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Sagarana ISTANTI


Ricardo Venegas


ISTANTI



SE LO DICHIARI PASSANO I SILENZI,
 
aprono luce e chiudono acque sorde,

destrieri muti di fievoli orde

che fissano la morte nei loro disprezzi.

 

Più della luce della tenebra dura,

più dell'illusione erta dalla mietitura,

sapere è non sapere l'accecatura

di un discreto brillio che perdura.
 
 
Fermati augurio, che il sole scriva
 
i nomi del destino a cielo aperto
 
ora vapore centrifugo che grava
 
 
su lingue vive dei vecchi morti
 
e tuttavia sogna e deriva
 
dall'immortale silenzio dei suoi porti.
 
 
                       
 
VAPORI
 
 
I
 
Marea di piogge primogenite,
acqua del suolo istintivo della terra,
gocce alate,
pesci nati nella voce,
congregazione di mulinelli
dove si è detto in lingue morte
il corpo di questo mondo.
 
 
II
 
Posa il granchio per il mare,
già miglia nautiche di sale sfumano,
e a miglia nautiche di sale sfumano
i vapori dell'alba,
nessuna luce avrebbe questa sabbia
se quella forza dell'onda avesse rinunciato.
 
 
 
___________________________
 
 
In lingua originale:
 
 
INSTANTES
 
 

SI LO DECLARAS PASAN LOS SILENCIOS,

abren su luz y cierran aguas sordas,

corceles mudos de livianas hordas

que miran a la muerte en sus desprecios.

 

Más que la luz de la tiniebla dura,

más que ilusión alzada por la siega,

saber es no saber la vista ciega

de un sigiloso brillo que perdura.

 

Detente augurio, que el sol escriba

los nombres del destino a cielo abierto,

ora vapor centrífugo que estriba

 

en lenguas vivas de los viejos muertos

y sin embargo sueña y se deriva

del inmortal silencio de sus puertos.

 
 
 
 
VAPORES
 
 
I
 
MAREA DE LLUVIAS PRIMOGÉNITAS,
agua del suelo instintivo de la tierra,
gotas aladas,
peces nacidos en la voz,
congregación de remolinos
donde se dijo en lenguas muertas
el cuerpo de este mundo.
 
 
II
 
Posa el cangrejo para el mar,
ya millas náuticas de sal se esfuman,
y a millas náuticas de sal se esfuman
los vapores del alba,
ninguna luz hubiera en esta arena
si aquella fuerza de la ola hubiera renunciado.
 







Traduzione di Lucia Cupertino.




Ricardo Venegas

Ricardo Venegas (San Luis Potosí, Messico, 1973), poeta messicano. Suoi testi sono apparsi nelle riviste Siempre!, Tierra Adentro, Ulrika, Casa Silva e Arquitrave (Colombia), Agulha (Brasile), Siete culebras (Perú), Contratiempo (Stati Uniti), La Pájara pinta (Spagna) e in Messico in Blanco Móvil, Periódico de poesía, Cantera Verde, Los Universitarios (Unam), Alforja, La Otra, Casa del tiempo (Uam), nei giornali Crónica, El Financiero, Excélsior (all'interno dei supplementi El Búho e Arena) e nella La Jornada Semanal (supplemento del quotidiano nazionale La Jornada), su cui scrive la rubrica Bitácora bifronte. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: El silencio está solo (1994); Destierros de la voz (1995); Signos celestes (1995); Caravana del espejo (2000); Turba de sonidos (2009, Premio Efraín Huerta 2008), La sed del polvo (2007) e La sed del polvo. Antología personal (1995-2013) dalla cui sezione Trovas para ultramar si traggono le due poesie qui presentate in traduzione inedita. È autore anche di una interessante antologia sui poeti dello stato di Morelos, Estaciones bajo el volcán (2013) con prologo di Sergio Mondragón. È stato borsista presso il Centro Mexicano de Escritores avendo come guida Carlos Montemayor e Alí Chumacero (2003-2004), si è aggiudicato anche la borsa del Fondo Nacional para la Cultura y las Artes (2005-2006). È direttore della rivista Mala Vida, Mester de Junglaría e dirige la casa editrice Ediciones Eternos Malabares.





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