LA II GUERRA MONDIALE:
INTERNAMENTO; FUGA; ESILIO IN MESSICO

Michael Peschke



Con la loro tendenza ad approssimare, gli autori seminano confusione ripetendo continuamente: "internato in Francia allo scoppio della guerra", senza riportare il mese o l'anno dell'internamento. Dopo l'invasione tedesca della Polonia il 1 settembre 1939, il 3 settembre la Francia e l'Inghilterra, in ossequio ai loro doveri di alleati, dichiararono guerra alla Germania, ma fino al 10 maggio 1940, il giorno in cui la Wehrmacht invase il Belgio, la Francia, il Lussemburgo e l'Olanda, non vi furono combattimenti. Questi otto mesi tra la dichiarazione di guerra e il suo effettivo scoppio passarono alla storia come "drôle de guerre". Dato che la maggior parte dei comunisti tedeschi residenti in Francia venne internata già prima o subito dopo la dichiarazione di guerra, l'espressione usata dagli autori è fuorviante. Nel caso di Willi Münzenberg e qualche altro, l'espressione è per contro appropriata, dato che furono effettivamente internati nel maggio del 1940, ma come si fa cosí a distinguere le due categorie di persone?
Come se non bastasse, gli autori mostrano chiare deficienze anche quando si tratta di raccontare le peripezie degli internati e le loro vie di fuga dalla Francia. Cosí Paul Merker non scappò nel 1940 dal campo di Le Vernet per andare a Marsiglia, bensí venne tradotto nel 1941 da Le Vernet al campo di Le Milles, vicino a Marsiglia. Il 1 luglio 1941 non tornò al campo dopo un giorno di libera uscita a Marsiglia. Insieme a lui c'erano Georg Stibi e Otto Wahls, e tutti e tre vissero poi in clandestinità a Marsiglia e dintorni. Qui Merker non venne arrestato e riuscí nuovamente ad evadere, come affermano gli autori, bensí partí per il Messico nel maggio del 1942 sotto il nome di "Siegmund Ascher".
Già un anno prima, nel maggio 1941, Philipp Daub, Gerhart Eisler, Ernst Krüger, Hans Marchwitza, Adolf Deter e Albert Norden erano salpati insieme dal porto di Marsiglia alla volta del Messico, a bordo della nave francese Winnipeg e con un visto messicano in tasca. Poco prima di raggiungere lo scalo previsto della Martinica, la Winnipeg venne fermata da una cannoniera olandese al servizio inglese e scortata a Port of Spain, capitale della colonia britannica Trinidad. Grazie all'intervento della "League of american writers", a metà giugno i nostri partirono alla volta di New York, dove però venne loro impedito di continuare il viaggio verso il Messico. Dopo un internamento di diverse settimane sull'Ellis Island, non venne loro concesso di lasciare gli Stati Uniti.
Nel manuale biografico non si fa parola di queste peripezie condivise. Cosí Norden riuscí a "scappare in Messico nel maggio 1941 su una nave francese" e da lí a raggiungere gli USA. Eisler ottenne "già alla metà del 1940 un visto messicano" ma poi restò negli Stati Uniti. Krüger "raggiunge gli USA nel maggio del 1941 passando per Trinidad". Daub "viene fermato negli USA nel maggio del 1941, allorché voleva raggiungere il Messico con un visto". Su Adolf Deter si dice: "Voleva andare in Messico nel maggio del 1941, ma la nave venne fermata dalle autorità americane". Marchwitza è semplicemente "a partire dal 1941 negli Stati Uniti".
Gli autori procedono alla stessa maniera con gli emigranti che il 16 dicembre 1941 scesero nel porto messicano di Veracruz dalla nave portoghese Serpa Pinto. Valgano come esempio i coniugi Berta e Albert Gromulat, che sarebbero arrivati in Messico nel maggio 1941, prima della loro stessa nave.
Anche con gli emigranti che raggiunsero via terra il Messico attraverso gli Stati Uniti, i nostri autori sono in difficoltà. Lasciano semplicemente fuggire Bodo Uhse in Messico nel 1940, malgrado fosse riuscito a raggiungere in treno il posto di confine texano di Laredo solo dopo undici mesi di soggiorno negli USA. Otto Katz avrebbe raggiunto il Messico nell'estate del 1940 e non invece a fine novembre.
L'esilio messicano in generale e le attività del gruppo di militanti del partito in particolare vengono trattati senza molto interesse dagli autori, e quel poco che viene riferito è alquanto traballante. Paul Merker per esempio viene nominato segretario generale del Movimento Germania Libera per l'America Latina, anche se in realtà si trattava del Comitato Latino-Americano dei Tedeschi Liberi. Otto Wahls collabora alla Lega Germania Libera, che ovviamente si chiama invece Movimento Germania Libera. Ludwig Renn è già dal 1941 presidente del Movimento Germania Libera, sebbene esso venga fondato solo nel 1942.
In modo altrettanto altezzoso vengono commentate le attività pubblicistiche del gruppo della KPD in Messico. È sconcertante l'omissione di "El libro libre", la casa editrice dell'esilio piú rilevante sul continente latinoamericano, fondata nel 1942 con canali di distribuzione attivati in Inghilterra, USA, Canada, Sudafrica e Palestina. Il suo direttore editoriale Walter Janka coerentemente non viene degnato neppure di un lemma nel manuale, mentre in quelli degli altri padri fondatori della casa editrice Bodo Uhse, Ludwig Renn e Otto Katz non si fa menzione dei loro libri ivi pubblicati. Solo nel caso di Paul Merker e Alexander Abusch troviamo qualcosa: il primo avrebbe pubblicato due libri, "Da Weimar a Hitler" e "Il nazismo e la sua fine". Il lettore accorto riconosce i titoli dei due tomi dell'opera "Germania - Essere o non essere?", uscita per "El libro libre" nel 1944/45. Il secondo volume porta però il titolo "Il III Reich e la sua fine". L'uscita del libro di Abusch "L'errare di una nazione" viene datata con il 1947; in verità però la prima edizione uscí in Messico per "El libro libre" nel 1945 e la seconda nel 1946 per l'editore Aufbau di Berlino.
È inutile cercare nelle biografie di Rudolph Feistmann e Johannes Schröter il loro ruolo di caporedattori del quindicinale "Demokratische Post" (1943-1947). Questa attività viene affidata dagli autori a Leo Zuckermann, il quale però lavorò in Messico solo come avvocato. In realtà fu suo fratello Rudolph Zuckermann, insieme ai coniugi Baumgarten, a sostituire Johannes Schröter in quella veste. In questo caso le biografie dei fratelli Zuckermann vengono evidentemente confuse: alla voce di Rudolph si può leggere che "gestí uno studio medico fino al 1952", mentre in verità era impiegato in un istituto cardiologico. Fu il fratello Leo invece ad essere socio di uno studio legale.
Non si fa parola dell'attività di Otto Katz, dalla fine del 1944 alla sua partenza dal Messico nel febbraio 1946, come caporedattore anonimo della "Tribuna israelita", che sosteneva posizioni sioniste di sinistra, cosí come dell'impegno pubblicistico di Merkler sull'antisemitismo tedesco e sulla questione delle riparazioni. Dopotutto tali attività furono piú tardi motivo sufficiente per spedire per anni Merker dietro le sbarre, e far condannare a morte Katz nel "processo Slansky" a Praga.
Chiunque sperasse ora che gli autori del manuale facciano un uso piú corretto delle ricerche dei loro colleghi sulle persecuzioni degli anni Cinquanta dovrebbe ancora una volta raffreddare le sue aspettative.




Traduzione di Antonello Piana.




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