L'IMPERO IMPOSE I NOMI


Derek Walcott





L'impero impose i nomi persino agli alberi,
abbinando le nostre foglie agli originali europei;

questo arrugginì le nostre menti, una malattia deturpante.
Negli ulivi convulsi della Arles di Van Gogh,


i tigli provavano a essere gli ulivi che non erano,
non meno reali delle riproduzioni di un libro,


ma certo meno venerate. La realtà era lacerata
da queste riproduzioni, e la ruggine si propagò


su ogni sostantivo, persino sui nomi che ci avevano dato,
sui quadri che studavamo, sui libri che amavamo.


L'albero dlela gomma in fiore non mimava il corniolo o la neve
sulle radici di un cedro bianco, sul merletto di un antrisco silvestre,


un boschetto di meli, o la legna che arde in aprile;
tutto, come l'albero del pane, era qui in armonia con il luogo.


Quell'albero! Inchinati, mio amore, al suo verde scuro,
alla sua forza immota, al suo cuore fragrante come pane sfornato


nella grazia, nella comunione, che ci fa poveri
come apostoli. Nell'albero c'è tutta la nostra storia





In lingua originale:


THE EMPIRE OF NAMING COLONISED

Derek Walcott

The empire of naming colonised even the trees,
referrered our leaves to their originals;


this was the blight on our minds, a specided disease.
In the convulsive olives of Van Gogh's Arles,


lime trees tries to be olives they could not become,
not less real than reproductions in a book,


but certainly less hallowed. Reality was riven
by these reproductions, and that blight spread


through every noun, even the names we were given,
the paintings we studied, the books we loved to read.


The gommier in flower did not mimic the dogwood
or snow at the roots of white cedar, or Queen Annes's lace,


an apple orchard, or April's autumnal firewood;
they were, like the breadfruit, true to their sense of place.


That tree! Bow to its dark green, motionless power,
my love, its heart fragrant as baked bread


in grace, in shared communion, it makes us poor
as apostles. In it our history is remembered.


(Brano tratto da "Il levriero di Tiepolo", Libro Secondo, XV - 1. Adelphi editrice, Milano, 2005. Traduzione di Andrea Molesini.)








Derek Walcott, poeta e scrittore santaluciano, ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1992.




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