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Sagarana DAL PIúTARDI


Brano tratto dal romanzo Dov’è la Vittoria?


Lorenzo Busson


DAL <em>PIúTARDI</em>



(…) Sono stanco. Per fortuna è sabato. Io e Nico andiamo al Piùtardi. Non so perché. Non mi piace quel posto. Nel pomeriggio siamo andati a trovare Mario Scarparo, che fa il pittore in una stradina in centro. Quando ci servono dei soldi andiamo a trovarlo. Lui ha ottantasette anni e tutte le mattine parte in corriera da Lendinara.

Viene a dipingere nella sua bottega qui a Rovigo e nei suoi quadri ci sono vasi di fiori, tavolini, finestre e qualche volta anche dei cessi. Dipinge solo quando c’è il sole e la luce entra dalla finestra. Se non c’è il sole va a bersi delle ombre al bar da Zestèa. Ci sarebbe anche un filo elettrico che pende dal soffitto, ma lui non ci ha mai attaccato una lampadina. Mario Scarparo bisogna farlo

parlare dei fascisti e dei partigiani, che si agita tutto, bestemmia, dice di come è scappato in montagna e della mitragliatrice. Insomma, tutti discorsi che noi abbiamo sentito mille volte, ma servono a tenerlo impegnato mentre infiliamo le mani in mezzo ai colori dove tiene i soldi. Freghiamo ogni volta venti o trenta o anche cinquanta euro.

Dunque arriviamo al Piùtardi e ci sono tutti i merdosi del Centrale e anche tutti quelli degli altri bar di Rovigo che a una certa ora prendono su, lasciano il loro bar, vengono qui al Piùtardi dove trovi di tutto e puoi fare rifornimento. Con poche decine di euro comunque puoi trovare solo un po’ di ganja scadente e accontentarti. Però qui non mi piace, non è un ambiente per me. Fai un passo e trovi uno che dice vuoi roba, fai due passi e un altro ti dice hai roba, fai tre passi e uno ti butta una

pasta dentro al bicchiere. Io non mi fido, io voglio solo roba sicura, mi fido solo del kebabbaro per il fumo e di Sguero e Gigi Pero per le droghe serie. Uno di questi giorni ci procuriamo un po’ più di grano, magari facciamo un salto nel locale dei fratelli Tremona, in mezzo ai campi, lì puoi mangiare, bere, andare via senza pagare che con quel casino nessuno si accorge di niente e anche allungare le mani nella cassa e portare via dei pacchi di fogli da cinquanta. Oppure avviciniamo qualche nonna Abelarda che ha appena preso la pensione in posta, la aspettiamo fuori, uno la affianca per domandare dov’è il campanile della Rotonda, la distrae, l’altro arriva di corsa, strappa la borsetta e via in un vicolo, prendiamo la pensione, lasciamo lì la borsa, robe del genere. Ci arrangiamo, insomma. Se poi ci serve qualche spicciolo per bisogni immediati, tipo sigarette o puntate ai cavalli, lo specialista è Fabio. Lui fa finta di essere un rom, gira con un pezzo di cartone in mano con scritto: o 2 pampini, ano fame. Mica chiede per piacere, lui dice dammi due euro, lui gli pianta gli occhi minacciosi addosso alle signore e queste difficilmente dicono di no. Fabio è capace di tirare su anche venti euro in mezz’ora.

Sono qui disteso sul divano con le braghe a metà gamba. C’è sopra di me l’anoressica più grassa anche lei mezza nuda. Guardo l’orologio e sono le cinque di mattina. Capisco che non sono a casa mia perché sta passando la nonna di Nico con una candela accesa in una mano e il vaso da notte nell’altra. Mi passa davanti, ciabattando verso il cesso, ha il fiato corto, stremata dal peso di un quintale di vene varicose attaccate alle gambe. Io cerco di nascondermi sotto l’anoressica più grassa ma non è necessario. La nonna di Nico neanche mi vede, va a scaricare il vaso, poi torna in camera sua. Io sposto l’anoressica più grassa, mi rivesto in fretta, vedo che nell’altro divano c’è Nico abbracciato all’anoressica più magra. Cerco di farmi venire in mente cosa è successo ieri sera, poi mi ricordo un poco del Piùtardi e allora giuro che non ci metto più piede, mi hanno messo di

sicuro della robaccia nel bicchiere, chissà cosa ho fatto con l’anoressica più grassa, non voglio neanche pensarci, voglio solo andare a casa mia, per fortuna mi bastano due rampe di scale. (…)







Brano tratto dal romanzo Dov’è la Vittoria?, Compagine edizioni, Torino, 2013.




Lorenzo Busson

Lorenzo Busson è nato a Rovigo nel 1960. Laureato in Giurisprudenza, insegna Discipline giuridiche ed Economiche all’Itc De Amicis di Rovigo. “Dov’è la Vittoria?” è il suo terzo romanzo. Prima ha pubblicato “Studenti Serpenti” (Edizioni Biblioteca dell’Immagine, Pordenone 2001) e “Bar Nordest” (Edizioni Biblioteca dell’Immagine, Pordenone 2002).





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