IL TERZO BOTTONE


Giovanna Gemignani

 



Delia, stava tornando a casa.
Era tutto il giorno che osservava il terzo bottone della camicetta, stava per staccarsi, era rimasto unito ormai solo da un delicato filo.
Avrebbe dovuto ricucirlo.
La strada del parco era fiocamente illuminata e, c'era un po' di nebbia, ma era la sua strada e la percorreva con tranquillità tutte le sante sere. Non vedeva l'ora di arrivare a casa e farsi una bella doccia, poi avrebbe continuato a studiare.
Quell'esame la preoccupava.
Era arrivata al tratto principale del parco, il più solitario, quando ebbe l'impressione di non essere sola, drizzò bene le orecchie e cercò di fermare il rumore del suo respiro, no, si era sbagliata, intorno solo silenzio e nebbia, ma il cuore aveva accelerato i battiti e lei il passo.
La paura è una cosa strana.
Prese in mano il cellulare, controllò il segnale, tutto a posto.
Camminava spedita, con i sensi all'erta ed un disagio crescente, avvertì dei passi, iniziò a correre, questi aumentarono e non solo di andatura, erano i passi di diverse persone, scarponi grossi, pesanti,di quelli con le fibbie che i ragazzacci di quartiere portano aperti con i larghi pantaloni cascanti pieni di catenacci con attaccato ogni ben di Dio.
Buttò via i libri, si mise a correre come il vento, ma non bastò, una mano dura, cattiva, l'agguantò alla vita facendola cadere, perse il cellulare, si mise a gridare, in un attimo il branco fu sopra di lei;
non capiva più niente, urlava, ma sentiva la sua voce come ripetuta da un'eco lontano,estranea, che pregava, chiedeva aiuto, pietà, ma non era la sua voce.
Si sentì strappare la gonna, mani feroci e pesanti le ghermirono il collant e lo slip, qualcuno le teneva tirati crudelmente i bei capelli chiari, la camicetta fu schiantata, e, assurdamente lei pensò:"perderò il bottone"; poi fu l'inferno, l'apoteosi del dolore.
La sua bocca fu riempita, le sue cosce anche, la girarono in una assurda posizione e qualcuno la penetrò da dietro, l'urlo di dolore fu tremendo,le mordeva l'anima quel qualcosa che le lacerava la carne, nella frenesia della pazzia con la mano trovò il cellulare, suo caro amico, con destrezza, la mano abituata all'uso compose il 911. Poi, chiuse gli occhi e morì.
Poco dopo, ma era poco dopo o un'altra vita, riaprì gli occhi, piano piano, aveva freddo, era tutta coperta di terra fango sangue e sperma sconosciuto, qualcuno le aveva anche spento una sigaretta sul seno. La testa le martellava come quella volte che aveva provato il martello pneumatico che suo padre usava per il suo lavoro di carpentiere stradale.
Cercò a tastoni i suoi abiti, la gonna stracciata, le scarpe col tacco rotto e la camicetta tutta lacera, assurdamente con quell'unico terzo bottone esilmente attaccato che lì era rimasto.
Si infilò in quegli stracci, lordi di miseria umana, che le davano conforto e si concentrò sul filo del bottone. Iniziò a piangere dondolandosi seduta a terra con la testa sulle ginocchia piegate e abbracciate, si dondolava avanti e indietro, come quando piccolina, sua madre la cullava. Si dondolava ed osservava il bottone, che andava con lei avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e indietro. Era estranea a se stessa, come lo è il bambino al primo vagito con il mondo, lei era lì, ma non era lì, era spettatrice della scena da un luogo più alto; poi, piano piano, in lontananza udì il latrato di una sirena, vicina, vicina, sempre più vicina, poi le voci.
E' qui, è qui, è viva.
Il terzo bottone cadde a terra.




Giovanna Gemignani: vivo a Lucca , sono una grande appassionata di lettura. Ho partecipato a Sagarana, a un corso di scrittura creativa, tenuto dal Prof. Julio Monteiro Martins, ed un Master di scrittura creativa tenuto a Pistoia, diretto sempre dal prof: Monteiro Martins. Tra i riconoscimenti ottenuti ci sono, il premio della critica, ricevuto per il Concorso Europa", che mi ha valsa la pubblicazione del racconto "Il vestito della comunione" nell'antologia Cattive Bambine, edita dalla Laurum Edizioni, ed un primo premio per il concorso dell'Inedito, indetto dal salotto letterario di Lucca, nel 2006.
Partecipazione all'antologia "Capannoriantology" edita dalla casa editrice Perrone di Roma, con il racconto "Vietato l'ingresso ai fantasmi", nel 2009.




     Precedente      Successivo      Copertina