IL BINARISMO

 

Carlo Frabetti

 

 

 

 

 

“Binarismo” non viene da Bin Laden, anche se è altrettanto pericoloso, né da Mr. Bean, anche se è altrettanto risibile. “Binarismo” viene da “binario”, e costituisce la filosofia dell’interruttore, per il quale ci sono due possibili stati: acceso o spento, sì o no, bianco o nero, testa o croce. “Socchiuso”, “forse”, “grigio”, “quasi”, sono termini assenti dal dizionario binario.

Paradossalmente, il vecchio manicheismo non ha alcun prestigio, nonostante, come prima approssimazione, sia applicabile a molte situazioni (per esempio, dire che i ricchi sono cattivi è una semplificazione manichea, ma in un grado di  verità paragonabile a “i corvi sono neri”, un’altra semplificazione abbastanza accettabile, per quanto qualche anno fa qualcuno abbia visto in Spagna un corvo bianco). Nonostante ciò, la radicalizzazione estrema del manicheismo, la sua fase superiore, il binarismo, trova sempre più seguaci. (È successo lo stesso con il liberalismo: le sue forme tradizionali, relativamente moderate, sono considerate semplicistiche, mentre da tutte le parti si impone il neoliberalismo più grossolano e più rozzo).

Si è sentito più di una volta delle persone un tempo appartenenti alla sinistra comattente “condannare” le azioni anti-imperialiste dell’undici Settembre perché, secondo la logica binaria imposta con la forza delle armi mediatiche, chi non “condanna” è favorevole. (questa frase non l’ho capita) E se qualcuno afferma che, pur non appoggiando gli avionazos, non può condannarli, ti guardano con orrore o ti chiamano “talibano” (soprattutto se porti la barba).

Il binarismo ha grandi vantaggi, perché per farlo funzionare basta che il cervello indottrinato abbia una sola sinapsi cerebrale, con i suoi due stati possibili: se hai il flusso di neurotrasmissori, è aperto, sì, bianco, testa; se non hai il flusso, è chiuso, no, nero, culo (scusatemi, ma in questo caso dire “croce” in contrapposizione a “testa” risulterebbe equivoco, e il binarismo non ammette nessun tipo di equivoco).

L’unico problema per l’assunzione totale e definitiva del pensiero binario è che, nonostante gli sforzi dei poteri stabiliti e dei media ci sono ancora più persone con più di una sinapsi funzionante. Così ci sono più persone mosse dall’indignazione e dalla vergogna che persone mosse dal conformismo e dalla paura.

 

 

 

 

 

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LA CONNESSIONE SUD AMERICANA

 

Newton Carlos

 

 

 

Lo zar dell’antiterrorismo negli USA, Francis Taylor, ha affermato, nel Congresso americano, che il cosiddetto confine tripartito (Brasile, Argentina e Paraguay) è il centro internazionale del finanziamento dei gruppi terroristici. Questo senza parlare della falsificazione dei documenti e del traffico di armi e di droghe. L’attività commerciale della regione è piena di arabi e l’associazione tra “terroristi” e “arabi” riguarda anche noi, nonostante l’America Latina abbia una varietà tutta particolare di terrorismi senza turbanti.

Nel  Latin American Newsletter, pubblicato a Londra, viene affermato ciò: il Paraguy ha cercato di ottenere, in America Latina, la parte del leone nelle attenzioni rivolte dagli americani arrabbiati ai paesi che fossero considerati coinvolti in “legami terroristici”.Una delle operazioni più spettacolari, con poliziotti incappucciati, è stata quella in cui sono stati arrestati sedici sospettati di “connessione con gli arabi”. Il compito a casa fatto dai servizi di sicurezza del Paraguay , la cui fama nel continente è più che conosciuta, è stato suffuciente, secondo la pubblicazione londinese, perché Taylor si accanisse contro la triplice frontiera.

Al centro del circo allestito dal Paraguay, si trovano due giovani libanesi arrestati in Ciudad del Leste, in cui  si concentra la maggioranza della comunità arabo-paraguaiana. La polizia si è sbizzarrita, in modo trionfante, con le ricevute trovate che testimoniavano l’invio di denaro in Libano, dove risiede il gruppo fondamentalista Hasbolah. I servizi di intelligenza in Assunción han no messo insieme le cose e hanno concluso che c’era qualcosa di veramente di sospetto. O “ legami terroristici”, poichè quei due avrebbero nascosto anche dei video e della letteratura appartenente a “gruppi estremisti islamici”.

Le accuse iniziali si limitavano al possesso di documenti falsi, un “passaporto sospetto”, per quanto emesso dal Consolato del Paraguay in Panama. In seguito sono comparse prove dell’invio di $ 50.000 da parte di ciascuno, al Libano. Per sfortuna dei mittenti, quello è il paese dell’ Hasbolah . Gli avvocati di entrambi hanno insistito sul fatto che non c’è niente di losco nel pagare per scambi commerciali, mentre Raul Vera, presidente della  Banca Centrale, in un colpo di “suspense”, annunciava l’inizio delle inchieste “in profondità”, da parte delle varie agenzie di governo, dei trasferimenti di soldi fatti a Ciudad del Leste.

Il lavaggio di denaro è ciò che non manca in Paraguay. Inchieste confidenziali hanno gettato l’argomento  nella valle delle ombre, ma il capo stesso del gruppo, nella versione paraguaiana, ha deciso di difendersi pubblicamente. Lui abita a Foz do Iguaçu e il suo nome è Assad Ahamed Barakat. In un ‘intervista al giornale ABC Colors di Assunción, ha confermato che la coppia in questione lavora per lui, in attività commerciali, e ha negato che sia implicata con il terrorismo, nonostante non nasconda le sue simpatie per lo Hasbolah e  ammetta di avergli dato “aiuti umanitari” senza per questo considerarsi un criminale.

Almeno fino a questo momento, gli organi di polizia brasiliani non lo hanno disturbato. Dei sedici arrestati, tutti di origine araba, tre sono stati liberati, e gli altri tredici sono stati processati per “irregolarità immigratoria”. Uno dei pesci più grossi sospettati dai cacciatori paraguaiani di “legami terroristici” è il commerciante Armando Khalil Chams, una sorta di leader della comunità araba di Ciudad del Leste. Chams ha lasciato il Paraguay perché si credeva minacciato. I suoi avvocati avrebbero chiesto per lui un Habeas Corpus preventivo.

Lui ha subito un’irruzione nel proprio ufficio ad opera degli agenti di un certo “segretariato antiterrorista” . La versione di Chams è un’altra. Sono gli stessi poliziotti che gestiscono una “rete di racket” e prendono soldi dai residenti arabi, secondo gli appunti presenti nel Latin American Newslwtter. Se non arresta terroristi, almeno fa una retata vasta di immigranti illegali. Un giordano è stato arrestato all’aereoporto di Lima con un passaporto falso.

Niente meno che il presidente della Repubblica, Alejandro Toledo, lo ha bollato come “sospettato di coinvolgimento negli attentati terroristici degli USA e partecipazione in una rete terroristica Latino Americana”. E’ successo il 12 Settembre. Non si è mai più parlato sull’argomento. Il presidente del Panama nega insistentemente che gli Americani vogliano ricollocare truppe nella zona del Canal. Però dove c’è fumo c’è fuoco, come ha scritto un giornale panamense.

Il Pentagono vuole creare un “Comando America”, ancora più esteso del vecchio Comando Sud, la cui “scuola” (che da Panama è stata trasferita nella Georgia americana) ha istruito ufficiali latino americani nella lotta contro il terrorismo. Uno degli allievi era Pinochet. Ci saranno i pinochet anche nella guerra contro il terrorismo?

 

 

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Newton Carlos è tra i più esperti giornalisti brasiliani di politica internazionale. 

 

 

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(Traduzioni di Julio Monteiro Martins)