I TASSELLI

- Brano tratto dal romanzo La costa dei barbari -


Norman Mailer

 



Probabilmente sono stato in guerra. Ho una cicatrice dietro l'orecchio, una macchia oblunga di carne sterile dove non crescono peli. Adesso è coperta e può essere nascosta anche dal più maldestro dei barbieri, ma nessun barbiere può nascondere la cicatrice che ho sulla schiena. Per quella sarebbe più indicato un sarto.
Quando mi specchio mi viene restituita una faccia senza dubbio più bella dell'originale, ma il naso diritto, il mento scolpito e le guance perfette sono solo la testimonianza dell'arte di qualcun altro. Per quanto cerchi di convincermi che i capelli castani e gli occhi grigi siano sempre stati miei, non c'è niente di me che riesca a riconoscere, neanche l'età. Sono sicuro di avere almeno venticinque anni e forse anche di più, ma grazie a chiunque mi abbia curato, il ritratto nello specchio è quello di un giovane senza neanche una ruga.
Un tempo cercavo disperatamente di ricordare cosa mi fosse successo e dove. Mi sembrava quasi di vedere lo schianto di un aereo e le fiamme che invadevano la carlinga. Ma appena riuscivo a ricostruire la scena, ecco che l'aereo diventava un carro armato e io ero intrappolato all'interno, salvo ricreare subito un'altra situazione: la casa era in fiamme e una trave mi inchiodava la schiena. Tanta violenza procede con la banalità di una giaculatoria; granate, proiettili, bombardamenti: ne posso inventare a centinaia di situazioni analoghe e nessuna sembra giusta.
Qua e là i ricordi tornano. Solo che è difficile fidarsi. Sono sicuro di aver perso entrambi i genitori, di essere cresciuto in un orfanotrofio e di essere sempre stato povero. Però, a volte, mi sembra di ricordare mia madre, e credo di aver ricevuto un'istruzione. Dicono che i sordi sentano una miriade di rumori e il silenzio per loro sia pieno dei più fastidiosi rimbombi; il buio dei ciechi è turbato da lampi di luce; così il ricordo per me non è mai stato un muro insormontabile ma semmai una roulette in cui gli eventi più straordinari e più insignificanti erano così strettamente intrecciati da non permettermi di distinguere il fatto più irrilevante dalla fantasia più evidente, né il passato dal futuro; e i particolari della mia storia personale si smarrivano nell'altra, comune a tutti noi. Non riuscivo mai a decidere se una cosa mi era veramente successa o se l'avevo solo immaginata. Non faceva nessuna differenza che avessi conosciuto un uomo o che esistesse solo in un libro; non c'era modo di stabilire se conoscevo un paese o ricordavo solo la descrizione di qualcun altro. Le leggende derivate dalla stampa dell'ultimo decennio erano altrettanto intime e distanti dei posti in cui dovevo aver vissuto. Nessuna storia mi apparteneva per cui tutta la storia era mia. Ma a quali condizioni! Ogni volta che la mente mi forniva un ricordo a lungo represso, non era che un tassello, e i tasselli erano così pochi e il puzzle così grande.
Per un certo periodo feci sforzi prodigiosi per ricostruire il passato. Intrecciai una fitta corrispondenza con le segretarie di determinati funzionari; seguii delle persone per strada perché mi avevano guardato con curiosità; frugai liste di nomi, studiai fotografie, e rimasi sdraiato a letto a torturarmi il cervello perché mi rivelasse almeno un particolare concreto. Sforzi prodigiosi, che mi servirono solo a capire che non avevo un passato e pertanto ero privo di un futuro. Il cieco aguzza l'udito, il sordo affina la vista, e io per compensazione ho acquisito entrambe le facoltà; era naturale, obbligatorio persino, che il presente diventasse padrone della scena.
E dato che il tempo era padrone del presente, cominciai a ricordare quello che mi era successo la settimana prima, il mese prima; e questa divenne la mia esperienza, tutta la mia esperienza.



(Brano tratto dal romanzo La costa dei barbari, Baldini & Castoldi, Milano, 1999. Traduzione di Delfina Vezzoli.)


Norman Mailer è nato a Long Branch, New Jersey, nel 1923 ed è cresciuto a Brooklyn, New York, Dopo essersi laureato ad Harvard, ha combattuto nel Sud del Pacifico durante la seconda guerra mondiale. Ha vinto due volte il prestigioso premio Pulitzer: nel 1968 per Le armate della notte, e nel 1980 per Il canto del boia. Ha diretto quattro film ed è stato il cofondatore del giornale newyorchese "The Village Voice". È morto nel novembre 2007.

 

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