FOGLI SVOLAZZANTI
- L'archivio ipermnesia -

 

Lorenzo Tamburini

 

in memoria di
GIANNI TASSIO
custode premuroso di un archivio indimenticabile.

Spesso il loro destino è la dissoluzione. Li vediamo anche noi, ogni giorno, che siano manifesti attaccati a cartelloni e pareti o volantini consegnati da volenterosi attivisti. La loro vita, nelle mani di chi li legge, spesso dura solo il tempo di un'occhiata, per scivolare poi sul bordo di una strada. Spariscono con la stessa velocità con la quale sono stati scritti, mentre potremmo soffermarci, almeno una volta, a cercare di intuire la passione dei loro creatori: idee, motivazioni e lo scopo che vogliono raggiungere.
E, per quanto se ne possa condividere o meno il messaggio, notare la loro importanza di fonte storica schietta e diretta. Sì, perché il volantino non subisce la "attenuazione" dell'idea o del fatto storico che invece si trova nei libri ufficiali o persino nei comunicati dei vari partiti. Sono ben scritti, hanno le parole al posto giusto, ma non sono emozionanti. Il volantino è passione, è scritto d'impeto, con una vitalità forse derivante dalla consapevolezza che la sua vita sarà molto breve, che bisogna dire tutto e subito, perché il cestino è lì in attesa.
La Biblioteca Franco Serantini ha creato sul suo sito Internet lo spazio Ipermnesia, - http://bfs.it/ipermnesia - che raccoglie una parte dell'immensa donazione (circa 2.000 volantini) fatta da Giuseppe Milano, professore di liceo a Pisa negli anni '60 e '70. La sua curiosità lo ha spinto, in quegli anni, a raccogliere i volantini politici che gli venivano consegnati fuori dalla scuola: è una raccolta completa, che spazia tutte le fazioni dall'estrema destra all'estrema sinistra e che offre un panorama unico della situazione pisana degli anni della contestazione, dalle formazioni studentesche e operaie (a Pisa fortemente alleate) fino a curiose e improbabili creazioni politiche come i "nazi-maoisti".
Si è posto subito il problema della conservazione di un messaggio che, a causa di inchiostro e carta facilmente deperibili, si stava rapidamente disfacendo. E a questo proposito è nata Ipermnesia, un archivio virtuale e digitale, che ha permesso la salvezza di questi documenti. Come ha raccontato Sebastiano Ortu, principale realizzatore del progetto, inizialmente Ipermnesia era solo un motore di ricerca come tanti con le foto ridotte a piccole icone e criteri di ricerca molto generici. L'arrivo di un gruppo di catalogatori, grafici e informatici ha permesso di ampliare il progetto fino a giungere al risultato finale: un archivio con immagini grandi dal testo leggibile e con dei criteri di ricerca dettagliati, che dividono il materiale per categorie (antifascismo, diritto allo studio, diritto alla casa).
Ma anche consentito la nascita di un gruppo e uno stile di lavoro abbastanza inusuale ma esemplare, perché nessuno ha svolto il proprio lavoro per sé, ma ciascun esperto ha insegnato i rudimenti del proprio mestiere anche agli altri. "Mettendo anche alla prova sé stessi, perché è sapendo insegnare agli altri che una persona capisce quanto sa padroneggiare il proprio lavoro" hanno spiegato. E il principio di condivisione totale si è esteso anche al sito e alla sua struttura, i cui codici di costruzione sono consultabili da qualsiasi informatico che volesse farlo. Tutto questo permette così ad altri centri di ricerca che volessero seguire l'esempio della Biblioteca Franco Serantini, di poterlo fare senza problemi di copyright e apportando anche eventuali modifiche alla struttura.
La Biblioteca Franco Serantini si è sempre posta come punto principale la conservazione della memoria. L'utilizzo del digitale le ha permesso di portare avanti il suo lavoro e di fornire una "via di salvezza" ai documenti facilmente deperibili come questi volantini così diretti, così appassionati, così bugiardi anche, se si tratta di screditare l'oppositore. Ma proprio per questo così necessari per un punto di vista più alternativo e militante.

Torna alla guida