L'INFERNO


Peppe Sini

 



Si sta scatenando l'inferno.
Sta avvenendo in tutta Italia quello che i giornali riferiscono col contagocce: e riferiscono di suicidi, retate di innocenti, aggressioni, umiliazioni e pestaggi, ricatti a lavoratori immigrati minacciati di licenziamento ("cosi' perdi il permesso di soggiorno, diventi clandestino e prima ti multano pretendendo somme di denaro che non avrai mai e poi finisci in galera, oppure vai a venderti per strada... ti conviene essere schiavo qui dove sei, ti conviene subire e tacere, o chiamo i persecutori e ti consegnamo agli aguzzini..."). Le violenze sono ogni giorno piu' diffuse, la persecuzione ogni giorno piu' atroce. Si sta scatenando l'inferno: milioni di persone assolutamente oneste e del tutto innocenti vivono ora nel nostro paese in un regime di terrore, esposte all'abissale minaccia della schiavitu', alle grinfie dei poteri criminali, alle vessazioni crescenti dei picchiatori, degli stupratori, degli sfruttatori, dei sadici torturatori.
Si sta scatenando l'inferno. Le misure razziste, schiaviste e squadriste contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" stanno imponendo il regime dell'apartheid nel nostro paese. Siamo in presenza di un colpo di stato razzista che sta perseguitando milioni di persone, ed aggredendo il nostro ordinamento giuridico, sovvertendo la legalita', abbattendo la Costituzione , avvelenando la vita di tutti.

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Io lo vedo perche' non vivo nella torre d'avorio: alcune di queste vittime vengono a chiedere aiuto a me. Ed e' ogni giorno piu' difficile aiutarle, sostenerle, incoraggiarle, dimostrar loro che questo e' ancora un paese civile e che non siamo un popolo di complici del nazismo che torna. Io lo vedo perche' non ho dimenticato quello che mi insegnarono i miei antichi maestri, da Vittorio Emanuele Giuntella a Primo Levi, da Franco Fortini a Benny Nato.
Io lo vedo perche' molti anni fa dedicai una parte della mia vita a coordinare per l'Italia la solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano, e da quella esperienza imparai cose che non ho piu' dimenticato.
Io lo vedo forse anche perche' sono e mi sento ormai vecchio, ed ho dedicato gli ultimi quattro decenni della mia esistenza alla lotta per la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani. Ma lo vedo anche perche' chiunque puo' vederlo, se solo volesse vedere, se solo volesse ascoltare, se solo volesse sapere, se solo volesse capire.

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E dunque questo e' il momento di resistere al colpo di stato. E dunque questo e' il momento di difendere la legalita', la democrazia, la civilta', il nostro paese, l'umanita'.
E dunque questo e' il momento di insorgere, con la forza della nonviolenza, in difesa della Repubblica Italiana e della nostra Costituzione che la fonda.

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Le misure razziste, schiaviste e squadriste contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" sono illegali, criminali e criminogene, incostituzionali ed antigiuridiche: nessuno le deve accettare o applicare, tutti devono respingerle in quanto anomiche e golpiste, barbare ed antiumane.
Quelle misure razziste, schiaviste e squadriste contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" devono essere rese immediatamente ineffettuali ed abrogate al piu' presto, o per pronunciamento della Corte Costituzionale o per nuova deliberazione del Parlamento.

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In tutta Italia denunciamo a tutte le competenti magistrature ed a tutte le competenti istituzioni l'illegalita' di quelle misure razziste, schiaviste e squadriste.
In tutta Italia si insorga in difesa della Repubblica, per il ripristino della legalita', per sconfiggere - con la forza del diritto, con la vigenza dell'ordinamento giuridico democratico - il tentativo di colpo di stato razzista.







Peppe Sini è responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.



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