IL RISVEGLIO DELLA DEA SERPENTE


Raphael d'Abdon





con regolarità
un fenomeno naturale
più spettacolare
di qualsiasi aurora boreale
si manifesta
dall'alba al crepuscolo
e solo per un dì
nella terra
che un tempo
apparteneva agli Africani



ogni cinque anni
colorate
silenziose
infinite
code s'incurvano
e si materializzano
sulla schiena affaticata
del solitamente grigio
paesaggio di mzansi


lo ridisegnano
e lo risuscitano
solo per un giorno
dal suo stato di coma


una nazione in movimento


lenta
come Julunggul
il Grande Serpente Arcobaleno


saggia
come Roni
l'Anaconda Gigante
la Dea Serpente Piumata


forte
come Da
il Serpente Africano che
con le sue tremilacinquecento spire
sorregge il cielo
e l'oceano cosmico
su cui galleggia la Madre Terra


una divinità Serpentina che
talvolta
lascia il suo tiepido rifugio sotterraneo
incantata
dal suono misterioso
di un flauto magico
per manifestarsi
un po' assonnata
sulla fredda superficie di Madre Terra


(a proposito:
quando si manifesta questo magnifico fenomeno mitologico?
ho detto per caso
ogni cinque anni?
forse quattro
forse dieci.
comunque
nel tempo del sogno
ciò non ha alcuna rilevanza
per il pensoso, stupefatto poeta)


purtroppo
per la sensibile
cincischiante
Dea Serpente
dai colori vivaci
il pifferaio magico
non è una sorella fidata
ma un inveterato imbroglione
che La conduce
verso fallaci viaggi
che portano
alle terre aride
dei sogni spezzati
e delle speranze soffocate
ovvero
è più probabile
da nessuna parte


questo fino al giorno
in cui la Dea Triuna
Julunggul-Roni-Da
si sarà infine risvegliata
completamente
dal Suo lungo sonno
per rivendicare
con un ruggito
(ma è più probabile
con un sorriso
o una canzone)
quello che una volta
era Suo


solo allora
le sue luccicanti walkabout
arriveranno
in quelle
un tempo ben note
terre
di verità
prosperità
e pace.

(Traduzione di Pina Piccolo)




In lingua originale:


THE SNAKE GODDESS AWAKENED

Raphael d'Abdon

at regular times
a natural phenomenon
more spectacular
than any boreal aurora
is visible
from dawn till dusk
and for one day only
over the soil
that once
belonged to Afrikans


every five years
colourful
silent
endless
curveous lines
materialize
over the fatigued back
of Mzansi's
usually grey landscape


redrawing it
resuscitating it
for one day only
from its comatose state


a nation in motion


slow
like Julunggul
the Great Rainbow Snake


wise
like Roni
the Giant Anaconda
the Feathered Serpent Goddess


strong
like Da
the Afrikan Snake
whose three thousand five hundred coils
support the sky
and the cosmic ocean
in which Mother Earth floats
a Serpentine Divinity who
from time to time
leaves her warm underground shelter
enchanted
by the intriguing sound
of a magic flute
to manifest Herself
quite sleepy
on cold Mother Earth's surface


(by the way:
when does this magnificent mythological phenomenon take place?
did i say
every five years?
maybe it's four,
maybe ten.
anyway,
in the dreamtime
this doesn't make any difference
to the thoughtful, astonished poet)


unfortunately
for the sensitive
dawdling
brightful
Snake Goddess
the magic penny - whistler
is not a trustworthy sister
but a well-trained trickster
who drives Her
into false journeys
that lead
to arid lands
of broken dreams
and choked hopes
or
more probably
just nowhere


this until the day
when the Triune Goddess
Julunggul-Roni-Da
will finally wake up
fully
from Her long sleep
and reclaim
with a roar
(or more probably
with a smile
or a song)
what once
was Hers


only then
Her shining walkabouts
will end up
in once well-known
lands
f truth
prosperity
peace



(Poesia pubblicata originalmente in: www.kaganof.com , maggio 2009.)








Nato nel 1974 a Udine, lo studioso, poeta e attivista culturale Raphael d'Abdon dal 1995 al 2003 ha vissuto per lavoro e/o studio tra Marocco, Tunisia, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica e Svezia. Nel biennio 2000- 2001 ha svolto attività di ricerca presso l'English Department della University of Zululand, nel Kwa-Zulu Natal, per laurearsi nel 2002 in Lingue e letterature straniere all'Università di Udine con una tesi sulle donne incarcerate in Sudafrica durante l'apartheid. Dal 2004 al 2006 ha svolto presso l'Università di Udine attività di ricerca sulla letteratura della migrazione in Italia, pubblicando articoli e saggi per diverse riviste (Kúmá , Le Simplegadi , Proteo , Pagina Zero , Il Bianco e il Nero , Nuova Emigrazione) e curando e traducendo nel 2007 l'antologia "I nostri semi - Peo tsa rona. Poeti sudafricani del post-apartheid" (Mangrovie, Napoli).




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