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Sagarana COME TUA MADRE


Aldo Galeazzi


COME TUA MADRE



 

"Potrei dirti una cosa a proposito di tutti i tuoi cambiamen­ti," dissi allora, "tutte le tue rincorse da una parte e dall'altra ti hanno fatto solo diventare come tua madre. Sei arrivata a scuola bruttina e con gli occhiali, è un pezzo che non li porti più, avevi solo i soldi dalla tua, poi la natura ti è venuta incontro e in un anno eri a fare le sfilate.
Quel carciofo del tuo manager ti scarrozzava sulla Porsche a destra e sinistra e per questo e per i suoi trent'anni più di te ogni tanto si aggiudicava un pompino. Ma non eri soddisfatta, trop­po giovane e troppo esuberante per quella carcassa d'uomo, e poi più che reginetta degli stabilimenti balneari non t'aveva fatto diventare. Lì però eri veramente una regina, mi sembra che te ne sei sbattuti parecchi in quelle cabine, sai che mi dicesti una volta... contro la malinconia".
"Tutto bene signor Falco?" chiese l'infermiera facendosi sulla porta, "Sì grazie".
"Le porto un altro po' di caffè?"
"No, non importa, va bene così".
"Se avesse bisogno di me sono all'ingresso".
"Grazie". Aspirai l'onda di profumo mista a disinfettante che si lasciò dietro, non fosse stato per quel gran culone sarebbe stata proprio uno schianto di donna.
"T'assomiglia un po', non trovi? Tutt'e due siete un po' fuori serie, ma tanto non lo devi più agitare davanti a nessuno, il suo dovere l'ha già fatto.
Forse il tuo sbaglio più grande è stato sempre quello di voler aderire per forza alla persona che ti stava accanto, frustrando la tua vera natura di casalinga brontolona e conservatrice. Hai trovato me e ti sei messa a bere e a scrivere poesie e a lamentarti per non essere l'unico mio pensiero. Prendevi troppo poco, ci siamo presi a calci in culo e ti sei messa coi fricchettoni e quindi eccoti a fare la fricchettona drogata; ma non era il tuo posto, li hai rinnegati e allora via libera al tentativo di fuga d'amore da due cuori e una capanna col bellone di turno che però ha lasciato a piedi te e il tuo cuore spezzato quando se ne è andato con una strafica spagnola.
Che ti restava da fare se non prendere il posto di tua madre, arpionare il primo danaroso e bruttoccio amico di famiglia, sta­bilirti a casa sua e scagliarti contro di lui, i suoi noiosi amici, la sua ex-moglie, con tutta la potenza della tua isteria, della tua superficialità, d'altronde la vita aveva tradito i tuoi meriti, le tue aspettative... lui mi fa pena veramente".
Guardai ancora un po' la goccia che scendeva lenta nella flebo, il tuo sorriso cretino nel sonno e me ne andai.






Racconto tratto dalla raccolta Re solo; Edizioni Erasmo, Livorno, 2009.




Aldo Galeazzi
Aldo Galeazzi, classe '73, vive e lavora a Livorno. Con Re Solo propone una raccolta composita e variegata di 21 testi che attraversano la sua proŽduzione offrendone un campione significativo. Almeno dieci sono racconti nel senso pių canonico del termine. Narrazioni brevi ispirate al racconŽto americano degli anni Trenta e Quaranta (hard boiled), in cui niente č lasciato al caso e dove a orientare č lo sguardo che rimesta nel sordido dell'esistenza di chi avrebbe potuto fare molto e non ha fatto, di chi era in potenza e non č stato, senza nulla concedere a un linguaggio che fa eco all'amarezza attraverso un prosaico lirismo.




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