Breve presentazione del Seminario

La regione Toscana - Porto Franco -, l'Associazione Sagarana, la Cattedra di letteratura comparata del Dipartimento di Italianistica e Spettacolo de "La Sapienza" di Roma, hanno promosso il I Seminario Italiano degli Scrittori Migranti che ha avuto luogo a Lucca dal 23 al 29 Luglio.
Portando in primo piano una realtà letteraria di fondamentale importanza ed offrendo l'opportunità di un confronto non accademico tra scrittori migranti e studiosi, si è creato, facendo poetica, un nuovo modo di relazionarsi e di vivere culture e politiche diverse .
Con tale evento comincia dunque ad essere pensata la storia di questi scrittori nuovi, di tutti i mondi, la cui condizione non solo sociale, ma esistenziale, fa di essi scrittori migranti, non immigrati, capaci di muoversi nelle varie dimensioni dell'umano e di cristallizzare, nelle loro opere, esperienze diverse, nuovo pensiero critico, innovazione linguistica.

Nel corso della settimana sono state affrontate molteplici tematiche, alcune di carattere generale, altre più specifiche e settoriali:
Le differenze culturali d'origine. Conflitto o pluralità? Guidata da Gezim Hajdari (Albania)
Xenofobia e razzismo in Europa. Guidata da Amara Lakous (Algeria)
Migrazione e scrittura femminile. Guidata da Sandra Clementina Ammendola (Argentina)
Le prospettive di ritorno - persona ed opera - nel paese d'origine . Guidata da Julio Monteiro Martins (Brasile)
Riviste, siti internet e critica letteraria della letteratura migrante in Italia. Guidata da Franca Sinopoli
Il secondo libro: continuità o rottura? Guidata da Ron Kubati (Albania)
Editing ed editoria delle scritture migranti. Guidata da Armando Gnisci.

Il primo risultato emerso da tale confronto è la presa di coscienza di costituire un'avanguardia politica, sociale e letteraria, decisa ad intraprendere, con questo seminario, un percorso ancora inesplorato e a soffermarsi con impegno su questioni che il mondo dibatte e vive, ma a cui in Italia, neppure da parte degli intellettuali, è stato ancora riconosciuto diritto di cittadinanza.
Si rivendica dunque il ruolo fondamentale della letteratura migrante nel tentativo di comporre la nostra multidimensionalità, di riconoscere un valore nella pluralità che deriva da profonde differenze culturali d'origine, di esplorare e ricreare la lingua italiana attraverso slittamenti linguistici e semantici per mezzo dei quali questi intellettuali, immigrati di prima generazione che si muovono tra lacerazione e accelerazione (Ron Kubati), ci restituiscono la loro percezione del mondo.
Da simili premesse emerge con evidenza un secondo importante risultato: il ruolo fondamentale che l'editoria (numerosi i progetti esposti dal professor Gnisci relativi a collane specifiche nel genere) e l'editing giocano nei confronti della letteratura dei migranti e, conseguentemente, nei confronti della lingua italiana che in essa trova oggi i più valenti strumenti per una sua rivivificazione. La revisione di questi testi, operazione fondamentale e delicata, deve rifuggire da un appiattimento che ne limiti la carica innovativa e valorizzare, al contrario, una diversa sensibilità e percezione linguistica capaci di ridefinire la lingua, il mondo da essa rappresentato, e di aprire un varco per la migranza anche attraverso il processo creativo.
La definizione che questa avanguardia si è data, nasce proprio da un lavoro del genere, tanto più espressivo in quanto esperienza transculturale (Armando Gnisci): partendo da un aggettivo utilizzato dalla scrittrice Sandra Clementina Ammendola nel titolo di un suo racconto, Perpetuo, continuo, incessante, perdurabile, in seguito alla ricerca etimologica di quest'ultimo aggettivo, neologismo sul cui valore espressivo il professor Gnisci si è lungamente soffermato, Lanfranco Binni ha felicemente coniato una nuova espressione in cui il presente gruppo di lavoro si è riconosciuto: una perdurabile migranza, ovvero uomini che intendono muoversi, persistenti, attraverso tutte le lingue, le culture, le esperienze e le dimensioni umane.

Il progetto per il futuro è quello di trasformare questo seminario, che già nella sua prima manifestazione ha ricevuto una rilevante udienza nazionale (La Stampa e Il Manifesto lo includono tra gli appuntamenti culturali italiani), in un evento annuale in cui si alternino, nel rispetto di un già consolidato modo di lavorare insieme, scrittori stranieri e ospiti italiani.

Francesca Macchioni