delle cinghie, dei lacci e delle cinture che gli vengono apposte al fine di limitarne i suoi movimenti e di accrescere la sua passività nel rapporto.
 
“D’accordo” disse Bill. Tirò fuori un foulard da un cassetto e glie lo cacciò in bocca. Poi strappò la federa facendone delle strisce e la imbavagliò. “Fatti sotto” disse Bill. La ragazza non oppose resistenza. Doveva essere in stato di choc.25
 
Alcuni personaggi di Bukowski soffrono di esibizionismo, ossia tendono a mostrare i loro organi genitali in pubblico.
 
“Senza contare che è uno schifoso esibizionista. Fa vedere l’uccello alle bambine.” 26
 
Anche limitatamente al piacere di guardare, Freud ci dice quali sono i limiti affinché questo ‘guardare’ non sfoci in una vera e propria perversione:
 
Il piacere di guardare (scopofilia) diventa una perversione a. se è esclusivamente limitato agli organi genitali; b. se oltrepassa il senso del disgusto (come nel caso dei vouyers, coloro che stanno ad osservare le funzioni di defecazione); c. se, invece di costituire una funzione preparatoria del normale scopo sessuale, lo sostituisce.27
 
Sono molti i rapporti sessuali di Chinaski o degli altri protagonisti che avvengono sotto violenza e coercizione:
 
“Avanti” disse alla ragazza. “Andiamo dietro a quelle rocce.”
“No, non voglio” rispose lei. “Lasciami stare.”
Red tirò fuori il coltellino a scatto e premette il pulsante. Le schiacciò la lama di piatto sul naso.
“Ci hai pensato a come staresti senza naso?”
La ragazza non rispose.
[…] “Andiamo, dolcezza” disse Red, spingendola verso le rocce. Red e la ragazza scomparvero dietro le rocce.28
 
A volte la violenza sessuale non viene raggiunta o si configura semplicemente come un mero pensiero e desiderio, sollecitato da avvenenti donne:
 
[…] io mi chiesi se c’era un sistema per violentare l’infermiera e battermela quando il dottore entrò.29
 
Molto spesso la donna è inizialmente consenziente al rapporto sessuale, ma poi il protagonista si comporta violentemente. In questi casi il rapporto sessuale viene a configurarsi come una sorta di stupro vero e proprio:
 
Alla fine la montai. Le misi dentro un pezzo di uccello. Era molto stretta. Lo mossi un po’ avanti e indietro e spinsi. L’uccello scivolò dentro del tutto. Era fantastica. Mi stringeva. Mi mossi e continuò a stringermi. Cercai di controllarmi. Smisi di muovermi e aspettai un po’. La baciai, aprendole le labbra, succhiandole il labbro superiore. Vidi i capelli sparsi dappertutto sul cuscino. Poi rinunciai a farla divertire e cominciai a scoparla violentemente, a menarle dei gran colpi. Pugnalate. Non me ne importava niente; il mio uccello era impazzito. Tutti quei capelli, quella faccia giovane e bella. Era come scopare la Vergine Maria. Venni. Venni dentro di lei, mi sembrò di morire, sentivo lo sperma inondarla tutta, era indifesa, e io le spruzzai la sborra fino in gola..dapertutto..le bagnai corpo e anima..ancora e ancora…30
 
All’interno della violenza Bukowski ci presenta anche storie in cui il protagonista principale non è che un pedofilo.
 
“Ti piacciono le ragazzine?” gli domandai.
“Oh, si certo.”
<<Sui quattordici anni, quattordici e mezzo?>>
“Oh Cristo, sì.”
“Ce n’è una in arrivo con il treno dell’una e mezzo da Chicago. Sarà a casa mia verso le due e dieci. È pulita, calda, intelligente. Ti chiedo dieci dollari perché è minorenne. Sono troppi?”
“No, va benissimo.” 31
 
Il racconto nel quale il tema della pedofilia viene trattato nella maniera più macabra e cruda nei confronti di un’ingenua e inerme bambina di cinque anni è Il demonio, contenuto nella raccolta Compagno di sbronze. Eccitato dalle mutandine di pizzo di una bambina, il protagonista Martin Blanchard, dopo essersi masturbato alla finestra, esce di casa e, in un garage, violenta la bambina sotto gli occhi increduli di alcuni compagni della ragazzina:
 
E’ nel suo corpo adesso, pensò Martin. Gesù, il mio cazzo dev’esser lungo quanto metà del suo corpo! Era piegato su di lei sulla sedia, la baciava e la sfondava contemporaneamente, non gliene importava proprio, avrebbe potuto strapparle via la testa immediatamente. Poi venne.32
 
Una volta compiuta la violenza, Martin se ne ritorna a casa indisturbato a bere. Dopo poco la Polizia entra in casa sua e lo massacra di botte. Sebbene in questo racconto la giustizia, la morale e lo stato alla fine prevalgono, per Martin non è cosi. Pur picchiato a sangue e condotto in commissariato continua infatti a ripetere:
 
Ho dovuto farlo…credetemi, Gesù aiutami, ho dovuto farlo.33
 
* * *
Mi sento di concludere questo breve excursus che Bukowski, attraverso il suo alter ego Henry Chinaski o gli altri personaggi, utilizza il sesso principalmente in maniera deviata. Il sesso per Bukowski è un bisogno necessario che non nasce dall’amore per il partner, ma da una necessità materiale che va appagata. Il fine, ossia il fare sesso, può essere ottenuto nelle maniere più diverse: utilizzando la violenza, utilizzando la sua fama di scrittore, minacciando, cambiando donne etc. In ogni caso il sesso per Bukowski rappresenta un fine, uno scopo e non un mezzo per ottenere piacere e accrescere il sentimento d’amore. Nelle sue storie vengono presentati episodi border line in cui c’è molto sesso e poco o per niente amore. Bukowski taglia in maniera netta con un coltello l’associazione romantica amore-sesso. Il sesso per Bukowski è allo stesso tempo l’unico modo attraverso il quale l’uomo può godersi di più la donna. Non gli importa se la donna sia ricca o povera, sana o malata di mente, simpatica o noiosa; l’importante è che la donna sia facile da conquistare, disponibile e sempre pronta a farsi portare a letto.
 
Quando mi svegliai era l’1.30 di pomeriggio. Feci il bagno, mi vestii, diedi un’occhiata alla posta. Una lettera di un ragazzo di Glendale. <<Caro Mr. Chinaski: sono uno scrittore e penso di essere bravo, molto bravo, ma gli editori continuano a rimandarmi le poesie. Come si fa a entrare nel giro? Qual è il segreto? Che cosa bisogna sapere? Ammiro molto il suo modo di scrivere e mi piacerebbe venirla a trovare e fare due chiacchiere. Porterei un paio di confezioni da 6 e potremmo parlare. Mi piacerebbe anche leggerle qualcuna delle mie poesie..>>
Quel povero disgraziato non aveva la fica. Buttai la lettera nel cestino della carta straccia.34
 
Un’analisi esaustiva e più precisa su Bukowski, un eventuale studio critico sulle tematiche della sua produzione, deve esser fatto partendo dalla triade irrinunciabile di elementi che pervadono la sua opera: donne-alcool-scommesse. Togliendo anche uno solo di questi, non avremmo Bukowski.
 
Pamplona, 07 Ottobre 2012             
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTE
1 - Henry Chinaski (o Hank) è il principale alter ego dello scrittore americano Charles Bukowski (1920-1994). Compare in numerosi romanzi e raccolte di racconti. Nel mio scritto utilizzerò il nome di Henry Chinaski per far riferimento a questo importante alter ego ma anche a tutti gli altri personaggi principali che compaiono nella sua narrativa breve e che figurano come alter ego dello scrittore.
 
2- BUKOWSKI, CHARLES - E’ questo che ha ucciso Dylan Thomas, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.151
 
3 - BUKOWSKI, CHARLES – Tu sì che hai fegato, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.135
 
4 - BUKOWSKI, CHARLES - Confessioni di un uomo abbastanza pazzo da mettersi a vivere con le bestie, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.210
 
5 - BUKOWSKI, CHARLES - Così amano i morti, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.171
 
6 - BUKOWSKI, CHARLES - Tu e la tua birra e quanto sei ganzo, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.25
 
7 - BUKOWSKI, CHARLES - Gli assassini, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.63
 
8 - BUKOWSKI, CHARLES - Un uomo, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.68
 
9 - BUKOWSKI, CHARLES. Donne, Traduzione di Marisa Caramella, Tea Due Edizioni, 1998, pag. 43
 
10 - Ibidem, pag. 95
 
11 - BUKOWSKI, CHARLES. Donne, Traduzione di Marisa Caramella, Tea Due Edizioni, 1998, pag. 16
 
12 - Ibidem, pag. 82
 
13 - Ibidem, pag. 162
 
14 - Ibidem, pag. 243
 
15 - Ibidem, pag. 206
 
16 - BUKOWSKI, CHARLES - Classe, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.74
 
17 - BUKOWSKI, CHARLES - Così amano i morti, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.170
 
18 - BUKOWSKI, CHARLES - Confessioni di un uomo abbastanza pazzo da mettersi a vivere con le bestie, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.209
 
19 - FREUD, SIGMUND – Le aberrazioni sessuali, saggio contenuto in Sessualità e vita amorosa, Traduzione di Jean Sanders, Leonardo Breccia e Delia Agozzino, Grandi Tascabili Economici Newton, 2010, pag. 28
 
20 - BUKOWSKI, CHARLES - Amore a diciassette dollari e cinquanta, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.42
 
21 - Ibidem, pag.45
 
22 - MCEWAN, IAN - Morta venendo, racconto pubblicato nella raccolta Racconti – Primi amori, ultimi riti e Fra le lenzuola, Traduzione di Stefania Bertola, Einaudi Tascabili, 1996, pag. 218
 
23 - Ibidem, pag. 229
 
24 - FREUD, SIGMUND – Le aberrazioni sessuali, saggio contenuto in Sessualità e vita amorosa, Traduzione di Jean Sanders, Leonardo Breccia e Delia Agozzino, Grandi Tascabili Economici Newton, 2010, pag. 30-31
 
25 - BUKOWSKI, CHARLES – Gli assassini, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.64
26 - BUKOWSKI, CHARLES – Ti ricordi Pearl Harbor, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.92
 
27 - FREUD, SIGMUND – Le aberrazioni sessuali, saggio contenuto in Sessualità e vita amorosa, Traduzione di Jean Sanders, Leonardo Breccia e Delia Agozzino, Grandi Tascabili Economici Newton, 2010, pag. 33
 
28 - BUKOWSKI, CHARLES – Storie di una bandiera vietcong, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.83
 
29 - BUKOWSKI, CHARLES – Dottor Nazi, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.105
 
30 - BUKOWSKI, CHARLES. Donne, Traduzione di Marisa Caramella, Tea Due Edizioni, 1998, pag. 104
 
31 - BUKOWSKI, CHARLES – Così amano i morti, racconto pubblicato nella raccolta A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Edizioni Tea, 2003, pag.167
 
32 - BUKOWSKI, CHARLES. Il demonio, racconto pubblicato nella raccolta Compagno di sbronze, Traduzione di Carlo A. Corsi, Universale Economica Feltrinelli, 2003, pag.73
 
33 - BUKOWSKI, CHARLES. Il demonio, racconto pubblicato nella raccolta Compagno di sbronze, Traduzione di Carlo A. Corsi, Universale Economica Feltrinelli, 2003, pag.74
 
34 - BUKOWSKI, CHARLES. Donne, Traduzione di Marisa Caramella, Tea Due Edizioni, 1998, pag. 198
 
 
 
Bibliografia
 
 
I.                   Romanzi e raccolte di racconti di Bukowski
BUKOWSKI, CHARLES. A sud di nessun nord – Storie di una vita sepolta, Traduzione di Maria Giulia Castagnone, Tea Edizioni, 2003
BUKOWSKI, CHARLES. Compagno di sbronze, Traduzione di Carlo A. Corsi, Universale Economica Feltrinelli, 2003
BUKOWSKI, CHARLES. Confessioni di un codardo, Traduzione di Massimo Bocchiola, Tea Due Edizioni, 2000
BUKOWSKI, CHARLES. Donne, Traduzione di Marisa Caramella, Tea Due Edizioni, 1998
 
II.                Articoli su Bukowski
CESARALE, SANDRA. Gli emarginati di Bukowski sono qui, Corriere della Sera, 12 marzo 1994:45
DI STEFANO, GIUSEPPE. Charles Bukowski sotto la maschera, Corriere della Sera, 7 settembre 2010:10
KRUMM, ERMANNO. Che strano questo Bukowski, manca lo scandalo, Corriere della Sera, 9 luglio 1998:33
LAFFRANCHI, ANDREA. Come le donne sconfitte di Bukowski, Corriere della Sera, 14 marzo 2007:41
PIVANO, FERNANDA. Bukowski, il santo bevitore, Corriere della Sera, 11 marzo 1994:31
PIVANO, FERNANDA. Bukowski maledetto e gentiluomo, Corriere della Sera, 17 dicembre 1992:34
 
III.              Altri testi letterari citati in questo lavoro
FREUD, SIGMUND – Le aberrazioni sessuali, saggio contenuto in Sessualità e vita amorosa, Traduzione di Jean Sanders, Leonardo Breccia e Delia Agozzino, Grandi Tascabili Economici Newton, 2010
MCEWAN, IAN. Racconti – Primo amore, ultimi riti e Fra le lenzuola, Traduzione di Stefania Bertola, Einaudi Tascabile, 1996
 
 




Lorenzo Spurio
Lorenzo Spurio è nato a Jesi (AN) nel 1985. Nel 2011 ha conseguito la Laurea Magistrale in Lingue e Letterature Moderne all’Università degli Studi di Perugia con una tesi di letteratura inglese. Grande appassionato di letteratura straniera, ha scritto e pubblicato alcuni saggi di critica letteraria tra cui Jane Eyre, una rilettura contemporanea (Lulu Edizioni, 2011) e La metafora del giardino in letteratura (Faligi Editore, 2011, scritto con Massimo Acciai.) Ha scritto, inoltre, un nutrito numero di racconti che ha pubblicato su varie riviste di letteratura e cultura italiana tra le quali Silarus, Osservatorio Letterario - Ferrara e l’altrove, La Ballata, Sagarana, Inverso, Aeolo, Slavia, Il Grandevetro, Reti di Dedalus e nel 2012 ha pubblicato una prima raccolta di racconti, scritti a quattro mani assieme alla scrittrice fiorentina Sandra Carresi dal titolo Ritorno ad Ancona e altre storie (Lettere Animate Editore). Dal 2010 è redattore della rivista di letteratura e cultura Segreti di Pulcinella diretta da Massimo Acciai e collaboratore della rivista d’arte Parliamone diretta da Bartolomeo di Monaco. E’ autore di Blogletteratura e cultura (ISSN 2280-6482) dove pubblica testi critici, recensioni di libri e film, interviste ad autori esordienti, articoli di cultura, segnalazioni, poesie di altri autori e analisi di opere letterarie della letteratura mondiale e direttore della rivista di letteratura Euterpe fondata nell’ottobre del 2011. E’ socio fondatore dell’Associazione Culturale TraccePerLaMeta, nata nel Gennaio del 2012, e collaboratore esterno di Limina Mentis Editore. Partecipa a concorsi letterari nazionali per la sezione narrativa riportando lusinghiere segnalazioni e attestazione. E’ stato ed è membro di giuria in vari concorsi letterari.




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